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venerdì 29 gennaio 2010

Decima notte sul tetto per gli operai della Delivery email ......

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Fiat. Decima notte sul tetto per gli operai della Delivery email

Mentre resta ferma la produzione a Termini Imerese, in attesa del vertice di oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico, gli operai della Delivery Email, azienda dell’indotto Fiat di Termini, hanno passato la decima notte sul tetto in condizione atmosferiche terribili, con freddo e pioggia intensi.
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Venezia. Sciopero e blocchi ai cancelli dei lavoratori Alcoa

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Venezia. Sciopero e blocchi ai cancelli dei lavoratori Alcoa

Sono in sciopero dalle 6 di questa mattina gli operai dello stabilimento Alcoa di Fusina, nel veneziano. I lavoratori stanno bloccando i cancelli dello stabilimento per impedire l’entrata e l’uscita dei camion merci. La tensione davanti all’impianto è palpabile, sostiene il segretario della Fiom Cgil di Venezia, Giorgio Molin, anche perché l’azienda avrebbe tentato di far chiudere i cancelli, impedendo il ricambio dei lavoratori che si alternano nella protesta.
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Scontri tra lavoratori Alcoa e polizia ..........

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Aeroporto di Cagliari. Scontri tra lavoratori Alcoa e polizia

Tafferugli tra polizia e carabinieri in assetto antisommossa e gli operai dell’Alcoa sulla pista dell’aeroporto di Cagliari, che i lavoratori occupano da questa mattina. Gli operai hanno permesso lo sbarco dei passeggeri di un aereo arrivato da Fiumicino, mentre è tuttora bloccato un velivolo Meridiana. Sono stati fatti scendere, invece, i 131 passeggeri dell’aereo della Ryanair che sarebbe dovuto decollare alle 10:25 per Treviso.
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mercoledì 27 gennaio 2010

Telelavoro ...

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Telelavoro
Il telelavoro è una forma moderna di interpretare la definizione più classica del lavoro. Il telelavoro prevede un'organizzazione della professione a casa propria con vantaggi e svantaggi del caso. Vediamoli insieme.

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OROSCOPO
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Il lavoro è uno dei valori primari dell’uomo, dà la possibilità di avere una vita dignitosa, è un mezzo non solo per un’entrata economica che trasmette sicurezza, ma anche un canale per stare collegato con il resto del mondo, un elemento di socializzazione, un potenziale trampolino per liberare la propria creatività e la libertà di espressione.

Ha però anche connotazioni negative, spesso può essere un luogo di tensione, di stress, di dissapori tra colleghi, di gerarchie troppo rigide che non lasciano spazio al libero modo di essere e di pensare.
Il lavoro è una medaglia dalle due facce, spesso molto legate tra loro e comunque per ciascuno di noi, ha un valore e una valenza diversa, ma c’è anche chi ha deciso di cambiare, di affrontare il lavoro in modo nuovo e diverso, sganciandosi dai soliti canoni, dalle solite regole, dal traffico delle 7.00 del mattino e delle 18.00, da pomeriggi di riunioni interminabili e noiose, c’è chi ha deciso di portarsi il lavoro a casa e di gestire tutto dalla propria scrivania con tempi e regole sue, in modo libero e personale.

La scelta del telelavoro è assolutamente nuova, e se vogliamo sotto certi aspetti controcorrente rispetto a chi vede il lavoro da svolgersi solo e unicamente presso un classico ufficio.
Se si sceglie di lavorare a casa, si deve strutturare la propria giornata in modo diverso, c’è sempre bisogno comunque di una buona organizzazione, nulla va lasciato al caso, poiché vi saranno delle scadenze da rispettare, dei termini da non dimenticare.

Vantaggi del telelavoro
I vantaggi sono diversi, ad esempio quello ambientale, si risparmia sul carburante o sull’abbonamento al pullman o alla metropolitana, non s’inquina, insomma è una scelta davvero molto ecologica, al limite si prenderà la bici per la classica riunione con i colleghi una volta la settimana.
È un modo “green” per combattere lo smog, il traffico delle ore di punta, il pendolarismo, ma anche lo stress e l’influenza di quest’ultimo sul mostro sistema nervoso, spesso troppo sotto pressione anche per questi elementi.
Lavorare da casa permette comunque dei ritmi più rilassati, fermarsi a metà mattina prepararsi un buon caffè, curiosare tra le pagine del quotidiano preferito, ascoltare magari un bel cd, e magari se abbiamo tempo anche fare una telefonata a una persona cara, per poi riprendere il lavoro ed essere molto produttivi perché è solo su di noi che dobbiamo puntare e solo noi, però avremo la massima soddisfazione da ciò che avremo fatto.


