La crisi colpisce a Imola. La Cgil dà i numeri
Lucia Alessi
Licenziamenti, disoccupazione e scioperi, la Cgil racconta la crisi che avanza, con uno sguardo al futuro. Domani sciopero territoriale a Imola, dove stanno per essere licenziate oltre 250 persone
La Cgil dà i numeri. Sono i numeri della crisi, e non risparmiano, e inducono il sindacato a organizzare iniziative in tutta Italia, a partire da Imola, dove Case New Holland [ex Benati] ha dichiarato la chiusura e il licenziamento di 454 persone, Haworth [ex Castelli] la chiusura e il licenziamento di 130 persone, a cui bisogna aggiungere le decine di licenziamenti individuali, le tante aziende di piccole e medie dimensioni che tra poche settimane finiranno la cassa integrazione ordinaria, e gli altri posti di lavoro a rischio per riduzione o chiusura di attività, per i tagli di servizi pubblici o per il calo dei consumi, nel settore del commercio. Domattina dunque sciopero territoriale indetto da Cgil, Cisl e Uil di Imola, che durerà 4 ore e riguarderà tutti i settori [ad esclusione dei servizi pubblici e dei servizi pubblici essenziali, non essendoci i tempi necessari per legge] contro i licenziamenti e per ricordare gli effetti sui lavoratori della crisi economica.
La crisi, in effetti, non molla la presa. Secondo il rapporto sulle «Previsioni per l’economia italiana», dell’Istituto di studi e analisi economica [Isae], nel 2009 il numero di persone occupate dovrebbe diminuire dell’1,3 per cento, ovvero circa 300 mila posti di lavoro in meno, mentre per il 2010 è prevista una modesta accelerazione pari all’1,5 per cento. La ricerca ipotizza per quest’anno un tasso di disoccupazione pari al 7,9 per cento, e al 9,3 per cento nel 2010, rispetto al 6,7 per cento del 2008. Il tasso di crescita dei salari pro-capite toccherà nel 2009 il livello più basso mai registrato dal 1970 ad oggi.
Secondo l’Isae, sulle stime pesano l’azzeramento dello slittamento salariale, l’utilizzo massiccio della Cassa integrazione guadagni e l’esaurimento degli effetti dei contratti siglati tra il 2007 e il 2008, non ancora compensati dai rinnovi di alcuni importanti contratti del settore metalmeccanico e chimico.
«I dati dell’Isae sono gravi ma sottostimati rispetto alle ripercussioni che la crisi comporterà sull’occupazione», ha commentato il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, ritenendo tuttavia più realistica la stima del tasso di disoccupazione dell’Isae per il 2010 pari al 9,3 per cento, «ma anche per questo – conclude – il 2009 si presenta come un anno decisivo per le azioni da intraprendere».
«Solo nell’edilizia sono a rischio ben 200.000 posti di lavoro», hanno denunciato Walter Schiavella, il segretario generale della Fillea e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, durante una conferenza stampa, in cui viene denunciata la mancanza di investimenti da parte del governo sulle infrastrutture. Il segretario degli edili porta i dati della cassa integrazione ma anche delle iscrizioni alla cassa edile [77 mila lavoratori in meno rispetto al 2008] per denunciare che «cresce il lavoro sommerso, le aziende versano meno ore alla cassa edile» e aggiunge «senza soldi veri è difficile fare opere pubbliche».
«Guardando dentro agli annunci del governo si scopre che l’effetto a breve dei provvedimenti in infrastrutture non avrà gli effetti annunciati – commenta Epifani – perché le risorse, in realtà, sono molto inferiori e gli stessi tempi di realizzazione molto più lunghi. Pensiamo invece che sarebbe necessario poter consentire ai comuni di spostare il patto di stabilità e avviare le opere già pronte, finanziate e cantierabili, che non hanno la possibilità di essere avviate rispetto ai saldi di bilancio».
