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martedì 27 settembre 2011

BLOG DI CIPIRI: Proteste su blog e social network contro la cosidd...

Proteste su blog e social network contro la cosiddetta norma ammazza blog


Il web in rivolta contro la norma

"ammazza blog"




BLOG DI CIPIRI: Proteste su blog e social network contro la cosidd...: Il web in rivolta contro la norma "ammazza blog" In 32mila protestano su Facebook di Redazione Proteste su blog e social n...

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lunedì 26 settembre 2011

BLOG DI CIPIRI: Fermiamo l'acquisto dei cacciabombardieri JSF

Fermiamo l'acquisto dei cacciabombardieri JSF


Fermiamo l'acquisto dei cacciabombardieri


"Fermiamo l'acquisto dei cacciabombardieri JSF". E' l'appello lanciato dalla campagna Sbilanciamoci!al Parlamento italiano che in questi giorni è chiamato ad esprimersi sulla prosecuzione del programma per l'acquisto di 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighters (JSF-F35) che impegnerà il nostro paese fino al 2026 con una spesa di quasi 14 miliardi di euro.


BLOG DI CIPIRI: Fermiamo l'acquisto dei cacciabombardieri JSF: Fermiamo l'acquisto dei cacciabombardieri "Fermiamo l'acquisto dei cacciabombardieri JSF". E' l' appello lanciato dalla ca...

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BLOG DI CIPIRI: Campagna per i diritti di cittadinanza e il diritt...

Campagna per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto per le persone di origine straniera


Campagna per i diritti di cittadinanza

e il diritto di voto

per le persone di origine straniera



1° OTTOBRE GIORNATA NAZIONALE DI RACCOLTA FIRME NELLE PIAZZE D’ITALIA.
Invitiamo tutte le realtà a promuovere i comitati locali e ad attivare banchetti e iniziative nelle città.



Campagna per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto per le persone di origine straniera



Oggi nel nostro Paese vivono oltre 5 milioni di persone di origine straniera. Molti di loro sono bambini e ragazzi nati o cresciuti qui, che tuttavia solo al compimento del 18° anno di età si vedono riconosciuta la possibilità di ottenere la cittadinanza, iniziando nella maggior parte dei casi un lungo percorso burocratico. Questo genera disuguaglianze e ingiustizie, limita la possibilità di una piena integrazione, disattende il dettato costituzionale (art. 3) che stabilisce l’uguaglianza tra le persone e impegna lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno raggiungimento.


La campagna nazionale è promossa da 19 organizzazioni della società civile: Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Tavola della Pace e Coordinamento nazionale degli enti per la pace e i diritti umani, Terra del Fuoco, Ugl Sei e dall’editore Carlo Feltrinelli. Presidente del Comitato promotore è il Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio.

FIRMA QUI :

http://www.litaliasonoanchio.it/index.php?id=537





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mercoledì 21 settembre 2011

Rinnoviamo il contratto nazionale FIOM-CGIL


Rinnoviamo il contratto nazionale

Attivo delegati FIOM-CGIL Lombardia







Ora
giovedì 29 settembre · 9.30 - 13.30

Luogo
Camera del Lavoro di Milano - c.so di Porta Vittoria, 43 - Milano

Creato da

Maggiori informazioni
introduce: Mirco Rota Segretario Generale FIOM-CGIL Lombardia

intervengono: Delegate e delegati FIOM-CGIL delle aziende
metalmeccaniche lombarde

partecipa: NINO BASEOTTO Segretario Generale CGIL Lombardia

conclusioni: MAURIZIO LANDINI Segretario Generale FIOM-CGIL Nazionale

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www.fiom.lombardia.it
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Attivo del 29 Settembre.Il programma, i relatori [...]
29/09/2011 


