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giovedì 30 luglio 2009

La crisi colpisce a Imola. La Cgil dà i numeri

La crisi colpisce a Imola. La Cgil dà i numeri

Lucia Alessi

Licenziamenti, disoccupazione e scioperi, la Cgil racconta la crisi che avanza, con uno sguardo al futuro. Domani sciopero territoriale a Imola, dove stanno per essere licenziate oltre 250 persone

La Cgil dà i numeri. Sono i numeri della crisi, e non risparmiano, e inducono il sindacato a organizzare iniziative in tutta Italia, a partire da Imola, dove Case New Holland [ex Benati] ha dichiarato la chiusura e il licenziamento di 454 persone, Haworth [ex Castelli] la chiusura e il licenziamento di 130 persone, a cui bisogna aggiungere le decine di licenziamenti individuali, le tante aziende di piccole e medie dimensioni che tra poche settimane finiranno la cassa integrazione ordinaria, e gli altri posti di lavoro a rischio per riduzione o chiusura di attività, per i tagli di servizi pubblici o per il calo dei consumi, nel settore del commercio. Domattina dunque sciopero territoriale indetto da Cgil, Cisl e Uil di Imola, che durerà 4 ore e riguarderà tutti i settori [ad esclusione dei servizi pubblici e dei servizi pubblici essenziali, non essendoci i tempi necessari per legge] contro i licenziamenti e per ricordare gli effetti sui lavoratori della crisi economica.

La crisi, in effetti, non molla la presa. Secondo il rapporto sulle «Previsioni per l’economia italiana», dell’Istituto di studi e analisi economica [Isae], nel 2009 il numero di persone occupate dovrebbe diminuire dell’1,3 per cento, ovvero circa 300 mila posti di lavoro in meno, mentre per il 2010 è prevista una modesta accelerazione pari all’1,5 per cento. La ricerca ipotizza per quest’anno un tasso di disoccupazione pari al 7,9 per cento, e al 9,3 per cento nel 2010, rispetto al 6,7 per cento del 2008. Il tasso di crescita dei salari pro-capite toccherà nel 2009 il livello più basso mai registrato dal 1970 ad oggi.
Secondo l’Isae, sulle stime pesano l’azzeramento dello slittamento salariale, l’utilizzo massiccio della Cassa integrazione guadagni e l’esaurimento degli effetti dei contratti siglati tra il 2007 e il 2008, non ancora compensati dai rinnovi di alcuni importanti contratti del settore metalmeccanico e chimico.
«I dati dell’Isae sono gravi ma sottostimati rispetto alle ripercussioni che la crisi comporterà sull’occupazione», ha commentato il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, ritenendo tuttavia più realistica la stima del tasso di disoccupazione dell’Isae per il 2010 pari al 9,3 per cento, «ma anche per questo – conclude – il 2009 si presenta come un anno decisivo per le azioni da intraprendere».
«Solo nell’edilizia sono a rischio ben 200.000 posti di lavoro», hanno denunciato Walter Schiavella, il segretario generale della Fillea e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, durante una conferenza stampa, in cui viene denunciata la mancanza di investimenti da parte del governo sulle infrastrutture. Il segretario degli edili porta i dati della cassa integrazione ma anche delle iscrizioni alla cassa edile [77 mila lavoratori in meno rispetto al 2008] per denunciare che «cresce il lavoro sommerso, le aziende versano meno ore alla cassa edile» e aggiunge «senza soldi veri è difficile fare opere pubbliche».
«Guardando dentro agli annunci del governo si scopre che l’effetto a breve dei provvedimenti in infrastrutture non avrà gli effetti annunciati – commenta Epifani – perché le risorse, in realtà, sono molto inferiori e gli stessi tempi di realizzazione molto più lunghi. Pensiamo invece che sarebbe necessario poter consentire ai comuni di spostare il patto di stabilità e avviare le opere già pronte, finanziate e cantierabili, che non hanno la possibilità di essere avviate rispetto ai saldi di bilancio».

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