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giovedì 30 luglio 2009
martedì 28 luglio 2009
Cina. Operai uccidono a bastonate il direttore
Cina. Operai uccidono a bastonate il direttore
In Cina, gli operai di un’acciaieria statale hanno ucciso a bastonate il direttore. Gli operai protestavano contro i licenziamenti provocati dall’acquisto della struttura da parte di un’altra azienda del settore. «Il governo provinciale di Jilin ha deciso di bloccare la fusione – ha reso noto un responsabile – La polizia ha aperto un’inchiesta sull’omicidio». Secondo l’agenzia di stampa Nuova Cina, l’acquisizione della fabbrica è stata annullata «per impedire alla situazione di aggravarsi».
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In Cina, gli operai di un’acciaieria statale hanno ucciso a bastonate il direttore. Gli operai protestavano contro i licenziamenti provocati dall’acquisto della struttura da parte di un’altra azienda del settore. «Il governo provinciale di Jilin ha deciso di bloccare la fusione – ha reso noto un responsabile – La polizia ha aperto un’inchiesta sull’omicidio». Secondo l’agenzia di stampa Nuova Cina, l’acquisizione della fabbrica è stata annullata «per impedire alla situazione di aggravarsi».
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domenica 26 luglio 2009
LA SICUREZZA SUL LAVORO SI IMPARA SUI BANCHI DELLA SCUOLA PRIMARIA
LA SICUREZZA SUL LAVORO SI IMPARA SUI BANCHI DELLA SCUOLA PRIMARIA
A scuola di sicurezza lavoro.
È il progetto «Sicurimparando», promosso dalla prefettura di Torino con l’Inail, e rivolto agli allievi delle scuole primarie dai 7 agli 11 anni.
L’iniziativa, che rientra nell’ambito delle attività previste dal «Protocollo d’intesa per la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro», sottoscritto il 26 giugno 2007, vedrà il coinvolgimento di 6000 alunni delle scuole primarie, 600 docenti e avrà ricadute anche sulle famiglie dei ragazzi interessati.
Diversi i percorsi adottati nel corso del progetto, che durerà per tutto il prossimo anno scolastico: da «I rischi negli ambienti di vita e di lavoro», a «la sicurezza personale», a «La nutrizione umana e le problematiche connesse economico sociali», con la realizzazione, tra l’altro, da parte dei bambini di un manuale dei comportamenti corretti e la produzione di spot pubblicitari, di un protocollo di comportamento sulla corretta alimentazione, la creazione dell’orto di scuola con la produzione del compost ed il riciclaggio dei rifiuti.
«Di sicurezza nei luoghi di lavoro -è stato sottolineato- si parla molto ma è importante costuire una vera cultura, cominciando proprio dai più piccoli, sui banchi di scuola».
Fonte: www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/25411/
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A scuola di sicurezza lavoro.
È il progetto «Sicurimparando», promosso dalla prefettura di Torino con l’Inail, e rivolto agli allievi delle scuole primarie dai 7 agli 11 anni.
L’iniziativa, che rientra nell’ambito delle attività previste dal «Protocollo d’intesa per la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro», sottoscritto il 26 giugno 2007, vedrà il coinvolgimento di 6000 alunni delle scuole primarie, 600 docenti e avrà ricadute anche sulle famiglie dei ragazzi interessati.
Diversi i percorsi adottati nel corso del progetto, che durerà per tutto il prossimo anno scolastico: da «I rischi negli ambienti di vita e di lavoro», a «la sicurezza personale», a «La nutrizione umana e le problematiche connesse economico sociali», con la realizzazione, tra l’altro, da parte dei bambini di un manuale dei comportamenti corretti e la produzione di spot pubblicitari, di un protocollo di comportamento sulla corretta alimentazione, la creazione dell’orto di scuola con la produzione del compost ed il riciclaggio dei rifiuti.
«Di sicurezza nei luoghi di lavoro -è stato sottolineato- si parla molto ma è importante costuire una vera cultura, cominciando proprio dai più piccoli, sui banchi di scuola».