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sabato 17 settembre 2011

BLOG DI CIPIRI: giusto introdurre un salario minimo in Italia

giusto introdurre un salario minimo in Italia


T. BOERI, R. PEROTTI
Meno pensioni, più welfare

Perché è giusto introdurre un salario minimo in Italia


Il salario minimo deve esclusivamente proteggere le categorie più a rischio di emarginazione e sfruttamento e non rappresentate. I salari di imprese operanti nel medesimo settore, ma in regioni diverse potrebbero così differenziarsi maggiormente in base alle condizioni del mercato del lavoro e ai livelli di produttività, favorendo l’occupazione nelle regioni del Mezzogiorno e l’uscita dal sommerso. Non deve essere usato invece come surrogato di altri strumenti contro la povertà, che nel nostro paese colpisce soprattutto chi un lavoro non ce l’ha.
Sebbene un istituto di questo tipo esista in quasi tutti i paesi europei, in Italia si è sempre parlato poco del salario minimo, per i motivi ben evidenziati nell'intervento di Pietro Ichino. Una delle tante lezioni delle recenti vicende di Melfi è che è giunto il momento di parlarne di più.
È importante chiarire lo scopo del salario minimo. A nostro avviso, il salario minimo deve esclusivamente proteggere le categorie più a rischio di emarginazione e sfruttamento e non rappresentate, per le quali l'alternativa sarebbero salari ancora più bassi e ancora meno tutele nel sommerso. Un uso diverso del salario minimo, che interferisca in modo sostanziale con il funzionamento del mercato del lavoro di altre categorie già ben rappresentate, avrebbe effetti deleteri sull'occupazione.
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mercoledì 14 settembre 2011

Fiat chiude l'Irisbus




La Fiat chiude l'Irisbus e manda per strada centinaia di lavoratori. Cgil: la Fiat ripaga il Paese chiudendo gli stabilimenti



Non avremmo mai voluto dare una notizia così drammatica. L'attività dello stabilimento Irisbus di Valle Ufita cesserà. Questo quanto ha stabilito la Fiat dopo la rinuncia del Gruppo Dr all'acquisto della fabbrica. Irisbus Italia, società dell'Iveco, spiega che «di fronte all'impossibilità di portare a termine l'unica soluzione individuata, che consentiva l'avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale ed industriale per assicurare continuità al sito, l'azienda sarà costretta, suo malgrado, ad avviare le procedure consentite dalla legge per cessare le attività dello stabilimento». La società poi trova una scusa inaccettabile e se la prende con chi ha 'strumentalizzato' la vicenda perché, a suo dire, avrebbe compromesso la verifica della «nuova soluzione industriale delineata, che avrebbe garantito prospettive di occupazione e di reddito». Nella nota la società spiega anche i motivi economici che hanno determinato una scelta così tragica: abbiamo subito «molto duramente gli effetti della grave crisi che ha colpito il mercato degli autobus urbani in Italia, le cui immatricolazioni si sono drammaticamente ridotte. Ciò ha determinato una progressiva e costante contrazione dei volumi produttivi dello stabilimento, che sono passati dai 717 veicoli del 2006 ai soli 145 autobus, di cui meno di 100 urbani, dei primi sei mesi del 2011. Due mesi di approfondimenti ed incontri, anche mediante l'istituzione di tavoli tecnici ad hoc, hanno confermato che la situazione attuale delle gare e le previsioni per il medio periodo continuano ad evidenziare un trend di forte contrazione della domanda, peraltro fortemente condizionata, nell'attuale congiuntura, dalla scarsità di fondi pubblici, che non consente di mantenere un'offerta competitiva e di proseguire l'attività industriale dello stabilimento di Valle Ufita».

La Cgil attacca duramente: «Come previsto la Fiat non attende un secondo per creare ulteriore tensione nello stabilimento Irisbus della Valle Ufita annunciando la cessazione dell'attività e le procedure conseguenti». Per il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, «adesso in questa situazione c'è bisogno che il governo si assuma tutte le responsabilità: palazzo Chigi convochi l'incontro nel più breve tempo possibile e rifletta sul favore che fa con l'articolo 8 alla Fiat che ripaga il Paese con la chiusura di uno stabilimento importante, l'unico che produce autobus in Italia».


http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=17568&catid=36&Itemid=68


ML.
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CROTONE, A 56 METRI D’ALTEZZA, OPERAI IN PROTESTA PER IL POSTO DI LAVORO


 

CROTONE

A 56 METRI D’ALTEZZA

OPERAI IN PROTESTA

PER IL POSTO DI LAVORO




CROTONE: A 56 METRI D’ALTEZZA, OPERAI IN PROTESTA PER IL POSTO DI LAVORO CHE NON C’E’

