Viareggio, un altro disastro annunciato
Anna Pacilli
Investimenti concentrati sull'alta velocità, tagli sulle tratte dei pendolari e a discapito della sicurezza, liberalizzazioni selvagge. Sono gli ingredienti di uno dei più gravi disastri ferroviari, questa notte a Viareggio, indicativo del trasporto su ferro che si prepara.
Il bilancio si aggrava di continuo: finora sono 13 i morti, decine i feriti e un migliaio le persone sfollate dalle proprie abitazioni. E’ il conto terribile del disastro ferroviario avvenuto questa notte, all’uscita dalla stazione di Viareggio, nel tratto dove i binari corrono ancora in mezzo ai palazzi, nel cuore della città abitata. Il treno, partito da Trecate [Novara] con destinazione Caserta, era composto da vagoni-cisterna che trasportavano Gpl [gas di petrolio liquefatto], che si sarebbe incendiato per poi esplodere dopo il deragliamento, avvenuto per un cedimento strutturale nel primo carro a causa della rottura di un asse. Questa è la ricostruzione ufficiale delle Fs e del suo amministratore delegato, Mauro Moretti, che ha escluso errori da parte dei macchinisti, precisando invece che si tratta di treni appartenenti a società internazionali. I vagoni coinvolti risulterebbero immatricolati dalle ferrovie polacche e tedesche, mentre il primo appartiene alla società Gatx Rail di Vienna: dunque, fanno capire alle Fs, è la società proprietaria che deve garantire revisione e sicurezza del vettore e attenersi alle norme di trasporto europee.
Di tutt’altro avviso sindacati e lavoratori. «I primi riscontri darebbero ragione ai tanti allarmi lanciati in questi mesi dai sindacati, su cui l’azienda aveva reagito. E nelle ferrovie c’è un uso di materiali troppo vecchio», ha detto il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. «La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico, mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l’elevatissimo rischio connesso. Si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa S. Rossore e a Prato – denuncia una nota dei delegati Rsu/Rls dei ferrovieri – Il fatto che i carri possano essere di proprietà delle singole aziende produttrici delle merci trasportate e non del gruppo Fs non può essere utilizzato come giustificazione. Anzi, questa circostanza pone drammatici interrogativi sulle modalità di controllo e di verifica adottate per l’ammissione a circolare sulla rete». E i sindacati di base se la prendono con la dirigenza di Fs, responsabile «di aver dirottato risorse e tecnologia sull’alta velocità, lasciando che il resto del servizio ferroviario, in particolare merci e pendolari, deperisse sia in termini di qualità che di sicurezza».
Ma l’altro problema determinante è, appunto, la liberalizzazione dei binari [per cui la rete ferroviaria può essere prenotata per il transito dei convogli di più operatori], che per il trasporto merci è avvenuta a gennaio 2007 e che andrà estesa ai passeggeri entro il 2010. E’ l’Unione europea a stabilirlo, poi ciascun paese la realizza a suo modo. «Chiediamo alla Ue di omogeneizzare e armonizzare le diverse normative nazionali… e un comune modo di dare licenze e certificati di sicurezza», ha chiesto di recente Moretti, in qualità di presidente del Cer [Comunità delle ferrovie europee], in nome della libera concorrenza. Appello raccolto subito dal commissario europeo ai trasporti, Antonio Tajani [Pdl]: «A Lussemburgo ho lanciato un appello a tutti gli stati membri per non ostacolare le liberalizzazioni». Ma le dichiarazioni della Gatx, proprietaria del vagone deragliato per primo a Viareggio, indicano bene lo scenario presente e futuro. In pratica, dice la società viennese, loro si limitano ad affittare i mezzi ferroviari, relativamente nuovi e controllati, con contratti di durata variabile. Poi se la devono vedere i clienti finali, che sono i responsabili delle sostanze trasportate, della manutenzione e della gestione del mezzo. «E’ come quando si affitta un’auto», dice la Gatx, che assicura che, per loro, si tratta del primo incidente del genere. E, in riferimento al vagone all’origine della tragedia di Viareggio, ancora non sanno dire chi siano gli affittuari: ne hanno migliaia.
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