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martedì 2 novembre 2010

I disoccupati non fanno “Bunga Bunga”




I disoccupati non fanno “Bunga Bunga”


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Di Roberto Tesi – Il Manifesto

La ripresa autunnale non decolla e per l’occupazione va ancora peggio: in settembre nei 16 paesi dell’euro zona il tasso di disoccupazione è salito al 10,1%. In totale – come ha comunicato Eurostat – quasi 16 milioni di persone sono senza lavoro e la cifra sale a oltre 23 milioni nell’Europa a 27. I giovani seguitano a essere i più colpiti dalla mancanza di lavoro: nella Ue a 16 il tasso di disoccupazione è risalito al 20%, mentre nella Ue a 27 è al 20,3%. In Italia (grazie alla copertura della cassa integrazione guadagni) il tasso di disoccupazione è inferiore a quello europeo, ma è risalito dello 0,2% all’8,3%. Va molto peggio, invece, il tasso di disoccupazione giovanile, cresciuto al 26,4%, cioè 1,4 punti in più rispetto al mese precedente. In Europa è clamorosa la disoccupazione giovanile in Spagna: è salita al 42,5%. Il tasso italiano, invece, è solo maggiore di due punti a quello francese. Con la differenza che in Francia sono estremamente preoccupati dal problema che, al contrario di quanto accade in Italia conquista le aperture di prima pagina dei giornali. Ieri, ad esempio, Le Monde titolava «Corsa alle idee per l’impiego dei giovani». In Italia, oltre alla disoccupazione è leggermente salita anche l’occupazione il cui tasso (57%) risulta in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto ad agosto, ma in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo l’Istat in settembre su agosto ci sarebbero 35 mila occupati in più (in totale sono 22 milioni 913 mila), mentre le persone in cerca di occupazione sono aumentate di 43 mila salendo a 2 milioni 71 mila. Da tenere conto che non si tratta di dati grezzi, ma destagionalizzati. Il numero di inattivi di età compresa tra 15 e 64 anni a settembre 2010 è diminuito dello 0,5% rispetto ad agosto, ma aumentato dell’1% rispetto a settembre 2009. Il tasso di inattività, pari al 37,9%. Questo significa che quasi 4 persone su 100 che potenzialmente potrebbero lavorare non cercano attivamente un lavoro. In cifra assoluta sono quasi 15 milioni. Come ha spiegato due giorni fa Mario Draghi, governatore della banca d’Italia, molti di loro sono lavoratori «scoraggiati» (ce ne sono anche in tutti gli altri paesi) che sarebbe più corretto inserire nel numero dei disoccupati. Ancora più drammatica è la situazione per le donne il cui tasso di occupazione è di appena il 46,3% (ma occorre tenere presente che tra le lavoratrice è molto diffuso il part-time), il tasso di disoccupazione del 9,7%, mentre il tasso di inattività balza al 48,8%, mentre la media europea è di una decine di punti superiore. Insomma, quasi una donna su due in età lavorativa dichiara di non cercare un lavoro. Tra di loro certamente ci sono lavoratrici «scoraggiate» ma per la maggior parte si tratta di donne che si dedicano alla cura delle persone di famiglia, in particolare i bambini per la pochezza di servizi sociali.

E QUELLI KE HANNO SMESSO DI CERCARE IL LAVORO KE NN C' E' NN RIENTRANO NELLE STATISTIKE ...

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