 

Sono ancora a 56 metri di altezza, su una torre della centrale a biomasse Eta di Cutro di proprietà del gruppo Marcegaglia, gli operai in protesta, mentre sotto i loro figli piccoli e le madri si sono incatenati al cancello dello stabilimento per supportarli. Prosegue in questo modo la manifestazione, iniziata ieri mattina, dei 24 operai sui 44 dipendenti della centrale, tutti in cassa integrazione dal maggio scorso, che denunciano la loro situazione di precarietà lavorativa e le loro preoccupazione sul futuro dello stabilimento.
Due degli operai sulla torre, dove ci sono oltre 40 gradi di temperatura, hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Uno ha ricevuto un colpo accidentale alla mano, mentre l’altro ha accusato un malore per il gran caldo. Le loro condizioni, comunque, sono buone e stanno proseguendo la protesta insieme ai compagni di . Da Crotone sentiamo Mimmo Basile, segretario generale della Filcem Cgil di Crotone. Ascolta

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venerdì 9 settembre 2011

ENERGIAINFINITA: Fukushima , I lavoratori della centrale si nascond...

Fukushima , I lavoratori della centrale si nascondono per morire




Fukushima

I lavoratori della centrale

si nascondono per morire



Ma non tutti, un uomo misterioso, in tuta di radioprotezione, ha tentato di forzare il blocco, rimanendo fisso 15mn davanti ad una delle telecamere che filmano in diretto i reattori danneggiati. Che cosa voleva farci capire questo uomo col suo dito puntato su di noi? Le rivelazioni fatte dall'ex-primo ministro Kan Naoto e dalle famiglie ed amici dei lavoratori fanno chiarezza su una situazione drammatica che le autorità cercano disperatamente di nascondere agli occhi del mondo.




ENERGIAINFINITA: Fukushima , I lavoratori della centrale si nascond...: Fukushima I lavoratori della centrale si nascondono per morire Ma non tutti, un uomo misterioso, in tuta di radioprotezione,...
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giovedì 8 settembre 2011

SCIOPERO


VOGLIO UNO SCIOPERO

Voglio uno sciopero dove incontrarci tutti.
Uno sciopero di braccia, di gambe, di capelli,
uno sciopero che nasca in ogni corpo.
Voglio uno sciopero
di operai, di colombe
di autisti, di fiori
di tecnici, di bambini
di medici, di donne.
Voglio un grande sciopero,
che arrivi sino all'amore.
Uno sciopero dove si fermi tutto,
l'orologio, le fabbriche
lo stabilimento, le scuole
l'autobus, gli ospedali
la strada, i porti.
Uno sciopero di occhi, di mani, di baci.
Un grande sciopero dove non sia permesso respirare,
uno sciopero dove nasca il silenzio
per ascoltare i passi
del tiranno che si allontana.
 
(Gioconda Belli)

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martedì 6 settembre 2011

Articolo 18, ecco cosa cambia





Articolo 18

ecco cosa cambia




Una scheda per comprendere quali saranno le differenze in caso di approvazione delle modifiche

Eccoli, i cambiamenti. Quando l’articolo 8 della manovra di Silvio e Giulio diventerà legge il diritto del lavoro italiano subirà molti cambiamenti: il contratto di prossimità introduce un diritto alla deroga e una specie di federalismo contrattuale, che regala molto potere ai delegati sindacali all’interno delle aziende. Il Fatto quotidiano ci spiega cosa cambia per piccole, medie e grandi imprese:



LE GRANDI:

