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giovedì 13 agosto 2020

Martiri di piazzale Loreto di Aligi Sassu

Martiri di piazzale Loreto di Aligi Sassu


 Racconta un drammatico e infamante episodio compiuto dai membri 
della Repubblica di Salò nel 1944.

Aligi Sassu, I martiri di piazzale Loreto, agosto 1944, olio su tela. Roma, 
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Descrizione de I martiri di piazzale Loreto di Aligi Sassu
Un mucchio di cadaveri di giovani partigiani è addossato contro un muro sul quale sono appesi dei manifesti. Inoltre i corpi dei giovani sono scomposti e coperti di sangue.

Interpretazioni e simbologia de I martiri di piazzale Loreto di Aligi Sassu
Aligi Sassu militò nella Resistenza italiana e quindi fu un artista molto sensibile ai temi della lotta partigiana. Inoltre nel dopoguerra si impegnò nelle battaglie sociali dei lavoratori. Nel dipinto i corpi a terra sono quelli di giovani italiani trucudati e vilipesi dai militanti della Repubblica di Salò.

Il dipinto racconta un fatto avvenuto in piazzale Loreto a Milano, tra viale Andrea Doria e corso Buenos Aires, il 10 agosto 1944. Il capitano delle SS Theodor Saevecke ordinò al capitano Pasquale Cardella di fucilare alcuni partigiani per rappresaglia contro un’azione ai danni dei soldati tedeschi. Infatti l’8 agosto 1944 un gruppo di ignoti compì un attentato contro un camion tedesco.  Nell’attentato non morì alcun soldato e le vittime furono invece civili milanesi, 6 morti e 11 feriti.

I militi repubblichini del gruppo “Oberdan della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti” prelevarono così quindici uomini dal carcere di San Vittore. Dopo aver eseguito la condanna i corpi vennero lasciati sul posto per tutto il giorno esposti al sole cocente. Inoltre i legionari che sorvegliavano i cadaveri insieme agli ausiliari della RSI (Repubblica Sociale Italiana), vitupirarono i corpi oltraggiandoli. I soldati obbligarono anche i passanti a fermarsi e a osservare la scena come monito.

L’artista scrisse un libro intitolato Un grido di colore nel quale racconta la nascita del dipinto. Inoltre descrive il proprio stato d’animo che non era di odio ma di profonda tristezza per la guerra fratricida. Per questo il primo titolo del dipinto era “Guerra civile“.

I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Lo storico dell’Arte Giulio Carlo Argan acquistò i Martiri di Piazza Loreto di Guttuso presso la Biennale d’Arte Internazionale di Venezia del 1952. L’opera fu quindi esposta presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

La storia dell’opera I martiri di piazzale Loreto di Aligi Sassu
Aligi Sassu dipinse l’opera che raffigura i martiri civili nell’agosto del 1944.

Lo stile del dipinto I martiri di piazzale Loreto di Aligi Sassu
Aligi Sassu è considerato un pittore neorealista e utilizzò un linguaggio pittorico particolarmente crudo per descrivere il massacro.

La tecnica
Il dipinto di Aligi Sassu che racconta la drammatica fucilazione avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale è una grande tela realizzata con colori ad olio.

Il colore e l’illuminazione
Il colore rosso diffuso su tutta la superficie dell’opera caratterizza l’intera composizione cromatica. Emergono quindi gli abiti di colore blu verso destra e in prossimità della parte centrale del bordo di sinistra. All’interno della massa di personaggi inoltre i toni più chiari permettono di evidenziare drammaticamente il rosso del sangue che si sparge anche al suolo di colore ocra chiaro. Lo sfondo è rappresentato da una palizzata scura sulla quale 
sono risposte macchie di colori vivaci gialli, rossi e blu.

Lo spazio
Il gruppo di cadaveri è disposto in primo piano e i corpi sono ammassati al suolo. La profondità della scena inoltre è limitata poiché immediatamente dietro i corpi si alza un parete
 che chiude lo spazio di fondo.

La composizione e l’inquadratura
L’opera è di forma rettangolare e la disposizione orizzontale delle figure sottolinea raggruppamento casuale dei corpi al suolo. Invece lo sfondo è definito dalle assi verticali
 e dai manifesti incollati sopra la palizzata.



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