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lunedì 14 marzo 2011

Pastori sardi, Chi è Stato


Pastori sardi: Chi è Stato?





Duecento pastori sardi sbarcano a Civitavecchia per portare la loro protesta a Roma. Bloccati nel porto, scontri con la polizia.

Gli scontri a Civitavecchia del 28 dicembre tra pastori sardi e polizia continuano a tenere banco all’interno del Movimento guidato da Felice Floris. Si cercano risposte, chiarimenti. La volontà è quella di capire il perchè di quel divieto a manifestare, di quel sopruso attuato dalle forze dell’ordine nei confronti dell’inerme delegazione del Mps.
Dopo le insoddisfacenti, se non inesistenti, spiegazioni adombrate dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni, per i pastori sardi è subito pronta un’altra bastonata proveniente ancora una volta da Roma. Non sarà l’inquilino del Viminale, però, a mortificare l’intera comunità isolana, ma un suo collaboratore. Il senatore leghista Michelino Davico, nonché sottosegretario all’Interno, ha risposto giovedì all’interrogazione parlamentare presentata dal senatore sardo del Pd, Francesco Sanna, ribadendo chiaramente che “non vi è stata alcuna violazione dei principi costituzionali da parte delle forze di polizia che hanno applicato la normativa vigente impedendo il realizzarsi di ulteriori illegalità”.
Peccato, invece, che a porre in atto una violazione di legge palese quel giorno siano stati proprio gli agenti di polizia che sequestrarono a tutti gli effetti i circa 200 manifestanti sbarcati nella Penisola, con l’aggiunta della ormai consueta dose di manganellate sponsorizzata dallo Stato. Davico, però, non è dello stesso parere. Anzi, “la gestione del servizio di ordine pubblico è stata condotta con prudenza ed equilibrio, secondo un modulo operativo già sperimentato con successo”. L’uso della forza, appunto, anche nei confronti di donne e bambini, come testimoniato dai coinvolti nella vicenda. Un metodo di intervento dai risultati sicuri, sottolinea il sottosegretario della Lega Nord. Provate a chiedere ai terremotati abruzzesi, umiliati più volte da uno Stato che oltre a essersi dimenticato la loro esistenza, li manganella se solo si azzardano a manifestare il loro malcontento.

L'aula del Parlamento
La parte migliore dell’intervento, poi, arriva quando Davico cerca di scaricare le colpe della mancata giornata di protesta sugli stessi pastori sardi: “Voglio richiamare alcune scelte operate dalle forze di polizia durante la giornata del 28 dicembre, quali la proposta, fatta ai dimostranti e da questi rifiutata, di tenere una manifestazione a Civitavecchia”. Chiaro. Secondo il senatore leghista sarebbe addirittura opportuno che lo Stato si arrecasse il diritto di selezionare i luoghi in cui i cittadini possano rendere pubblico il loro dissenso, e pazienza se una manifestazione a Civitavecchia, piuttosto che a Roma di fronte al Ministero dello Sviluppo Economico o dell’Agricoltura, possa suscitare un’attenzione qualche milione di volte inferiore. Maggiore è l’importanza della serenità dei nostri governanti.
Il senatore Sanna ha risposto citando l’articolo 17 della Costituzione, quello che sancisce la libertà di riunione e di associazione, un diritto che non può essere negato preventivamente a nessuno: “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi e possono circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”.
Ancora una volta, quindi, è stata negata ai pastori sardi una valida ricostruzione dei fatti avvenuti il 28 dicembre. Gli accertamenti delle autorità preposte si sostanziano nella solita difesa d’ufficio che ritrae le forze dell’ordine come innocenti a prescindere. Non siamo nuovi a casi di questo tipo: Maroni in circa tre anni di governo è riuscito a prendere le difese di tutti, dagli agenti imputati per i disastri del G8 di Genova, ai vertici della Questura di Via Fatebenefratelli a Milano, quelli che si adoperarono per il rilascio di “Ruby Rubacuori”, la giovane marocchina i cui racconti fanno dormire sogni poco sereni al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Lo Stato ha sempre ragione, i cittadini sempre torto. Questo è il messaggio che traspare dalle ricorrenti posizioni assunte dal Ministro dell’Interno Maroni, che anche in questo caso niente ha fatto per verificare le reali responsabilità sull’accaduto.
Una mancanza istituzionale che, unita a quelle più che note dei vari Cappellacci, Prato e affini, ha portato il Movimento pastori sardi a visitare pacificamente il Vaticano durante l’udienza papale del 2 marzo, intonando un’Ave Maria in limba sarda come saluto al Pontefice. La consapevolezza, ormai, è che per ottenere un esito favorevole per la vertenza sia necessario un intervento divino. Quello delle nostre istituzioni, sempre che ci sia mai stato, non basta.

http://www.isoladeicassintegrati.com/2011/03/14/pastori-sardi-chi-e-stato/


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