Fonte: www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/25411/
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sabato 25 luglio 2009
Bologna. Licenziato, si uccide operaio di 32 anni
Bologna. Licenziato, si uccide operaio di 32 anni
Ha lasciato un biglietto e si è impiccato: da poco aveva saputo che l’azienda di Castel Guelfo per la quale lavorava aveva avviato nei suoi confronti la procedura di mobilità. E’ stato trovato dal padre, nella sua abitazione a Castel San Pietro. L.D. avrebbe compiuto oggi 32 anni.
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Ha lasciato un biglietto e si è impiccato: da poco aveva saputo che l’azienda di Castel Guelfo per la quale lavorava aveva avviato nei suoi confronti la procedura di mobilità. E’ stato trovato dal padre, nella sua abitazione a Castel San Pietro. L.D. avrebbe compiuto oggi 32 anni.
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giovedì 23 luglio 2009
ETERNIT: FINALMENTE AVVIATO UN PERCORSO
ETERNIT: FINALMENTE AVVIATO UN PERCORSO
DI GIUSTIZIA. IL GOVERNO NON MODIFICHI IL TESTO UNICO SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO.
Dichiarazione di Fulvio Aurora, vice presidente nazionale
di Medicina Democratica Onlus
Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute Onlus, saluta con soddisfazione il rinvio a giudizio, oggi, di fronte al Giudice dell'Udienza Preliminare di Torino, dei responsabili della multinazionale Eternit.
Le eccezioni della difesa Eternit, pur competente e determinata, sono state tutte respinte: la sede del giudizio resta Torino e non Genova. Nelle accuse del Pubblico Ministero non vi sono elementi di incostituzionalit�.
Medicina Democratica, gi� riconosciuta parte civile davanti a GUP, sar� presente alla prima udienza del tribunale collegiale.
Certo, siamo solo all'inizio di un lungo percorso che speriamo faccia giustizia.
I quasi 3.000 morti e malati non si cancellano, ma chi ha esposto migliaia di lavoratori e di cittadini alle fibre cancerogene dell�amianto deve essere riconosciuto responsabile e pagarne le conseguenze, anche con il riconoscimento del danno personale e ambientale.
Il Governo non voglia modificare, da parte sua, il decreto legislativo 81/2008 per sollevare i vertici delle imprese dalle responsabilit� dei crimini da lavoro, si chiamino infortuni o malattie professionali.
Milano, 22 luglio 2009
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DI GIUSTIZIA. IL GOVERNO NON MODIFICHI IL TESTO UNICO SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO.
Dichiarazione di Fulvio Aurora, vice presidente nazionale
di Medicina Democratica Onlus
Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute Onlus, saluta con soddisfazione il rinvio a giudizio, oggi, di fronte al Giudice dell'Udienza Preliminare di Torino, dei responsabili della multinazionale Eternit.
Le eccezioni della difesa Eternit, pur competente e determinata, sono state tutte respinte: la sede del giudizio resta Torino e non Genova. Nelle accuse del Pubblico Ministero non vi sono elementi di incostituzionalit�.
Medicina Democratica, gi� riconosciuta parte civile davanti a GUP, sar� presente alla prima udienza del tribunale collegiale.
Certo, siamo solo all'inizio di un lungo percorso che speriamo faccia giustizia.
I quasi 3.000 morti e malati non si cancellano, ma chi ha esposto migliaia di lavoratori e di cittadini alle fibre cancerogene dell�amianto deve essere riconosciuto responsabile e pagarne le conseguenze, anche con il riconoscimento del danno personale e ambientale.
Il Governo non voglia modificare, da parte sua, il decreto legislativo 81/2008 per sollevare i vertici delle imprese dalle responsabilit� dei crimini da lavoro, si chiamino infortuni o malattie professionali.
Milano, 22 luglio 2009
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mercoledì 15 luglio 2009
SUSSIDIO DI DISOCCUPAZIONE
In tempo di crisi economica, sono sempre di più le aziende che chiudono, causando un numero alto di persone che è costretto a rimanere a casa senza lavoro. A molte di queste persone spetta il sussidio di disoccupazione. Ecco chi ne ha diritto e cosa fare per ottenerlo.Annunci Google
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Tutti i dipendenti che, in seguito ad un licenziamento o alla sospensione del rapporto di lavoro a causa di eventi temporanei (come nel caso della crisi economica), si trovano senza retribuzione, possono ricorrere all’indennità di disoccupazione ordinaria.