Per le grandi aziende, dove più frequente è la presenza delle Rsu e del sindacato, la norma varata dal Senato potrebbe avere l’impatto minore. Anche se l’esperienza recente fa pensare il contrario. Del resto, la norma è ritagliata sul modello Fiat. Pomigliano e Mirafiori avrebbero dovuto essere delle eccezioni e invece sono diventate legge. Il diritto di licenziare, aggirando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, è solo una delle possibilità che la manovra consente perché nel comma 2 dell’articolo 8 l’elenco delle materie “deroga bili” è ben più lungo è importante: orario di lavoro, mansioni, turnistica, modalità di assunzione fino al controllo mediante apparecchi audiovisivi. Basterà che la maggioranza delle Rsu dei sindacati firmatari dell’accordo (così sembra dalla lettura letterale del testo) dia parere favorevole e “le disposizioni di legge” così come “le regolamentazioni contrattuali” e “c o n t ra t t u a – li” vengono modificate e applicate diversamente. La legge incorpora anche l’accordo del 28 giugno a riprova della volontà di coinvolgere i sindacati che, come sostiene il senatore Ichino, dovrebbero tutelare maggiormente. Secondo la Cgil, però, l’accordo è vanificato proprio per il fatto di garantire deroghe alla legge, mentre l’intesa le permetteva solo rispetto al contratto nazionale a sua volta indicato come la fonte primaria degli accordi collettivi. Ora, contratto nazionale e contratto aziendale vengono di fatto parificati con evidente svuotamento del primo da parte del secondo.




LE MEDIE:
N elle medie aziende le novità sono analoghe alle grandi. I contratti nazionali e le leggi potranno essere derogate, con accordi aziendali oppure con accordi territoriali per zone omogenee (si pensi al nord-est, ad esempio). Nel loro caso, però, essendo meno presenti le Rsu – per lo più diffuse nelle grandi aziende – sarà particolarmente rilevante il ruolo dei delegati nominati dal sindacato di appartenenza a cui viene conferita una responsabilità pesante. Proprio l’ampiezza delle materie oggetto della norma permette questa analogia perché per molte di queste – mansioni, audiovisivi, orario di lavoro – non c’è distinzione tra grande e piccola impresa.




LE PICCOLE:

Secondo i giuslavoristi proprio nelle piccole ci sarà la spinta a una maggiore contrattazione in deroga. E se è vero che per quanto riguarda l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non si sentirà alcuna differenza, per quanto riguarda le norme sul mansionamento, sulla disciplina dei contratti a termine, sulle collaborazioni, sugli orari, in cui la disciplina è analoga alle altre imprese, le modifiche possono essere stravolgenti. Per la semplice ragione che, molto spesso, nelle piccole imprese il sindacato non c’è o, se c’è, è rappresentato da uno o due delegati nominati. Per chi si occupa di diritto del lavoro è facile prevedere che su di essi si scaricherà una pressione enorme così come sarà facile avere sindacati di comodo che possono firmare qualunque deroghe alle tutele. I delegati, di fronte alle richieste aziendali e magari di fronte alla minaccia di chiusura o di delocalizzazione, si sentiranno in dovere di firmare qualunque cosa. Il problema potrebbe essere aggirato con la firma di accordi territoriali che coinvolgano le aziende di una determinata zona. Ma la norma non impedisce che di fronte a tali accordi se ne possano siglare altri più limitati a una sola azienda. In tal modo, sostengono gli avvocati del lavoro, la contrattazione non è più controllabile, anche la possibilità di impugnare un licenziamento si fa molto, molto più difficile.
LEGGI ANKE :

http://cipiri5.blogspot.com/2011/09/manovra-passa-la-liberta-di-licenziare.html


http://www.giornalettismo.com/archives/144945/articolo-18-ecco-cosa-cambia/
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lunedì 5 settembre 2011

Manovra, passa la libertà di licenziare







Manovra, passa la libertà di licenziare




Arriva anche la svolta nella contrattazione, nella disciplina dei licenziamenti e dell'art.18. Con la manovra arriva la possibilità di derogare con i contratti aziendali e territoriali ai contratti nazionali ed alla legge. Anche sul licenziamento (ad eccezione per quello discriminatorio, per matrimonio o per gravidanza) e, quindi, all'art.18 dello Statuto dei lavoratori, la legge 300 del 1970 che impone, per le aziende sopra i 15 dipendenti, il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo. 

Arriva anche la svolta nella contrattazione, nella disciplina dei licenziamenti e dell'art.18. Con la manovra arriva la possibilità di derogare con i contratti aziendali e territoriali ai contratti nazionali ed alla legge. Anche sul licenziamento (ad eccezione per quello discriminatorio, per matrimonio o per gravidanza) e, quindi, all'art.18 dello Statuto dei lavoratori, la legge 300 del 1970 che impone, per le aziende sopra i 15 dipendenti, il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo.

