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giovedì 26 dicembre 2019

Gli Auguri di Landini Conquistano i Social






 “Nessuno si salva da solo, 
nessuno salva da solo qualcun altro”

 Il messaggio di auguri di Maurizio Landini “a chi per vivere ha bisogno di lavorare” conquista i social e viene apprezzato dalle lavoratrici e dai lavoratori che, a migliaia, l’hanno condiviso e rilanciato dalla pagina di Radio Articolo 1, la web radio del sindacato, cui si deve la realizzazione del video. E diventa racconto corale e collettivo. Un primo, importante e tangibile risultato del nuovo corso della comunicazione Cgil, fortemente voluto da Landini e diretto dall’ex direttore del Manifesto, Gabriele Polo, che recupera una tradizione bella e antica per il sindacato, gli auguri  di buone feste ai lavoratori, inaugurata dal padre della Cgil, Giuseppe Vittorio, e oggi ripresa da Landini: “Voglio fare gli auguri di buone feste e di buon anno a tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare”, dice il segretario della Cgil. “Sono stati anni difficili per chi lavora: c’è troppa precarietà e il lavoro tante volte manca, c’è stato un peggioramento dei diritti e delle condizioni del lavoro. Pensiamo quindi che sia importante affermare un principio fondamentale: che qualsiasi persona che lavora, con qualsiasi rapporto di lavoro, debba avere gli stessi diritti e le stesse tutele. Vogliamo affermare che le persone, attraverso il lavoro, siano libere, possano realizzarsi, possano utilizzare la loro intelligenza. Ecco, questo è l’obiettivo che vogliamo realizzare nel 2020”. Landini ha ricordato che la Cgil è una bella comunità di donne e di uomini liberi, ha esortato ad iscriversi al sindacato, a partecipare, a renderlo più forte, a mettersi tutti in gioco,
 perché solo così è possibile il cambiamento.


E in tanti, dai luoghi di lavoro di tutta Italia, hanno risposto agli auguri del segretario, come racconta Giorgio Sbordoni. Dai delegati di Alitalia, dell’Ilva, della Whirlpool, dalla Fiat di Mirafiori, dal call center Almaviva di Palermo, dallo stabilimento “La Perla” di Bologna, dalla Wanbao di Belluno, dalla Fondazione Santa Lucia, dall’ex Alcoa, dalle acciaerie di Piombino e dai lavoratori di Industria Italiana Autobus: “Landini è stato il nostro faro nella tempesta”, – si legge nel messaggio di Silvia Curcio, delegata Fiom, che da nove anni porta avanti, insieme ai suoi colleghi, la battaglia di Industria Italiana Autobus a Flumeri, in provincia di Avellino –. Se dopo tanto tempo siamo ancora qui a parlare di produrre autobus italiani, lo dobbiamo alla sua e alla nostra tenacia e caparbietà! Gli anni che verranno siano quelli di una svolta, al centro dell’agenda politica ci sia il lavoro, per ridare dignità a tutti”. E dalla Embraco di Torino, gli fa eco un altro delegato, Daniele Barbuto: “Grazie Maurizio, per gli auguri, e per tutto ciò che fai a difesa dei nostri diritti. Della nostra vertenza sai tutto, eri seduto con noi quando abbiamo firmato l’accordo al Mise, e sai quanto ci abbiano illusi lor Signori, rivelandosi poi dei malfattori. Per Natale io e i miei Compagni chiederemo di riavere indietro la nostra Dignità, perché il lavoro è Dignità!”.

E al messaggio di auguri di Landini hanno risposto, ricambiando, anche tantissimi giovani, studenti, precari, alcuni scrivono dall’estero, altri militano nei movimenti, come Friday  For Future o le Sardine, che in questi mesi hanno animato le mobilitazioni per l’ambiente e la democrazia. Alessandra Giannessi, da Bruxelles, si augura che “emigrare possa diventare una scelta e non una necessità, che l’Italia torni ad essere un Paese dal quale, se partiamo,
non lo facciamo perché costretti”.