Chi può ottenerlo
•Gli operai e gli impiegati, anche assunti con contratti part-time o a tempo determinato;
•I dirigenti di ogni settore privato;
•I lavoratori a domicilio;
•I lavoratori stagionali, cioè coloro che lavorano per un periodo non superiore a 8 mesi, un’attività lavorativa stagionale in un paese diverso da quello di residenza;
•I lavoratori occupati occasionalmente in sostituzione di altro personale;
•I lavoratori con contratti di solidarietà, nei casi di crisi aziendale temporanea, per effetto della quale gli orari dei dipendenti sono ridotti;
•I portieri degli stabili.
Come ottenerlo
Per avere l’indennità bisogna essere iscritti al centro per l’impiego, nelle apposite liste, e avere svolto un’attività lavorativa per almeno due anni prima del licenziamento, o almeno uno di contribuzione nei due anni che precedono la cessazione del rapporto di lavoro. La domanda va presentata agli uffici Inps entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro con il modulo Ds21Inps, nei centri per l’impiego o nei patronati. L’indennità di disoccupazione ordinaria non spetta a tempo indeterminato; per i licenziati viene erogata per 8 mesi, che diventano 12 se il lavoratore ha superato i 50 anni. L’importo che si ottiene è pari al 60% della retribuzione lorda mensile per i primi 6 mesi, e scende al 50% per il settimo e l’ottavo mese; chi la percepisce per un anno, gli ultimi mesi ottiene una retribuzione pari al 40%. Per i lavoratori sospesi, invece, l’aiuto spetta per la durata massima di 65 giorni e l’importo è pari al 50% della retribuzione lorda mensile. reperibile nelle sedi dell’
L’indennità con requisiti ridotti
Se il lavoratore ha sempre avuto occupazioni brevi e discontinue, non riuscendo a raggiungere un anno di contributi versati, può ottenere l’indennità con requisiti ridotti. Più precisamente il lavoratore deve avere lavorato nell’anno precedente almeno 78 giornate (comprese festività, maternità e malattia), risultare iscritto all’Inps da 2 anni e avere almeno un contributo settimanale prima del biennio precedente la presentazione della domanda. L’indennità ridotta spetta per un numero di giornate pari a quelle effettivamente lavorate nell’anno precedente, e per un massimo di 180 giorni. L’importo è pari al 35% della retribuzione media giornaliera per i primi 120 giorni e al 40% per i giorni successivi.
Per saperne di più
Per qualsiasi informazione si può contattare il call center dell’Inps al numero verde 803164 che risponde alle richieste di chiarimenti su aspetti normativi e burocratici. Gli operatori sono disponibili dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, e il sabato dalle 8 alle 14.
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lunedì 6 luglio 2009
Arriva la 14^ per i pensionati. Merito di Prodi, ma nessuno lo sa
Arriva la 14^ per i pensionati. Merito di Prodi, ma nessuno lo sa
Tre milioni e mezzo di pensionati avranno la 14^ mensilità grazie a un provvedimento del 2007 voluto dal governo Prodi. Forse per questo, per non attribuire il merito al governo precedente, l'attuale esecutivo - denuncia il Pd - sta passando sotto silenzio l'erogazione di questa cifra, che può alleviare sia pure in misura minima le difficoltà di fasce deboli della popolazione.
Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro nel governo presieduto da Romano Prodi attacca: "Nonostante la caparbietà con la quale il governo si ostina a non investire risorse per sostenere sviluppo e stato sociale in un momento di crisi così grave, come Pd siamo riusciti ad allentare i cordoni della borsa di Tremonti e a portare un importante risultato ai cittadini socialmente ed
economicamente più deboli".