Ora, con le modifiche apportate dalla maggioranza in commissione Bilancio al Senato all'art.8 del decreto, un accordo a livello aziendale o territoriale, raggiunto a maggioranza dai sindacati più rappresentativi, sarà sufficiente anche per licenziare.

Attacca il leader della Cgil, Susanna Camusso: «Il governo autoritario annulla il contratto collettivo nazionale di lavoro e cancella lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'art.18, in violazione dell'art.39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama».

Replica il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo cui si danno «utilissimi elementi per la più certa interpretazione delle rilevanti novità» relative ai contratti aziendali e territoriali: «È inequivoco che non possono modificare le norme di rango superiore come i fondamentali principi costituzionale o di carattere comunitario e internazionale».

Dunque, aggiunge, «non ha senso parlare di libertà di licenziare o usare altre semplificazioni che non corrispondono, neppure lontanamente, alla oggettività della norma». Perchè, spiega, le intese «possono solo preferire la sanzione del risarcimento a quella della reintegrazione per quelli cui non è stata riconosciuta la giusta causa». Cisl e Uil intervengono sottolineando il fatto che venga precisato che solo i sindacati comparativamente più rappresentativi possano siglare intese a livello aziendale, come stabilito nell'accordo interconfederale, unitario, del 28 giugno scorso, evitando la costituzione di sindacati di «comodo».

La Cgil, invece, promette battaglia: «Non rinunceremo a nessuno strumento per cancellare l'articolo 8», dice Camusso, per la quale le ragioni dello sciopero contro la manovra di martedì prossimo «crescono di minuto in minuto».

IL TESTO DELL'EMENDAMENTO
Dopo il comma 2 è inserito il seguente: «2-bis. Fermo restando il rispetto della Costituzione, nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro, le specifiche intese di cui al comma 1 operano anche in deroga alle disposizioni di legge che disciplinano le materie richiamate dal comma 2 ed alle relalive regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro e beneficiano della applicazione della imposta sostitutiva del 10 per cento sulle componenti accessorie della retribuzione ai sensi della normativa vigente».

In sostanza il testo rende eplicito ciò che l'articolo 8 del decreto di Ferragosto già lasciava intendere in modo implicito: gli accordi aziendali potranno riguardare anche materie come la cessazione del rapporto di lavoro a meno che il provvedimento non sia discriminatorio o relativo a maternità e malattia.

DURA CAMUSSO
«Le modifiche della maggioranza di governo all'articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama». Così la leader della Cgil, Susanna Camusso, sul nuovo art.8 della manovra che esplicita per gli accordi aziendali e territoriali la possibilità di derogare alla legge ed ai contratti nazionali, anche sul licenziamento. «Il governo autoritario distrugge autonomia delle parti», aggiunge.

«Il governo sconfitto sulle pensioni vuole ora distruggere l'autonomia e l'autorevolezza del sindacato e, così come per le pensioni, i segretari di Cisl e Uil non si accorgono di quello che sta succedendo e parlano d'altro», afferma Camusso. La segretario generale della Cgil sottolinea «ancora una volta il comportamento autoritario del governo che interviene sull'autonomia contrattuale delle parti con una scelta - dice - senza precedenti nella storia della nostra Repubblica».

Per il numero uno di Corso d'Italia, inoltre tali previsioni «negano il principio di rappresentatività che non può che essere dato dall'iscrizione al sindacato e dal voto dei lavoratori che viene invece escluso dalle modalità previste dall'articolo 8». «Nessuno - aggiunge Camusso - ci racconti che quell'articolo è coerente con l'ipotesi di accordo del 28 giugno con Confindustria che aveva come cardini il ruolo del contratto collettivo nazionale di lavoro e la misura della rappresentatività connessa al voto dei lavoratori: tanto che in assenza del voto dei rappresentanti sindacali si rendeva per la prima volta obbligatorio, in un accordo con le controparti, il voto dei lavoratori».