Gli Auguri di Landini Conquistano i Social


Alessandra Giannessi da Bruxelles
Emanuele Quarta del movimento delle Sardine: “Il nostro augurio e la nostra speranza – scrive – sono di poter vivere in un paese meno diviso, un paese in cui le diversità siano considerate valore e capitale umano. Lavoriamo per un paese più inclusivo e con più tutele e diritti, lavoriamo affinché gli ultimi abbiano una voce.” E Andrea Russo, 22 anni, che vive a Torre Maura, periferia di Roma, che ricorda che “l’emergenza più grave del nostro paese è la disoccupazione giovanile”. E Luca Franceschetti, giovane attivista di Friday For Future “Ci aspettiamo dalla Cgil per il 2020, che sottoscriva e faccia propria la mozione adottata al congresso del Trade Union Congress inglese sulla crisi climatica e la giusta transizione, che si ponga nell’obiettivo di tutela dei lavoratori una completa decarbonizzazione dell’economia.”

Gli Auguri di Landini Conquistano i Social


Luca Franceschetti, Friday For Future
Al messaggio di Landini hanno risposto anche i rappresentanti dei rider: “Sogno che nel 2020 si riesca a vincere la battaglia dei rider – scrive il ventunenne Talem Parigi – non possiamo lasciar ancora così tanti lavoratori senza alcun diritto e tutela. Sento nei miei colleghi rider una grande rabbia, una grande tristezza, una grande insoddisfazione, sento che pensano di essere abbandonati in questo campo di battaglia che ormai è diventato il mercato del lavoro.”

Gli Auguri di Landini Conquistano i Social


Auguri, auspici, propositi che, nel 2020 potranno tradursi in realtà solo attraverso le lotte e la partecipazione di tutti. E’ questo il senso più autentico del messaggio di auguri del segretario della Cgil. Un’iniziativa che parla alle persone che per vivere hanno bisogno di lavorare, che crea comunità, che innesca dibattito, che genera scambio tra esperienze e battaglie diverse ma accomunate dalla volontà di rendere il Paese più giusto.




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martedì 17 dicembre 2019

Il Veneto ha una Legge per la Coltivazione della Canapa

Il Veneto ha  una Legge per la Coltivazione della Canapa


Ma Salvini lo sa che la Regione Veneto ha emanato una legge per la coltivazione della canapa?

Matteo Salvini oggi in Aula al Senato ha ringraziato la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati per aver bloccato l’emendamento sulla cannabis legale presentato da Matteo Mantero e altri senatori della maggioranza e approvato la settimana scorsa in Commissione Bilancio a Palazzo Madama. Salvini ha detto che i suoi ringraziamenti sono «a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze» perché la presidente del Senato ha evitato «la vergogna dello stato spacciatore di droga» aggiungendo che «se alcuni colleghi mettessero per l’agricoltura vera la passione che ci mettono per le canne l’Italia sarebbe un paese più sano» (non si sa quanto intenzionale sia stata la citazione speculare al pezzo dei Pitura Freska).

Non esiste nessun emendamento per la “Droga di Stato”
C’è un problema, anzi più d’uno. Il primo è che la canapa oggetto dell’emendamento approvato nei giorni scorsi non è una droga. Avendo una percentuale di THC (il tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,5% la Cannabis “light” non ha proprietà psicotrope e quindi non è una sostanza stupefacente. Quando era al Viminale però Salvini ha scatenato un’inutile e costosa guerra alla canapa legale sfruttando un vuoto normativo contenuto nella legge 242 del 2016 che paradossalmente consente la produzione e la coltivazione della canapa ma non specifica quasi nulla sulla sua commercializzazione. Oltre a questo la Lega al Governo ha dato forte impulso ad una campagna a base di perquisizioni nelle scuole che ha portato allo stupefacente sequestro di qualche chilogrammo di erba a fronte di centinaia di operazioni condotte da oltre duemila agenti.

Eppure per la Lega quell’emendamento bloccato dalla Casellati avrebbe addirittura «di fatto liberalizzato la cannabis» spingendo gli adolescenti a «fumare la droga di Stato». Che è una balla: perché nessuno fumerebbe mai la canapa legale per una ragione molto semplice: non ha un effetto “drogante”, non è una droga. Anche i prodotti additati come più “pericolosi” come quelli a base di cannabidiolo (una sostanza che non ha effetto psicoattivo) non vengono estratti unicamente dalle tanto temute infiorescenze ma da tutta la pianta.