La 14^ è in pagamento in questi giorni ai pensionati che percepiscono un assegno mensile fino a circa 700 euro. Si tratta
di 3 milioni 426mila persone che percepiranno un importo medio di 380 euro una tantum per un onere complessivo di 1 miliardo
305 milioni di euro. Questo risultato - aggiunge Damiano - è il frutto del protocollo del 2007, voluto dal governo Prodi».
«L'esecutivo di Berlusconi - prosegue l'ex ministro del Lavoro - abituato ad annunci roboanti quanto inconsistenti di risorse promesse e mai pagate, ha passato sotto silenzio questo importante intervento sociale, semplicemente perchè frutto
dell'azione del governo precedente».
«Il numero di persone coinvolte, oltre 3 milioni, e la cifra che viene spesa - aggiunge Damiano - e che sarà erogata anche negli anni a venire nel mese di luglio, corrisponde esattamente a quanto stabilito dall'accordo del 2007 con le parti sociali. Ben diverso è il rapporto promessa-risultato di questo governo: una social card prevista per oltre 1milione e mezzo di pensionati, devoluta ad appena un terzo; un assegno di disoccupazione per i lavoratori a progetto, cioè precari, che non solo corrisponde ad appena il 20% dell'ultima retribuzione, ma che ha interessato fin qui 1800 persone, rispetto ai circa 400mila precari che hanno perso il lavoro nel corso del 2008. Qualsiasi ulteriore commento - conclude - appare superfluo».
In realtà, temono al Pd, potrebbe accadere di peggio. Ossia, quel che è successo per l'Ici per la prima casa: il governo Prodi tolse la tassa a chi effettivamente ne aveva bisogno, riducendola per tutti gli altri, ma poi Tremonti la levò per tutti, con aggravio importante per le finanze ma attribuendosi il merito.
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Tre milioni e mezzo di pensionati avranno la 14^ mensilità grazie a un provvedimento del 2007 voluto dal governo Prodi. Forse per questo, per non attribuire il merito al governo precedente, l'attuale esecutivo - denuncia il Pd - sta passando sotto silenzio l'erogazione di questa cifra, che può alleviare sia pure in misura minima le difficoltà di fasce deboli della popolazione.
Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro nel governo presieduto da Romano Prodi attacca: "Nonostante la caparbietà con la quale il governo si ostina a non investire risorse per sostenere sviluppo e stato sociale in un momento di crisi così grave, come Pd siamo riusciti ad allentare i cordoni della borsa di Tremonti e a portare un importante risultato ai cittadini socialmente ed
economicamente più deboli".
La 14^ è in pagamento in questi giorni ai pensionati che percepiscono un assegno mensile fino a circa 700 euro. Si tratta
di 3 milioni 426mila persone che percepiranno un importo medio di 380 euro una tantum per un onere complessivo di 1 miliardo
305 milioni di euro. Questo risultato - aggiunge Damiano - è il frutto del protocollo del 2007, voluto dal governo Prodi».
«L'esecutivo di Berlusconi - prosegue l'ex ministro del Lavoro - abituato ad annunci roboanti quanto inconsistenti di risorse promesse e mai pagate, ha passato sotto silenzio questo importante intervento sociale, semplicemente perchè frutto
dell'azione del governo precedente».
«Il numero di persone coinvolte, oltre 3 milioni, e la cifra che viene spesa - aggiunge Damiano - e che sarà erogata anche negli anni a venire nel mese di luglio, corrisponde esattamente a quanto stabilito dall'accordo del 2007 con le parti sociali. Ben diverso è il rapporto promessa-risultato di questo governo: una social card prevista per oltre 1milione e mezzo di pensionati, devoluta ad appena un terzo; un assegno di disoccupazione per i lavoratori a progetto, cioè precari, che non solo corrisponde ad appena il 20% dell'ultima retribuzione, ma che ha interessato fin qui 1800 persone, rispetto ai circa 400mila precari che hanno perso il lavoro nel corso del 2008. Qualsiasi ulteriore commento - conclude - appare superfluo».
In realtà, temono al Pd, potrebbe accadere di peggio. Ossia, quel che è successo per l'Ici per la prima casa: il governo Prodi tolse la tassa a chi effettivamente ne aveva bisogno, riducendola per tutti gli altri, ma poi Tremonti la levò per tutti, con aggravio importante per le finanze ma attribuendosi il merito.
