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venerdì 13 settembre 2019

Incidenti e Formazione più Controlli sul Lavoro

Incidenti e Formazione più Controlli sul Lavoro

Lavoro e Incidenti una vera Emergenza Nazionale

I quattro lavoratori morti oggi in un’azienda agricola in provincia di Pavia si aggiungono al lungo elenco di caduti sul lavoro. Una tragedia insopportabile in una nazione civile come l’Italia. Siamo di fronte a una vera emergenza nazionale da fronteggiare con ogni mezzo.

Il nuovo governo ha tra i suoi punti programmatici un piano strategico di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, assicurando livelli elevati di sicurezza e di tutela della salute. È indispensabile che esso diventi uno delle priorità assolute del nuovo Governo.

Incidenti e Formazione più Controlli sul Lavoro


La Cgil torna a chiedere prevenzione, formazione e una vera cultura della sicurezza da parte delle aziende e di tutte le istituzioni preposte ai controlli

Il gravissimo incidente mortale sul lavoro avvenuto oggi, con il pesante bilancio di quattro morti, ci riporta a quello che è un quotidiano bollettino di una guerra non dichiarata,
 quella dei morti sul lavoro.

Lo dice in una nota la Flai Cgil commentando la tragedia avvenuta oggi in provincia di Pavia: «Nello stringerci alle famiglie delle vittime e nell’attesa di capire la dinamica dell’incidente, torniamo a denunciare con forza la poca attenzione al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Serve prevenzione, e quindi, formazione, serve una vera cultura della sicurezza da parte delle aziende e di tutte le istituzioni preposte ai controlli.

«Non si può, come ancora troppo spesso accade, continuare a considerare la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro un costo o un mero adempimento normativo e seguitare a morire di lavoro nel ventunesimo secolo. Come sindacato ci battiamo da tempo su questo difficile versante, scontrandoci spesso con un muro di gomma di indifferenza e poca attenzione, crediamo, invece, che a fronte di lavori spesso poveri, poco tutelati, con appalti e subappalti, il tema della salute e sicurezza debba rappresentare una priorità e un diritto irrinunciabile per ogni lavoratore, che dopo una giornata di lavoro deve poter far ritorno a casa».

«Infine – concludono Cgil nazionale, Flai Cgil nazionale, Cgil Lombardia e Flai Cgil Lombardia –  rivendichiamo l’immediata costituzione di un tavolo per costruire politiche
 condivise per contrastare questo dramma».


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giovedì 5 settembre 2019

Ancora Esodati

Ancora Esodati


Al Presidente del Consiglio Prof. Giuseppe Conte
Al Ministro del Lavoro Sen. Nunzia Catalfo
Al Ministro del Economi e delle Finanze On. Roberto Gualtieri  .. Complimenti e auguri per i Vostri nuovi incarichi come Presidente e Ministri nel nuovo Governo, incarichi certamente impegnativi , ricchi di responsabilità e soddisfazioni . I comitati degli esodati sono qui a ricordarVi il nostro dramma non ancora definitivamente risolto.