Svantaggi del telelavoro
Il telelavoro deve avere però delle caratteristiche che lo rendano comunque un lavoro a tutti gli effetti, senza cadere in una sorta d’isola, sganciata dal resto del mondo, dove il pericolo è magari quello di sentirsi soli e senza legami sociali.
Organizzate allora un contatto con il vostro datore almeno una volta la settimana, ad esempio se scrivete per un giornale, partecipate alle riunioni, se siete architetti curate il rapporto con i vostri clienti, se siete creatori di siti o pagine web tenete anche contatti “umani” non solo virtuali!



Un po’ di statistiche
La CIO Insight Research, ha intervistato i dirigenti di diverse aziende per conoscere la loro opinione sul telelavoro, e il 51% lo ammette e lo concepisce solo in forma part-time e non full time, diversa la posizione dei lavoratori intervistati (1.500), molti dei quali (37%), accetterebbe anche una riduzione dello stipendio pur di lavorare da casa!
Secondo Van Jones (autore del libro The Green Collar Economy), si dovrebbe andare sempre più verso un’economia verde, dove proprio da parte dei dirigenti dovrebbe aumentare una sensibilità in questo senso, favorendo il lavoro da casa, servirebbe anche per abbattere diverse spese, insomma secondo l’autore ci vorrebbero degli Eco – imprenditori.

A chi è consigliato il telelavoro?
Il telelavoro è per tutti quelli che hanno il coraggio di affrontare una nuova rivoluzione, per quelli che non hanno ancora un lavoro o lo hanno perso, è arrivato il momento di guardare avanti, di gettare il proprio sguardo verso un futuro nuovo, fatto di scelte responsabili e di strumenti nuovi, probabilmente è anche arrivato il momento di guardarsi dentro e analizzare con concretezza la reale situazione economica, dare spazio alle nuove idee emergenti, seguire con fiuto attento i nuovi mercati che sempre di più si stanno spostando verso il commercio verde, verso le energie alternative.
Ecco è molto probabile che in questi settori si possa lavorare anche da casa, come consulenti, come nuovi professionisti, è sicuro che per chi è giovane sia necessario sempre un buona formazione professionale e riuscire a fare esperienza, senza scoraggiarsi all’inizio per il basso stipendio.

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martedì 26 gennaio 2010

Fiat, presidi delle famiglie dei lavoratori a Termini Imerese.....

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Fiat, presidi delle famiglie dei lavoratori a Termini Imerese

Con gli operai della Fiat di Termini Imerese [Palermo] sono scesi in strada familiari e amici. Insieme, presidiano i cancelli impedendo l’ingresso agli automezzi che trasportano i pezzi da assemblare, fino all’esaurimento delle scorte, che dovrebbe avvenire fra non molto, oggi. E così dovrebbe fermarsi tutta la catena di montaggio della Lancia Y e l’intero stabilimento.
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venerdì 22 gennaio 2010

Francia. Operai tengono in ostaggio 4 manager

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Francia. Operai tengono in ostaggio 4 manager

Quattro dirigenti del gruppo metallurgico svedese Akers sono in ostaggio da ieri sera in una fabbrica nella Francia centrale da alcuni lavoratori che chiedono migliori liquidazioni.
Akers ha annunciato a novembre la chiusura dello stabilimento di Fraisses, con relativo licenziamento di 117 dipendenti.
Il ministro dell’Industria Christian Estrosi ha denunciato l’azione dei dipendenti, non la prima di questo tipo in Francia, e ha chiesto che si arrivi ad una rapida conclusione della vicenda.
«Non ci può essere alcun ritorno al dialogo finché i manager non verranno liberati», ha commentato Estrosi in un comunicato, definendo «irresponsabile» il gesto dei lavoratori.
Il responsabile dello stabilimento Laurent Dousselin ha detto alla francese iTele di aver parlato con i dirigenti dell’azienda in Svezia e di aver avuto indicazioni di interrompere i negoziati.
La televisione francese ha detto che i dipendenti chiedono una liquidazione di 30.000 euro. I sindacati, al momento, non hanno commentato l’episodio, ma alcuni sindacalisti hanno detto che questo genere di protesta, una sorta di ultima spiaggia per i dipendenti, ha procurato concessioni importanti da parte delle multinazionali in passato.
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mercoledì 20 gennaio 2010

ultime sul lavoro ............. e non

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Termini Imerese. Notte sul tetto per i diciotto operai
Hanno passato la notte sul tetto di un capannone dello stabilimento Fiat di Termini Imerese i 18 lavoratori della Delivery Email, azienda dell’indotto che si occupa della movimentazione e della pulizia dei cassoni, che ieri hanno ricevuto la lettera di licenziamento.