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venerdì 3 luglio 2009
Le banche inglesi hanno licenziato 55 mila lavoratori
Le banche inglesi hanno licenziato 55 mila lavoratori
www.valori.it
Sono ormai 55 mila i dipendenti delle banche inglesi che hanno perso il proprio posto di lavoro a causa della crisi finanziaria globale. Ed è probabile che la cifra sia destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi mesi. Di questi, almeno 23 mila sono stati licenziati sul territorio del Regno Unito, secondo i dati che riferisce l’agenzia Bloomberg.
Ieri Lloyds Banking Group ha annunciato un ulteriore taglio di 2.100 lavoratori, portando i licenziamenti complessivi operati da aprile a circa 6.600. Royal Bank of Scotland [la principale banca controllata dallo Stato] ha licenziato 22.320 dipendenti dal 2007 ad oggi. Hsbc Holdings ha mandato a casa 11.988 persone, mentre Standard Chartered ha annunciato la scorsa settimana di aver cancellato 2.500 dipendenti dai propri libri paga. Allo stesso modo, Northern Rock ha licenziato 2 mila lavoratori. E secondo la Confederation of British Industry è probabile che già in questo trimestre, nel settore, gli inglesi in cerca di un’occupazione aumentino di altre 13 mila unità.
«I costi relativi al personale rappresentano una grossa voce per le banche, normalmente compresa tra il 50 e il 60 per cento delle uscite complessive – ha sottolineato Danny Clarke, analista di Shore Capital Group a Liverpool – per cui non sorprendono le politiche di contrazione occupazionale messi in atto soprattutto da Lloyds e Rbs».
Nonostante la «spiegazione», i tagli hanno fatto infuriare sia il parlamento che i sindacati britannici, che sottolineano come gli istituti abbiano ricevuto ingenti capitali pubblici e, per questo, dovrebbero avere un occhio di riguardo nei confronti di tutti i contribuenti [a cominciare dai propri dipendenti].
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www.valori.it
Sono ormai 55 mila i dipendenti delle banche inglesi che hanno perso il proprio posto di lavoro a causa della crisi finanziaria globale. Ed è probabile che la cifra sia destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi mesi. Di questi, almeno 23 mila sono stati licenziati sul territorio del Regno Unito, secondo i dati che riferisce l’agenzia Bloomberg.
Ieri Lloyds Banking Group ha annunciato un ulteriore taglio di 2.100 lavoratori, portando i licenziamenti complessivi operati da aprile a circa 6.600. Royal Bank of Scotland [la principale banca controllata dallo Stato] ha licenziato 22.320 dipendenti dal 2007 ad oggi. Hsbc Holdings ha mandato a casa 11.988 persone, mentre Standard Chartered ha annunciato la scorsa settimana di aver cancellato 2.500 dipendenti dai propri libri paga. Allo stesso modo, Northern Rock ha licenziato 2 mila lavoratori. E secondo la Confederation of British Industry è probabile che già in questo trimestre, nel settore, gli inglesi in cerca di un’occupazione aumentino di altre 13 mila unità.
«I costi relativi al personale rappresentano una grossa voce per le banche, normalmente compresa tra il 50 e il 60 per cento delle uscite complessive – ha sottolineato Danny Clarke, analista di Shore Capital Group a Liverpool – per cui non sorprendono le politiche di contrazione occupazionale messi in atto soprattutto da Lloyds e Rbs».
Nonostante la «spiegazione», i tagli hanno fatto infuriare sia il parlamento che i sindacati britannici, che sottolineano come gli istituti abbiano ricevuto ingenti capitali pubblici e, per questo, dovrebbero avere un occhio di riguardo nei confronti di tutti i contribuenti [a cominciare dai propri dipendenti].