La Cgil «non rinuncerà a nessuno strumento per cancellare l'articolo 8» sulla contrattazione aziendale, previsto dalla manovra anti-crisi del governo. Lo ha ribadito a Pesaro, la segretaria generale Susanna Camusso, a margine di un confronto con l'ex presidente del Senato ed ex segretario della Cisl, Franco Marini, nell'ambito della Festa democratica nazionale. «Le modifiche che hanno introdotto al già pessimo e da stralciare articolo 8 - ha detto Camusso - sono modifiche che mettono in discussione il contratto nazionale di lavoro e lo Statuto dei lavoratori, non solo l'articolo 18, ma tutto lo Statuto. Violano un principio costituzionale fondamentale, che è quello dell'uguaglianza dei lavoratori e dell'uguaglianza della loro retribuzione e dei loro diritti».

BERSANI: IRRESPONSABILI
«Abbiamo un governo avventurista e irresponsabile che in un momento difficilissimo per il Paese pensa di ricavare qualche soddisfazione provocando rotture e divisioni nel corpo sociale. Quel che è avvenuto oggi sull'articolo 8 deve essere rimediato in Parlamento: si torni all'accordo del 28 giugno e si parta da lì per una stagione nuova di concertazione, per uno sforzo comune volto ad affrontare la crisi». Lo afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.

Il Pd ha votato contro le modifiche peggiorative all'articolo 8. Solo sull' emendamento del governo che ha accettato di introdrre il riferimento all'accordo del 28 giugno tra le parti sociali, i senatori Morando e Lusi hanno scelto l'astensione.

«Le modifiche che la maggioranza apporta al testo dell'articolo 8 dimostrano in modo lampante che il Pd avesse ampiamente ragione a denunciare la portata devastante di questo articolo che è una vera e propria destrutturazione del diritto del lavoro, a partire dalla possibile cancellazione in un contratto aziendale dell' articolo 18 della Statuto dei lavoratori - una pura follia giuridica e politica -per arrivare alla messa in discussione di altri diritti fissati per Legge, Costituzione e convenzioni internazionali comprese». È la dichiarazione del senatore del Pd Achille Passoni, membro della Commissione Lavoro.

LE ALTRE MISURE
Via il contributo di solidarietà, tagli più leggeri per gli enti territoriali, giro di vite sull'evasione fiscale. Ma salta l'obbligo di indicare in dichiarazione il nome della banca. E ancora: salve le feste laiche e la 13/a degli statali. Contratti aziendali in deroga alle leggi e recupero delle somme non pagate del vecchio condono tombale.

Restano anche i mini-enti della ricerca e cultura. Sono alcune delle novità introdotte nella manovra nel passaggio alla Commissione Bilancio del Senato. Martedì il decreto arriverà in Aula praticamente blindato, anche se sulla eventuale fiducia ancora nulla è stato deciso. Ma ecco le novità del primo giro di boa parlamentare della manovra di Ferragosto.

VIA IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ. Salve le buste paga dei manager privati e dei calciatori, mentre il taglio agli stipendi (5% oltre i 90.000 euro e 10% oltre i 150.000) resta per pubblici dipendenti e pensionati. ù

SALVE FESTE LAICHE. Il Primo Maggio, il 25 aprile e il 2 giugno non verranno accorpate alla domenica. Niente da fare invece per le feste patronali: resta solo quella di Roma.

MENO TAGLI A ENTI LOCALI, DI PIÙ AI MINISTERI. Il gettito, circa 1,8 mld, atteso dalla cosiddetta 'Robin Hood Tax', l'addizionale sulle imprese energetiche andranno a alleggerire integralmente i tagli agli enti territoriali, e non più per metà a loro e per metà ai ministeri. -

MANETTE AI GRANDI EVASORI. Niente sospensione condizionale della pena se sono stati evasi oltre 3 milioni di euro.

CONTO CORRENTE SU UNICO. Salta la norma che obbligava a indicare il nome della banca.

LISTE NERE CONTRIBUENTI. L'Agenzia delle Entrate potrà attraverso gli intermediari finanziari stilare liste di contribuenti da mettere sotto controllo in via preventiva.

DICHIARAZIONI ON LINE. I Comuni potranno pubblicare sui loro siti i dati relativi alle dichiarazioni ma solo in forma aggregata, per categorie. Via libera cioè alla pubblicazione ma senza nominativi, compariranno solamente per aggregati e categorie. 

LOTTA EVASIONE COMUNI. Passa dal 50% al 100% l'incasso dei frutti della lotta all'evasione messa in campo con la collaborazione del Comune.