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Trapani. Quattro operai su una gru
Quattro operai si sono incatenati su una gru a 20 metri di altezza e minacciano di gettarsi. Chiedono garanzie per il posto di lavoro. I lavoratori rappresentano i 42 dipendenti dell’impresa S.c.s. che si occupa di operazioni nel porto di Trapani. La società ha comunicato ieri ai sindacati che intende avviare le procedure di licenziamento. Gli operai sono già in cassa integrazione.

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OROSCOPO
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Palermo. Presidio permanente al LaboratorioZeta
Quello che segue è il comunicato del Laboratorio Zeta dopo lo sgombero di ieri. E’ in corso un presidio permanente davanti allo stabile sgomberato di via bOito.

Uno sgombero violento, una violenza grauita e scientificamente organizzata, in cui le cariche e I pestaggi avvenuti nel pomeriggio sono solo la cornice di una giornata in cui si è tolto alla città uno spazio collettivo vivo e animato da quasi 9 anni ed in cui si è tolta una casa ai rifugiati del Darfur che da quasi 6 anni condividono con lo Zetalab un’esperienza di cogestione orizzontale.
L’associazione Aspasia, il Comune di Palermo, lo Iacp e lo forze dell’ordine (presenti in gran numero e con tanta voglia di menar le mani) hanno deciso di spartirsi in parti uguali la responsabilità di un’aggressione violenta e dissennata, uno sgombero il cui obiettivo è evidentemente quello di cancellare ogni spazio di dissenso, di libertà, di gestione autonoma e diretta del proprio spazio vitale.
Sono arrivati stamattina, in grande forza e in grande numero. Hanno “preso possesso” degli spazi mentre tre di noi salivano sul tetto lì sarebbero rimasti tutta la giornata. Hanno murato ogni porta e finestra, e hanno selvaggiamente caricato, picchiato e arrestato tre cittadini solidali accusandoli di reati quali “oltraggio” e “resistenza”.
Al tempo stesso hanno dovuto prendere atto che la solidarietà della città allo Zeta non si spegne così facilmente. Centinaia di persone sono transitate oggi in via A.Boito e questa notte è stato mantenuto un presidio permanente cui ha preso parte tutta la comunità sudanese residente allo Zeta che ha deciso di non accettare soluzioni provvisorie (dalla tendopoli alla notte in locanda) e sopratutto di non abbandonare la propria casa.
Sul marciapiede di via Boito sono state montate alcune tende da campo, mentre al di là del cordone di polizia e carabinieri è rimasto un gruppo di compagni, compagne, amici dello Zeta per ribadire che noi da qui non ce ne andiamo.
Invitiamo tutti e tutte a manifestare la loro solidarietà al presidio permanente di via Boito e indiciamo un’assemblea cittadina alle ore 16 di oggi, mercoledì 20 Gennaio


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Palermo. La polizia carica il presidio davanti al Laboratorio Zeta
La polizia ha caricato due volte il presidio che si è formato fuori dal Laboratorio Zeta di Palermo per impedirne lo sgombero.
E’ stata indetta un’assemblea permanente del centro sociale proprio davanti all’edificio sgomberato. Alcuni ragazzi hanno anche deciso di montare in strada alcune tende. Sui tetti rimangono gli attivisti, mentre la polizia sta murando la struttura che ospita il centro sociale. Per questa notte i rifugiati che vi avevano trovato ospitalità hanno deciso di passare la notte nel piazzale antistante il Lab. Zeta.

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BachecaWeb
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Sciopero e presidio dei lavoratori Mediaset ..........