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mercoledì 1 luglio 2009
Viareggio, un altro disastro annunciato
Viareggio, un altro disastro annunciato
Anna Pacilli
Investimenti concentrati sull'alta velocità, tagli sulle tratte dei pendolari e a discapito della sicurezza, liberalizzazioni selvagge. Sono gli ingredienti di uno dei più gravi disastri ferroviari, questa notte a Viareggio, indicativo del trasporto su ferro che si prepara.
Il bilancio si aggrava di continuo: finora sono 13 i morti, decine i feriti e un migliaio le persone sfollate dalle proprie abitazioni. E’ il conto terribile del disastro ferroviario avvenuto questa notte, all’uscita dalla stazione di Viareggio, nel tratto dove i binari corrono ancora in mezzo ai palazzi, nel cuore della città abitata. Il treno, partito da Trecate [Novara] con destinazione Caserta, era composto da vagoni-cisterna che trasportavano Gpl [gas di petrolio liquefatto], che si sarebbe incendiato per poi esplodere dopo il deragliamento, avvenuto per un cedimento strutturale nel primo carro a causa della rottura di un asse. Questa è la ricostruzione ufficiale delle Fs e del suo amministratore delegato, Mauro Moretti, che ha escluso errori da parte dei macchinisti, precisando invece che si tratta di treni appartenenti a società internazionali. I vagoni coinvolti risulterebbero immatricolati dalle ferrovie polacche e tedesche, mentre il primo appartiene alla società Gatx Rail di Vienna: dunque, fanno capire alle Fs, è la società proprietaria che deve garantire revisione e sicurezza del vettore e attenersi alle norme di trasporto europee.
Di tutt’altro avviso sindacati e lavoratori. «I primi riscontri darebbero ragione ai tanti allarmi lanciati in questi mesi dai sindacati, su cui l’azienda aveva reagito. E nelle ferrovie c’è un uso di materiali troppo vecchio», ha detto il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. «La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico, mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l’elevatissimo rischio connesso. Si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa S. Rossore e a Prato – denuncia una nota dei delegati Rsu/Rls dei ferrovieri – Il fatto che i carri possano essere di proprietà delle singole aziende produttrici delle merci trasportate e non del gruppo Fs non può essere utilizzato come giustificazione. Anzi, questa circostanza pone drammatici interrogativi sulle modalità di controllo e di verifica adottate per l’ammissione a circolare sulla rete». E i sindacati di base se la prendono con la dirigenza di Fs, responsabile «di aver dirottato risorse e tecnologia sull’alta velocità, lasciando che il resto del servizio ferroviario, in particolare merci e pendolari, deperisse sia in termini di qualità che di sicurezza».
Ma l’altro problema determinante è, appunto, la liberalizzazione dei binari [per cui la rete ferroviaria può essere prenotata per il transito dei convogli di più operatori], che per il trasporto merci è avvenuta a gennaio 2007 e che andrà estesa ai passeggeri entro il 2010. E’ l’Unione europea a stabilirlo, poi ciascun paese la realizza a suo modo. «Chiediamo alla Ue di omogeneizzare e armonizzare le diverse normative nazionali… e un comune modo di dare licenze e certificati di sicurezza», ha chiesto di recente Moretti, in qualità di presidente del Cer [Comunità delle ferrovie europee], in nome della libera concorrenza. Appello raccolto subito dal commissario europeo ai trasporti, Antonio Tajani [Pdl]: «A Lussemburgo ho lanciato un appello a tutti gli stati membri per non ostacolare le liberalizzazioni». Ma le dichiarazioni della Gatx, proprietaria del vagone deragliato per primo a Viareggio, indicano bene lo scenario presente e futuro. In pratica, dice la società viennese, loro si limitano ad affittare i mezzi ferroviari, relativamente nuovi e controllati, con contratti di durata variabile. Poi se la devono vedere i clienti finali, che sono i responsabili delle sostanze trasportate, della manutenzione e della gestione del mezzo. «E’ come quando si affitta un’auto», dice la Gatx, che assicura che, per loro, si tratta del primo incidente del genere. E, in riferimento al vagone all’origine della tragedia di Viareggio, ancora non sanno dire chi siano gli affittuari: ne hanno migliaia.