Se si volesse liberalizzare la cannabis, intesa come droga, si sarebbe invece intervenuti ad alzare la soglia di THC “legale” che invece è stato fissato allo 0,5%. Pillon forse ignora che in realtà la “droga di Stato” esiste già: è la cannabis ad uso medico (terapeutico) coltivata dall’Istituto Farmaceutico Militare che proprio durante il governo gialloverde ha annunciato che avrebbe aumentato la produzione passando da 150 a 300 chilogrammi nel 2020.

Ora Salvini come la spiega ai coltivatori di Canapa del Veneto e dell’Emilia-Romagna?
Come abbiamo spiegato l’emendamento di Mantero serviva solo a colmare quel vuoto normativo evidenziato dalla Cassazione nella sentenza delle sezioni riunite. Il paradosso è che attualmente è già legale coltivare e produrre la Cannabis Sativa L. (la elle sta per Linneo) ma non è consentita la commercializzazione delle infiorescenze (che non possono contenere in ogni caso più dello 0,6% di THC) pur essendone permessa la produzione. Un vuoto normativo grazie al quale nei mesi scorsi sono stati emanati numerosi provvedimenti di sequestro nei confronti
 dei negozi che vendono la cannabis light.

Lo Stato spacciatore dicevamo. Eppure l’8 agosto del 2019 la Regione Veneto promulgava la legge regionale a sostegno e promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale ed agroalimentare della canapa (Canapa sativa L.). Ai più attenti non sfuggirà che il Veneto è governato dalla Lega. Forse il Veneto è una Regione spacciatrice? No, perché la Cannabis per cui è lecita la coltivazione non è una droga (come abbiamo già detto).

La Regione Veneto in base alla già citata legge 242/2016 ha quindi autorizzato la coltivazione della pianta, e non solo, prevede di erogare contributi a chi svolge «attività di ricerca relativa alla utilizzazione della canapa in tutti gli ambiti possibili, in particolare nel campo alimentare, cosmetico e della bioedilizia» e «attività di informazione finalizzata alla diffusione della conoscenza delle proprietà della canapa e dei suoi diversi utilizzi nei settori agroalimentare e industriale». Insomma pure una Regione fortemente leghista ritiene che quella della canapa sia agricoltura vera, al contrario di quello che pensa Salvini. Il punto è che senza l’emendamento bloccato oggi c’è il rischio che chi coltiva la suddetta pianta possa venire sanzionato perché appunto la Cannabis legale contiene quello 0,5% di THC che nelle tabelle del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope non viene menzionato. Di fatto un giudice veneto potrebbe decidere che una pianta con lo 0,3% di THC possa essere considerata sostanza stupefacente e quindi sequestrare il campo o il raccolto. Un paradosso? Più che altro il frutto della completa ignoranza (e magari una buona dose di malafede) di Salvini sulla materia. Del resto nella sua relazione al Consiglio Regionale il consigliere Nazzareno Gerolimetto (lista Zaia Presidente) spiegava che «le varietà ammessa alla coltivazione, senza autorizzazione, sono quelle iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole non rientranti nell’ambito di applicazione del T.U. delle leggi in materia degli stupefacenti» (la relazione venne approvata anche da Lega e Fratelli d’Italia).

Secondo Simone Benini e Carlo De Girolamo, rispettivamente candidato presidente alle elezioni regionali in Emilia-Romagna e parlamentare del Movimento 5 stelle «l’ignoranza e la malafede della destra danneggiano 1.000 imprese agricole emiliano-romagnole». I due esponenti del M5S spiegano che in Emilia-Romagna vengono coltivati a norma di legge 1.200 ettari di terreno e che «la scelta politica di non ammettere nella manovra l’emendamento che colmava quel vuoto normativo che oggi blocca e costringe gli agricoltori
di questo settore alla totale precarietà e’ semplicemente inaccettabile».

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https://cipiri3.blogspot.com/2019/12/respinto-emendamento-sulla-cannabis.html

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