Con il 92,7% dei voti,
Maurizio Landini è il nuovo Segretario Generale della CGIL
Confederazione Generale Italiana del Lavoro.
«Ho cominciato a lavorare a 15 anni, a fare l’apprendista saldatore. Eravamo un gruppo di ragazzi giovani, lavoravamo in una cooperativa di Reggio Emilia. Dovevamo lavorare all’aperto, faceva freddo d’inverno e c’era un disagio. Non è che volessimo lavorare meno, volevamo vedere riconosciuto questo disagio e abbiamo chiesto alla cooperativa di affrontare questo problema. Era una cooperativa rossa, eravamo tutti iscritti al Partito Comunista e i dirigenti ci dissero che sì, avevamo ragione, però dovevamo tenere conto che la cooperativa aveva dei problemi e che dovevamo fare degli sforzi. Io ero giovane e d’istinto mi venne di interromperlo e di dirgli: “Guarda, tu sei un dirigente, e io in tasca ho la tessera del partito che hai anche tu. Però ho freddo lo stesso”. Lì ho capito una cosa: il sindacato deve rappresentare le condizioni di chi lavora
e non deve guardare in faccia nessuno.»
Dal discorso tenuto il 16 giugno 2011 in occasione della manifestazione Tutti in piedi!
La Cgil come antidoto ai populismi, ai fascismi, all’assenza di risposte per il mondo del lavoro. Maurizio Landini, neo eletto segretario generale della Cgil, ha chiuso i lavori del XVIII Congresso con un intervento programmatico: più delegati, più giovani, più attenzione alle tematiche di genere soprattutto più vicinanza ai lavoratori anche rilanciando il modello del sindacato di strada. Nette le critiche al Governo: dovevano cambiare l’Europa e sono tornati solo con più debiti. Non stanno dando al Paese le risposte di cui ha bisogno, serve più lavoro, quindi investimenti, e lavoro buono. “Oggi anche chi lavora può non farcela e il reddito di cittadinanza ignora queste persone che sono tante”. Contro le politiche del Governo - Non basta indossare una felpa per risolvere i problemi delle persone-, Landini ha ribadito l’importanza della manifestazione unitaria del #9febbraio . Sul vento di rabbia e risentimento che sta infiammando il Paese, ha sottolineato come la rottura del rapporto tra mondo del lavoro e la sua tradizionale rappresentanza politica, ha negato le risposte consegnando il Paese a populismi e neoliberisti. “Appena eletto, il mio primo impegno è stato andare ad una assemblea dell’Anpi perché dobbiamo ribadire che i valori dell’Antifascismo e della Resistenza sono attuali”. La platea del congresso si è accesa quando il nuovo segretario generale ha ricordato, “Noi siamo quelli che vogliono cambiare il Paese. Non Salvini. Noi siamo la Cgil!”.
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