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Sciopero e presidio dei lavoratori Mediaset
Continueranno tutto il giorno lo sciopero e il presidio di oggi dei dipendenti Mediaset a Roma, in piazza Montecitorio. I lavoratori hanno chiesto di incontrare il loro principale e presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che non ha ancora risposto. Sono presenti il portavoce di Articolo21, Beppe Giulietti, e il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro.
«Le polemiche non ci interessano – spiega Giulietti – se una grande azienda come Mediaset ricorre alla esternalizzazione e all’estensione dell’area del precariato questo non potrà che produrre un pericoloso contagio in tutto il settore». Di Pietro si chiede: «Cosa intende fare Berlusconi per tutelare i posti di lavoro dell’azienda gestita da suo figlio Piersilvio?».

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mercoledì 13 gennaio 2010

Il Nord Est come Rosarno ....

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Il Nord Est come Rosarno

La denuncia della Cgil di Padova: «Immigrati sfruttati e sottopagati lavorano di 12 -14 ore al giorno per pochi euro, senza contratto o con contratti che non vengono rispettati. Una realtà, questa, che non è solo di Rosarno: è diffusa in modo regolare su tutto il territorio nazionale»

«Anche chi ha un contratto, in realtà viene pagato 3-4 euro l’ora. Molti vengono picchiati, altri hanno preferito tornarsene a casa». Immigrati sfruttati e sottopagati che lavorano 12, 14 ore al giorno per pochi euro, senza contratto o con contratti che, nella prassi, non vengono rispettati. Una realtà, questa, che non è solo quella di Rosarno ma purtroppo è diffusa in modo regolare su tutto il territorio nazionale».
Non fa eccezione il nord est, l’area più ricca del nostro paese. Solo in Veneto, di stranieri, comunitari e non, ce ne sono 36 mila, occupati a tempo determinato. Si tratta di quelli «regolari», quindi della punta dell’iceberg. La nazionalità più rappresentata è quella romena.
Gran parte di questi stranieri lavorano nel settore agricolo, quello, secondo la Cgil, dove lo sfruttamento è più intenso e spietato. Spiega Alessandra Stivali, responsabile del dipartimento immigrazione della Cgil di Padova, che «le condizioni degli immigrati in agricoltura, soprattutto nelle coltivazioni più diffuse, quelle di patate e radicchio, sono drammatiche e purtroppo sconosciute. Spesso si tratta di lavoratori in nero, con salari da fame. Seguiamo ancora il caso di un ragazzo marocchino che era stato assunto in un’azienda agricola: era obbligato a lavorare dodici ore al giorno, veniva pagato 4 euro all’ora e viveva nella stalla. Maltrattato e picchiato. Lui ha avuto coraggio: ha denunciato il datore di lavoro».
Si tratta, per la sindacalista, di una situazione simile in tutto e per tutto a quella di Rosarno.
«Purtroppo in agricoltura il lavoro nero è diffusissimo – spiega la sindacalista al quotidiano Il Gazzettino – ed è naturalmente difficile quantificarlo. Ma anche per gli oltre 2500 regolari, la situazione non è facile. In molti casi non vengono retribuiti secondo contratto, non percepiscono più di 3 o 4 euro all’ora, dovendo impegnarsi tutta la giornata. Hanno paura di ribellarsi, paura di perdere il permesso di soggiorno. Qualche tempo fa una ragazza romena, assunta in un’azienda agricola padovana, è scappata. Stava nell’acqua 13 ore al giorno a coltivare radicchio. Le mani corrose, una condizione disumana. Il problema è che quello dell’agricoltura è un mondo difficile da controllare anche per la molteplicità di piccole aziende che lo compongono e che non producono tutto l’anno. E con i venti di crisi attuali, la situazione è ulteriormente peggiorata: orario ridotto a condizioni disperate».

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martedì 12 gennaio 2010

Sul tetto i lavoratori della Novaceta di Magenta.......

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Sul tetto i lavoratori della Novaceta di Magenta

Sul tetto dell’impianto anche gli operai della Novaceta di Magenta [Milano], dopo tre settimane di presidio sul piazzale della fabbrica per salvare il posto di lavoro. Sono 220 i lavoratori attualmente in cassa integrazione straordinaria ad esaurimento, in previsione della mobilità. Il 18 gennaio in Provincia verrà discussa una bozza di piano industriale, che paradossalmente serve anche a bloccare anche una speculazione edilizia già paventata per quell’area.

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lunedì 11 gennaio 2010

Mediaset, scioperi e presìdi Oggi si replica ...

