La Omsa licenzia, il boicottaggio corre su Facebook
evento pubblico per salvare 239 posti di lavoro
Duecentotrentanove persone, in maggioranza donne, che perderanno il posto di lavoro a metà marzo (oggi in cassa integrazione straordinaria). E' questo il destino delle lavoratrici e dei lavoratori della Omsa di Faenza che, per decisione della casa madre Golden Lady, chiuderà i battenti per trasferirsi in un paese dell'Est. Già si era scatenata nei giorni scorsi la rabbia dei sindacati che avevano bollato l'iniziativa come "inaccettabile" e il comportamento dei vertici aziendali "arrogante". Alle proteste dei lavoratori si aggiunge ora il tam tam della rete e l'esortazione al boicottaggio corre su Facebook.
Evento pubblico su Facebook - A far piovere critiche sulla società guidata da Nerino Grassi è ora il popolo del web, con un evento pubblico sul social network , in programma il 31 gennaio dalle 19 alle 22 e intitolato "Mai più Omsa". Attiva da un paio di giorni, la pagina creata da Massimo Malerba - che rilancia il "Mai più Omsa" anche su "Il Post viola", blog ufficiale del Popolo Viola - ha già raccolto 23.700 partecipanti al "boicottaggio" (ma il ritmo di crescita é rapidissimo: alcune decine al minuto) mentre gli incerti superano i 1.600 e gli invitati sfondano il tetto dei 256.000: chiunque clicchi su Facebook il bottone "parteciperò", infatti, si impegna a non acquistare prodotti Omsa e Golden Lady e a invitare amici e parenti a fare altrettanto, oltre a invitare almeno 10 amici a quest'evento.
La decisione aziendale - La rivolta che prende il via dal licenziamento di massa alla Omsa deciso dal produttore di calze di Castiglione delle Stiviere - gruppo mantovano titolare, di marchi come Philippe Matignon, Sisi, Hue Donna, Hue Uomo, Saltallegro, Saltallegro bebé, oltre a Omsa e Golden Lady - è stato rivelato il 29 dicembre scorso da due sindacalisti faentini della Filctem-Cgil. La comunicazione con la scelta di procedere alla "risoluzione dei rapporti di lavoro" alla Omsa al termine della cassa integrazione straordinaria fissata per il 14 di marzo, era stata inoltrata via fax, il 27 dicembre a pochi giorni dall'incontro al ministero dello Sviluppo Economico a Roma, tra azienda, istituzioni e sindacati, avvenuto il 23 dicembre e concluso con un "arrivederci" al 12 gennaio.
Sindacati in rivolta - Un atto che le segreterie di Cgil, Cisl e Uil avevano subito bollato come "provocatorio e arrogante", foriero di "una reazione compatta di tutti i soggetti che si sono mobilitati contro questa tragedia di disimpegno irresponsabile da parte del gruppo" mantovano. Gruppo che alla Omsa - entrata in Golden Lady Company nel 1992 - impiega a Faenza 239 dipendenti, parte dei 3.500 dislocati in 11 stabilimenti produttivi in Europa, oltre all'americana Kayser Roth Corporation forte di 4 stabilimenti produttivi e 1.500 dipendenti.
"La decisione di chiudere lo stabilimento di Faenza per riaprirlo in Serbia non ha giustificazione - si legge sulla pagina di protesta su Facebook -: la Omsa, infatti, non è in crisi, produce e vende tantissimo, si fregia del marchio Made in Italy e in Italia ha il grosso del suo mercato. Ma in Serbia, forse, può sfruttare meglio chi lavora". Negli scorsi mesi la vicenda Omsa aveva ricevuto diversa attenzione mediatica. Oltre a una pagina Facebook attiva da tempo, intitolata "Boicotta Omsa", il caso era stato seguito dalla stampa locale e nazionale, da esponenti dell'Italia dei Valori e da diverse trasmissioni televisive mentre le lavoratrici dello stabilimento faentino hanno dato vita a diversi interventi teatrali in giro per il Paese.
GRUPPO
https://www.facebook.com/events/297755890270427/
LEGGI RISPOSTA DELLA DITTA
http://cipiri.blogspot.com/2012/01/web-batte-omsa-1-0.html
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