STRETTA SULLE COOP. Si alleggeriscono le agevolazioni e gli utili peseranno di più sulla base imponibile.

PIÙ TASSE A SOCIETÀ DI COMODO. Arriva un'addizionale del 10,5% e una serie di norme restrittive.

BARCA SOCIETÀ ENTRA IN REDDITOMETRO. Più controlli sui beni delle società usati da soci o familiari. Dalle barche alle auto entreranno nel 'redditometrò.

RIFORMA UFFICI GIUDIZIARI. Vengono riorganizzati i tribunali.

PICCOLI COMUNI, VERSO UNIONI. Niente giunte per i Comuni sotto i 1.000 abitanti e accorpamenti attraverso le Unioni. Meno assessori anche nei Comuni oltre questa soglia ma sempre di piccola taglia. Riunioni, «preferibilmente» di sera.

PROVINCE, RINVIATO TAGLIO, DIMEZZATI CONSIGLIERI. Salta il taglio delle Province con meno di 300.000 abitanti; la partita è rinviata ad un ddl costituzionale. Confermato invece il dimezzamento dei consiglieri provinciali.

INCOMPATIBILITÀ, VALE ANCHE PER PARLAMENTO UE. Cambia la norma sulle incompatibilità tra carica parlamentare e altre cariche elettive. Si estende anche ai parlamentari europei in quota italiana.

SALVI FAS REGIONALI. Esclusi dalla clausola di salvaguardia che prevedeva un loro taglio se i ministeri non raggiungeranno nel 2012 i 6 miliardi di euro di risparmi.

SALVA 13/A STATALI. Come clausola di salvaguardia, in caso di mancati risparmi da parte ei ministeri, ci sarà il taglio del 30% dei premi di produzione dei dirigenti responsabili.

SALVI MINI-ENTI RICERCA E CULTURA. Non verranno soppressi con le istituzioni con meno di 70 dipendenti. -

BOLLO MONEY TRANSFER. L'imposta è pari al 2% trasferito con ogni singola operazione, con un minimo di prelievo pari a 3 euro. Sono esenti dall'imposta i trasferimenti effettuati da persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale.

RECUPERO CONDONO 2002. Il Fisco potrà recuperare coattivamente le somme non riscosse dal condono tombale del 2002, entro il termine perentorio del 31 dicembre 2011.

FARMACIE. La manovra economica salva il numero chiuso per le farmacie, limitando per questo settore la liberalizzazione. -

LOTTA EVASIONE PER CALO TASSE. Le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione a partire dal 2015 saranno destinate alla riduzione della pressione fiscale.

SPENDING REVIEW. Via libera alla revisione della spesa pubblica. La norma impegna il ministro dell'Economia a presentare al Parlamento entro il 30 novembre 2011 un programma per la riorganizzazione della spesa pubblica.

SUPER-INPS. Tra gli obiettivi di revisione della spesa c'è l'accorpamento degli enti della previdenza pubblica, andando così verso un 'super-Inps'.



 http://www.unita.it/economia/manovra-passa-la-liberta-di-licenziare-1.328811

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venerdì 2 settembre 2011

CGIL mobilitazione del 6 settembre




La CGIL si prepara alla mobilitazione del 6 settembre



 http://www.cgil.it/petizione/default.aspx
Alle ore 12:32 del 02/09/2011 hanno firmato la petizione per salvare le festività civili e laiche 67287 cittadine e cittadini
G.Epifani Camusso, rafforzate le ragioni dello Sciopero Generale
La CGIL si prepara alla mobilitazione del 6 settembre: "in gioco c'è il futuro del Paese". Per Camusso il 'vertice di Arcore' "ha solo accentuato il carattere di iniquità della manovra" » Pagina Speciale
» SPOT: VIDEO - AUDIO
» Adesioni e Manifestazioni
» La CGIL si prepara allo Sciopero Generale
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» Appello giuslavoristi contro art.8 - Oltre 60mila firme per salvare le feste civili e laiche, Firma anche tu
» Racconta il tuo Sciopero Generale con un SMS


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giovedì 1 settembre 2011

BANNER: Job&Save Meeting Point , TROVA E OFFRE LAVORO


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