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Mediaset, scioperi e presìdi Oggi si replica

di Laura Matteucci

Da un lato la protesta che coinvolge tutti i lavoratori, dall’altro le contromosse dell’azienda nel tentativo di tamponare le falle: va in onda oggi il secondo giorno del primo sciopero del gruppo Mediaset contro l’ipotesi di esternalizzazione di alcuni reparti, che i sindacati leggono come la prima tappa di un processo di ristrutturazione molto più ampio. I presidi di ieri, sia davanti agli studi di Roma sia di Cologno Monzese, si ripeteranno anche oggi (verrà coinvolto anche il personale amministrativo, ieri assente), così come l’astensione dal lavoro dei dipendenti, che ha già procurato non pochi guai alle tv del Cavaliere.

La trasmissione della domenica condotta da Barbara D’Urso, di solito in diretta, è andata in onda registrata, per Controcampo è stata organizzata una «trasferta» dagli studi milanesi a Torino, con un’unità organizzata per l’occasione, sul digitale terrestre si è registrato qualche problema di audio. Nel palinsesto Mediaset di oggi la protesta sarà anche più visibile: Rita Dalla Chiesa, che conduce Forum, solidarizza con i lavoratori e manderà in onda una puntata di repertorio, la puntata quotidiana di Striscia sarà semplificata, senza sigla nè balletti, e anche per la serata del Grande fratello si prevedono disguidi e riduzioni di servizi. Nota stonata, una lunga intervista rilasciata al Tg5 da Renata Polverini, candidata alla Regione Lazio e dirigente sindacale (dell’Ugl). «Fa davvero specie sia andata in onda - dice Vincenzo Vita, senatore Pd - È una vertenza delicata che merita il massimo sostegno da parte di chi ha a cuore la tutela dei diritti in un gruppo dove non è stato fin qui così ovvio scioperare. Forse distratta, certo la Polverini poteva evitare una simile gaffe».

L’azienda, nel frattempo, dopo settimane di silenzio ha battuto un colpo, diffuso una nota per «rassicurare i dipendenti», e soprattutto ha convocato i sindacati giovedì prossimo per discutere la vertenza (ma non ha lasciato entrare negli studi i dipendenti, che volevano verificare le eventuali sostituzioni).

Il tempo stringe. Dal primo febbraio, infatti, secondo i piani della proprietà, verrà avviata la cessione a Pragma Service delle attività di sartoria, trucco e acconciatura, 56 addetti di cui 26 a Cologno, 4 a Milano Due e 26 a Roma. Da qui la protesta, indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, che coinvolge l’intero gruppo. Al Tg5 è stato letto un comunicato di solidarietà da parte del Comitato di redazione, che condivide «il timore dei colleghi di Videotime-Mediaset che il progetto di cessione sia l’inizio di un processo di affidamento di lavoro in appalto, che potrebbe coinvolgere altri settori, sedi o attività del gruppo».

«Lo sciopero sta registrando importanti adesioni: non era scontato e questo è un primo grande successo», dice Emilio Miceli, segretario generale Slc Cgil. Che accusa l’azienda di «usare anche mezzi dubbi sul piano della legittimità, tali da rendere possibile il ricorso per attività antisindacale: collaboratori occasionali mobilitati, dirigenti e quadri comandati a mansioni diverse, per raffigurare una normalità che non c’è nè nei tg, dove ci sono stati diversi interventi telefonici e non da video, nè nel format pomeridiano, pre registrato». «Quello che chiediamo all’azienda è di fermare la cessione, che rischia di essere dannosa sul piano della qualità ed ininfluente sul piano dei costi».

Il punto, ovviamente, è quello di bilancio. A dispetto delle proclamazioni di ottimismo di Berlusconi e dell’ostinata negazione della crisi più seria dal dopoguerra, anche le tv del premier accusano il colpo, e segnalano un calo della redditività (rimasta comunque intorno al 15%). Da qui, la mossa più facile: tagliare sui costi del personale «cedendolo» ad un’altra società. I classici due piccioni: si riducono i costi e non si può parlare di licenziamenti veri e propri.



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BachecaWeb
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giovedì 7 gennaio 2010

Fiat, «cordata» per Termini Imerese...

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Fiat, «cordata» per Termini Imerese
Nei piani della Fiat, lo stabilimento di Termini Imerese [Palermo] dal 2012 non produrrà più auto. E’ di oggi la notizia che si starebbe lavorando a una «cordata» di imprenditori capeggiata dal finanziere siciliano Simone Cimino per salvare l’impianto. Per cominciare, ci sarebbero i fondi pubblici della Regione Siciliana.

SOLDI PUBBLICI X IMPRESA PRIVATA ???????????????????
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