Coesione sociale come obiettivo prioritario  e riduzione delle disuguaglianze  sono le parole guida di questo Governo che noi esodati attendiamo da troppo tempo.
L'assenza di una previsione specifica di tutela per gli esodati nei 29 punti programmatici del Governo rende opportuno inserire un punto che preveda soluzioni per esodati e altri provvedimenti con opportune modifiche (APE SOCIALE e altro) nei punti programmatici ( per coesione sociale e superamento disuguaglianze) .
Stiamo aspettando da quasi 8 anni che i danni prodotti dalla manovra “Fornero” vengano finalmente corretti: senza reddito e pensione, estromessi dal mercato del lavoro, non si garantisce uno standard di vita adeguato e si mina il percorso di coesione sociale che s'intende promuovere. vogliamo giustizia per continuare a sperare in un futuro e a credere nella giustizia dello Stato !
Ci sono ancora 6.000 esodati privi di tutela, il cui giusto diritto alla pensione è stato negato dall’ottava ed ultima salvaguardia, quella disposta dalla Legge di Bilancio per l’anno 2017.
La ridotta consistenza numerica della platea non mette certamente a rischio
 l'equilibrio della finanza pubblica.
Le forze politiche del precedente Governo ci hanno ascoltato e promesso soluzioni, ma sono state solo parole mai attuate . Attendevano effetti risolutivi da quota 100 , OD , Ape Sociale e RdC per gli esodati , ma queste sono misure non consone per gli esodati senza opportune
 modifiche e integrazioni a tali leggi.
Il nostro è un problema di giustizia, ci sentiamo discriminati come cittadini ed elettori, siamo rimasti in pochi circa 6.000 esodati, ignorati da tutte le precedenti salvaguardie che ci hanno lasciati  sfiduciati, senza alcun sostegno economico.
Abbiamo inviato un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe CONTE ed alle forze politiche per comprendere prioritariamente soluzioni per gli esodati esclusi nel programma di Governo. (appello a Conte allegato) ed ora invitiamo Voi ad inserire nei punti programmatici del Governo e nella stesura della nuova Legge di Bilancio una soluzione strutturale definitiva per gli esodati, non  discriminatoria, nel senso che il  provvedimento dovrà avere una valenza generale.
Attendiamo una soluzione che  si potrà attuare attraverso diversi sistemi  e/o l'applicazione di Istituti già vigenti come la riapertura dell’ottava salvaguardia senza limiti temporali o una nona salvaguardia definitiva con il congelamento degli incrementi anagrafici al 2017 e  della speranza di vita al 2016 .
Per l’accesso alla pensione delle  esodate, madri durante la loro attività lavorativa e a sostegno di una ridotta contribuzione si renderà necessaria l'adozione di una agevolazione contributiva pari a 1 anno per ogni figlio, fino a un tetto di 2 anni .
L' adozione della la pace contributiva per esodate/i potrebbe inoltre consentire l'accesso agli istituti di  OD e quota 100 , nonché a un APE  Sociale specifica per esodati
con requisito anagrafico ridotto a 62 anni.
Chiediamo un provvedimento definitivo che renda strutturali le predette misure previdenziali , che contenga un censimento di tutti gli esodati da tutelare  e preveda successivi decreti annuali interministeriali per finanziare le coperture delle misure.
Ci aspettiamo che con il nuovo Governo le nostre proposte possano avere un ulteriore impulso e siano con noi discusse .
Vi rivolgiamo la richiesta di un cortese urgente incontro per illustrare
dettagliatamente le nostre giuste motivazioni.
Chiediamo quindi di inserire nel programma di Governo (che è passato  già da 26 a 29 punti) un ulteriore punto n.30 che parli di un provvedimento definitivo per gli esodati, rendendo strutturali le predette misure previdenziali , con opportune modifiche.
Non vogliamo essere dimenticati!!!!!
Cogliamo l’occasione per augurare a Voi, a tutti i rappresentanti del nuovo Governo e a tutti i parlamentari (di maggioranza e di minoranza), un buon lavoro unitario per le priorità dell'Italia.
Per i comitati degli esodati
Claudio Ardizio
Coordinatore nazionale Comitati Esodati

 Si riconoscono nel nostro coordinamento i Comitati
Comitato Esodati di Italia , Comitato Esodati e Precoci, Comitato ex postali Over 2018, Comitato Esodati di Reggio Emilia, Comitato Esodati Romani e del Lazio, Comitato Cessati prima del 2007 , Contributori volontari Esodati Non salvaguardati, Coordinamento Mobilitati Filt Cgil , CoRiSTA ( Comitato Rioccupazione Stabile Trasporto Aereo), Comitato Esodate donne 15 enni con contributi da solo lavoro , Comitato Bloccati Non Salvaguardati.
E altri comitati che ci supportano

…………..
APPELLO  a Conte  inviato giovedì 29 agosto2019

A: presidente@pec.governo.it e a parlamentari e a stampa.
Al Presidente del Consiglio Incaricato Giuseppe CONTE
e all’attenzione di tutte le forze politiche .

