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Ex Eutelia. Raid squadristico contro il presidio degli operai
Emiliano Viccaro
Quindici vigilantes, comandati dall'ex amministratore delegato, si spacciano per poliziotti e fanno irruzione nello stabilimento presidiato dai lavoratori in lotta contro il piano di licenziamenti. Una troupe di giornalisti Rai riprende la scena e chiama la polizia. Sindacati e sinistra denunciano "l'aggressione squadristica" e chiedono l'intervento del governo.
Una cosa del genere non si era mai vista. O meglio, si era vista a cavallo del “biennio rosso” e i primi anni venti, durante la nascita del fascismo, quando le milizie in camicia nera davano man forte agli industriali rompendo i picchetti degli scioperi operai. Questa mattina, all’alba, una quindicina di vigilantes, comandati da Samuele Landi, ex amministratore delegato della società informatica Agile [ex Eutelia], hanno fatto irruzione nella sede del gruppo presidiato dai lavoratori, nel quartiere Tiburtino. Obiettivo del raid, interrompere l’occupazione dei locali da parte dei dipendenti da tre mesi non ricevono lo stipendio e in mobilitazione permanente contro i tagli e i licenziamenti.
La proprietà, infatti, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo nei confronti di 1200 dipendenti in tutta Italia, 284 nella sola sede di Roma. Davanti questa decisione, i 2000 dipendenti hanno deciso di occupare le sedi di Torino, Ivrea, Pregnana Milanese, Napoli e Roma. La vicenda inizia negli anni ‘90 quando la Olivetti Solutions viene venduta prima alla multinazionale Wang e poi a Getronix. Nel 2006 la famiglia aretina Landi compra Getronix e numerose altre aziende. Dalla fusione di queste imprese viene creato il marchio Eutelia. I bilanci dell’impresa iniziano ad andare in rosso e attirano l’attenzione della guardia di finanza che apre delle indagini. A giugno 2008 viene annunciata la crisi, parte la cassa integrazione per i lavoratori e poi i contratti di solidarietà. A gennaio 2009 viene annunciata la dismissione del settore informatico. A giugno la famiglia Landi cede il ramo informatico ad Agile, piccola srl di Potenza a sua volta rilevata a da Omega spa. Da allora, crisi nera e procedimenti di mobilità.
Nella capitale il presidio è iniziato il 28 ottobre scorso con l’occupazione dei tetti dello stabilimento. Per spezzare la resistenza, questa mattina i vigilantes, armati con piedi di porco, hanno divelto le porte degli uffici, hanno svegliato i lavoratori puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciandosi per poliziotti, chiedendo i documenti, minacciando gli stessi lavoratori e impedendo loro di muoversi. Sfortunatamente per le guardie giurate, all’irruzione erano presenti le telecamere del programma “Crash” di Rai Educational che hanno ripreso la scena. Federico Ruffo, giornalista Rai, si è rifiutato di consegnare i documenti e ha chiamato la polizia. Gli agenti hanno identificato i componenti della falsa squadra e il proprietario dell’azienda, facendoli immediatamente uscire prima che la tensione degenerasse in uno scontro con i lavoratori. La Digos ha acquisito i nastri della registrazione per stabilire la dinamica dei fatti.
“L’attacco contro la protesta dei lavoratori mostra il volto violento dell’imprenditoria – ha detto Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio – I sindacati hanno chiesto l’intervento immediato della presidenza del consiglio dei ministri affinché convochi un tavolo per risolvere, con un vero piano industriale, la vertenza Eutelia e il dramma occupazionale dei suoi dipendenti. "Siamo tornati indietro ai primi dell’800 – ha commentato Andrea Alzetta, consigliere comunale – L’ultimo episodio simile a questo risale ai tempi della rivoluzione industriale. Ritengo gravissimo questo atto di aggressione, operato con il metodo di terrore sdoganato e legittimato dal governo”.
Sulla vicenda è intervenuta anche Alessandra Tibaldi, assessore regionale al lavoro, che ha chiesto “la convocazione urgente di un tavolo di confronto nazionale sulla vertenza Eutelia. Non si può accettare l’intervento di sgombero del presidio dei lavoratori. Qualora i tempi di convocazione dovessero slittare – ha concluso Tibaldi – la Regione è pronta a convocare le parti d’intesa con il Prefetto". Oggi alle 18, sit in davanti alla Camera promosso dai giovani del Pdci, "per protestare contro un’aggressione che ricorda gli squadroni della morte sudamericani”.
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