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Anna Pacilli
Investimenti concentrati sull'alta velocità, tagli sulle tratte dei pendolari e a discapito della sicurezza, liberalizzazioni selvagge. Sono gli ingredienti di uno dei più gravi disastri ferroviari, questa notte a Viareggio, indicativo del trasporto su ferro che si prepara.
Il bilancio si aggrava di continuo: finora sono 13 i morti, decine i feriti e un migliaio le persone sfollate dalle proprie abitazioni. E’ il conto terribile del disastro ferroviario avvenuto questa notte, all’uscita dalla stazione di Viareggio, nel tratto dove i binari corrono ancora in mezzo ai palazzi, nel cuore della città abitata. Il treno, partito da Trecate [Novara] con destinazione Caserta, era composto da vagoni-cisterna che trasportavano Gpl [gas di petrolio liquefatto], che si sarebbe incendiato per poi esplodere dopo il deragliamento, avvenuto per un cedimento strutturale nel primo carro a causa della rottura di un asse. Questa è la ricostruzione ufficiale delle Fs e del suo amministratore delegato, Mauro Moretti, che ha escluso errori da parte dei macchinisti, precisando invece che si tratta di treni appartenenti a società internazionali. I vagoni coinvolti risulterebbero immatricolati dalle ferrovie polacche e tedesche, mentre il primo appartiene alla società Gatx Rail di Vienna: dunque, fanno capire alle Fs, è la società proprietaria che deve garantire revisione e sicurezza del vettore e attenersi alle norme di trasporto europee.
Di tutt’altro avviso sindacati e lavoratori. «I primi riscontri darebbero ragione ai tanti allarmi lanciati in questi mesi dai sindacati, su cui l’azienda aveva reagito. E nelle ferrovie c’è un uso di materiali troppo vecchio», ha detto il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. «La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico, mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l’elevatissimo rischio connesso. Si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa S. Rossore e a Prato – denuncia una nota dei delegati Rsu/Rls dei ferrovieri – Il fatto che i carri possano essere di proprietà delle singole aziende produttrici delle merci trasportate e non del gruppo Fs non può essere utilizzato come giustificazione. Anzi, questa circostanza pone drammatici interrogativi sulle modalità di controllo e di verifica adottate per l’ammissione a circolare sulla rete». E i sindacati di base se la prendono con la dirigenza di Fs, responsabile «di aver dirottato risorse e tecnologia sull’alta velocità, lasciando che il resto del servizio ferroviario, in particolare merci e pendolari, deperisse sia in termini di qualità che di sicurezza».
Ma l’altro problema determinante è, appunto, la liberalizzazione dei binari [per cui la rete ferroviaria può essere prenotata per il transito dei convogli di più operatori], che per il trasporto merci è avvenuta a gennaio 2007 e che andrà estesa ai passeggeri entro il 2010. E’ l’Unione europea a stabilirlo, poi ciascun paese la realizza a suo modo. «Chiediamo alla Ue di omogeneizzare e armonizzare le diverse normative nazionali… e un comune modo di dare licenze e certificati di sicurezza», ha chiesto di recente Moretti, in qualità di presidente del Cer [Comunità delle ferrovie europee], in nome della libera concorrenza. Appello raccolto subito dal commissario europeo ai trasporti, Antonio Tajani [Pdl]: «A Lussemburgo ho lanciato un appello a tutti gli stati membri per non ostacolare le liberalizzazioni». Ma le dichiarazioni della Gatx, proprietaria del vagone deragliato per primo a Viareggio, indicano bene lo scenario presente e futuro. In pratica, dice la società viennese, loro si limitano ad affittare i mezzi ferroviari, relativamente nuovi e controllati, con contratti di durata variabile. Poi se la devono vedere i clienti finali, che sono i responsabili delle sostanze trasportate, della manutenzione e della gestione del mezzo. «E’ come quando si affitta un’auto», dice la Gatx, che assicura che, per loro, si tratta del primo incidente del genere. E, in riferimento al vagone all’origine della tragedia di Viareggio, ancora non sanno dire chi siano gli affittuari: ne hanno migliaia.
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