A seguito della crisi di governo e del Suo nuovo incarico come Presidente del Consiglio, i comitati degli esodati sono qui a ricordarLe il nostro dramma non ancora definitivamente risolto. Stiamo aspettando da quasi 8 anni che i danni fatti dalla manovra “Fornero” vengano finalmente corretti : dopo un così lungo periodo senza stipendio, né pensione, vogliamo giustizia per continuare a sperare in un futuro e a credere nella giustizia dello Stato !
Le forze politiche ed i sindacati ci hanno ascoltato e promesso soluzioni, ma sono state solo parole mai attuate e questa interruzione a livello di Governo non ci ha aiutato.
Il nostro non è un problema politico, ma di giustizia, ci sentiamo discriminati come cittadini ed elettori, siamo rimasti in pochi circa 6.000 esodati, ignorati da tutte le precedenti salvaguardie che ci hanno lasciati sfiduciati, senza alcun sostegno economico.
La invitiamo quindi, in fase di scrittura del nuovo programma di Governo e della stesura della nuova Legge di Bilancio , di considerare prioritaria la soluzione definitiva per gli esodati che si potrà attuare attraverso diversi sistemi come : la riapertura dell’ottava salvaguardia senza limiti temporali o una nona salvaguardia definitiva, entrambe con il congelamento degli incrementi anagrafici al 2017 e della speranza di vita al 2016 . Prevedere la pace contributiva per consentire l'accesso a Ape sociale a 62 anni per gli esodati, OD, quota 100 , prevedendo una agevolazione contributiva pari a 6 mesi per ogni figlio, fino a un tetto di 12 mesi, per l’accesso alla pensione delle donne esodate,
madri durante la loro attività lavorativa.
Chiediamo un provvedimento definitivo, rendendo strutturali le predette misure previdenziali , contenente un censimento di tutti gli esodati da salvare, anche con successivi decreti annuali per finanziare le coperture , superando le difficoltà create da INPS , che pur avendo tutti i dati sui suoi database , non vuole fornire una precisa valutazione numerica degli esodati, pur essendo state fornite indicazioni , query e interrogazioni per la quale siamo
 incredibilmente ancora in attesa di un riscontro.
Non vogliamo essere dimenticati!!!!!
Cogliamo l’occasione per augurare a Lei e a tutti i rappresentanti del nuovo Governo , ed a tutti i parlamentari (di maggioranza e di minoranza), un buon lavoro unitario per le priorità dell'Italia.
Per i comitati degli esodati
Claudio Ardizio
Coordinatore nazionale Comitati Esodati



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domenica 1 settembre 2019

Morti : da gennaio a luglio, 599 sul Lavoro

Morti : da gennaio a luglio, 599 sul Lavoro

I dati dei primi sette mesi del 2019 hanno segnato un aumento delle vittime del 2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Calano, invece, gli infortuni.

Morti sul lavoro 2019, Inail: “Da gennaio a luglio, 599 vittome”
Erano al lavoro in una vasca in una discarica di rifiuti e sono morti probabilmente asfissiati, i due operai che hanno perso la vita lo scorso 29 agosto a Matera. Leonardo aveva 52 anni, Donato ne aveva 53. I loro corpi sono stati trovati sul fondo della vasca di decantazione, a trenta metri di profondità, dove è stata stata rilevata un’alta concentrazione di monossido di carbonio. In provincia di Cremona, solo nel mese di agosto, sono morti tre lavoratori.

Marzio, 47 anni, ha perso la vita in provincia di Treviso, travolto da una massa di materiale nell’azienda di stampaggi dove lavorava. Nel Varese, a Gorla Minora, è morto Davide. Aveva 39 anni: è rimasto incastrato tra due rulli di un macchinario che gli hanno schiacciato il torace. A Ripi, vicino Frosinone, un operaio di 57 anni è rimasto sepolto da diversi metri di terra in un cantiere.

Ci sono singole storie, e nomi, dietro i numeri dei morti di lavoro presentati dall’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail). Una strage silenziosa, un elenco di 599 persone decedute in 181 giorni. Dati che, se comparati con quelli dello stesso periodo di tempo del 2018, segnano un aumento del 2 per cento.

Le morti di lavoro sono cresciuti al centro (da 110 a 120), al sud (da 119 a 134) e sulle isole (da 46 a 58). Sono diminuiti leggermente nel nord-ovest (da 155 a 153) e più significativamente nel nord-est (da 157 a 134).

Rispetto alle fasce di età, sono aumentate le morti di persone tra i 45 e i 54 anni (+ 43 casi) e tra i 20 e i 34 (+ 19). Hanno perso la vita più uomini (da 527 a 548) e meno donne (da 60 a 51). Più lavoratori comunitari (da 29 a 40) ed extracomunitari (da 64 a 71) e meno italiani (da 494 a 488).

Le denunce di infortunio, sempre secondo i dati diffusi da Inail, hanno segnato un leggero miglioramento rispetto al 2018: a luglio, sono state 378.671, 62 in meno rispetto alle 378.733 dei primi sette mesi del 2018 (-0,02%).


Un analisi di Pagella Politica evidenzia che le morti registrate nel primo semestre dell’anno, 482 infortuni mortali sul lavoro, sono il dato peggiore dal 2016, cioè da quando sono consultabili i bollettini trimestrali Inail. Il 2019 rischia di essere il peggiore degli ultimi tre anni: il 2016 aveva assistito a 1.018 vittime e il 2017 a 1.029, nel 2018 si era arrivati a 1.133 morti sul lavoro.

A livello annuale, i morti sul lavoro del 2018 erano già stati il 10% in più del precedente. Gli infortuni sono invece leggermente diminuiti nel 2019 rispetto al 2018, ma il totale del primo semestre è comunque più alto di quello degli anni 2016 e 2017.



Muore nei campi un Lavoratore in Nero

Pasquale Fusco ha accusato un malore durante la raccolta dei meloni. 
L’uomo lavorava senza alcun contratto.

Pasquale Fusco aveva 55 anni, era uno dei tanti invisibili, di quelli che nessuno vuole vedere, che non compaiono nelle statistiche e che non fanno i sondaggi.

È morto nei campi di Varcaturo, ucciso dal caldo e dalla fatica, mentre raccoglieva meloni in nero e per pochi euro all’ora.

Il proprietario dell’appezzamento di terreno è stato accusato di sfruttamento della manodopera e di omicidio colposo, mentre la salma dell’operaio agricolo è stata trasferita al Secondo Policlinico per gli esami autoptici che faranno luce sulle cause della morte.

I dati dell’Inail sulle morti sul lavoro pubblicati ieri ci raccontano di una strage quotidiana di dimensioni enormi. Sono 599 infatti le vittime sul lavoro da gennaio a luglio di quest’anno, con un aumento del 2% rispetto agli altri anni. Numeri che hanno la portata di una guerra, di un epidemia. Numeri che dovrebbero generare indignazione e spingere politica e istituzioni ad impegnarsi concretamente nel campo della sicurezza, dei controlli e della lotta allo sfruttamento. Numeri che dovrebbero far parlare, ragionare e protestare tutta l’opinione pubblica. 

Ma di Pasquale non parleranno in molti, il circo mediatico è concentrato su altro, guarda altrove, discute di cose diverse. La politica è concentrata sulle trattative per il nuovo governo. Misurini e alambicchi alla mano per dosare il giusto quantitativo di poltrone che non faccia lamentare nessuno, i leader dei partiti, dei movimenti e delle leghe sono impegnati in altre dinamiche e hanno altro a cui badare, tra una diretta Facebook e un cinguettio non c’è tempo per le cose serie. Le istituzioni sono impegnate a galleggiare e a sopravvivere all’ennesimo cambio di rotta del Paese. 

Intanto, nell’indifferenza più profonda, in Italia si muore ancora di lavoro, si muore tutti i giorni di sfruttamento, senza distinzione di razza, colore della pelle, religione provenienza geografica. Si muore nel silenzio di un Paese sordo, distratto che non ha alcuna voglia di guardarsi davvero dentro.



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Disoccupati in Facebook

 ISCRIVETEVI AL GRUPPO 
Disoccupati che si prefigge di portare avanti le istanze dei senza Lavoro IN RETE.
Sarebbe importante Costituire Finalmente un MOVIMENTO NAZIONALE
per Richiedere il Reddito di Esistenza a favore di tutti i Cittadini Italiani. 



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