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venerdì 23 aprile 2010

Fiat. Marchionne agli operai: «Accontentatevi»

Fiat. Marchionne agli operai: «Accontentatevi»
Parte la fase del «confronto» con le parti sociali. L'ad del Lingotto incontra Scajola, poi si rivolge alle organizzazioni dei lavoratori: «Si possono accontentare. Su Termini Imerese il discorso è chiuso, a Pomigliano investiamo solo se c'è l'accordo». Rinaldini: «Inaccettabile la chiusura di Termini, e non accettiamo diktat»
«Faremo più o meno 20 miliardi di investimenti, direi che i sindacati si possono accontentare». Lo dichiara oggi 22 aprile l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, a margine dell’incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Alla riunione era presente anche il nuovo presidente, John Elkann. Dopo la presentazione del piano industriale, illustrato ieri dal Lingotto, inizia così la fase del confronto con le parti sociali. Con l’ad che detta la linea per il futuro, specificando che «ci vorranno cinque anni» per spendere i nuovi fondi.
Marchionne si rivolge direttamente alle organizzazioni dei lavoratori: «Il discorso su Termini Imerese è già chiuso», conferma. L’aumento dell’occupazione dei dipendenti Fiat in Italia, dunque, non salverà dalla chiusura lo stabilimento siciliano.
Più complessa la situazione di Pomigliano. «Se non troviamo l’accordo – avverte – sono disposto a non investire». Per questo stabilimento, a suo giudizio, è necessario che i sindacati firmino un’intesa sulla flessibilità del lavoro: «A Pomigliano bisogna chiudere un accordo, e se non si chiude l’investimento non parte». Interpellato sull’ipotesi di un’intesa separata senza la Cgil, ribadisce: «La cosa importante è trovare l’accordo. Senza l’accordo non si possono fare gli investimenti: ci sono 700 milioni che stanno aspettando che qualcuno decida di mettersi d’accordo».
Sulla struttura dell’azienda, infine, annuncia che «le partecipazioni finanziarie restano in Fiat, così come La Stampa che non è una partecipazione finanziaria».
Il ministro dello Sviluppo economico Scajola, informa una nota «ha rivolto al presidente Elkann gli auguri di buon lavoro e dopo aver espresso apprezzamento per il nuovo piano industriale del gruppo, che conferma la centralità dell’Italia, ha concordato con l’amministratore delegato Marchionne un percorso di confronto con il governo e le parti sociali che riguarderà il nuovo piano nel suo complesso e l’impatto sui singoli stabilimenti italiani».
Il piano industriale presentato dall’amministratore delegato della Fiat contiene indubbi elementi di novità, a partire dall’obiettivo di produrre nel nostro paese 1.400.000 automobili nel 2014. Prendiamo quindi atto positivamente della sostanziale modifica di quanto previsto in precedenza dall’azienda», ha dichiarato invece il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini. «Nello stesso tempo – aggiunge – rimane invece incomprensibile e inaccettabile la scelta di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, tanto più a fronte di una ipotesi di crescita della produzione totale di automobili. Non condividiamo piani industriali che prevedano la chiusura di un intero stabilimento e il licenziamento di tutti i suoi dipendenti. L’incremento della produzione è previsto dall’azienda a partire dal secondo semestre del 2011, ovvero dallo stesso periodo in cui dovrebbe avere inizio la nuova attività dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Va sottolineato che per il 2010, e per il primo semestre 2011, si accentua il calo della produzione, con una previsione di caduta del mercato dell’auto del 10 per cento in Europa e del 18 per cento in Italia. Questo significa che i prossimi mesi saranno segnati da un esteso e diffuso ricorso alla cassa integrazione per gran parte degli stabilimenti Fiat e dell’intera filiera dell’auto. Ci troviamo quindi di fronte, a una situazione di vera emergenza sociale. Si tratta di un problema che chiama in causa il governo e la Fiat sia per l’estensione della durata della cassa integrazione, che per i livelli e le forme dell’integrazione al reddito. Inoltre, nulla è stato specificato sull’insieme della filiera produttiva dell’auto e sulle conseguenti ricadute occupazionali che dovranno essere oggetto di uno specifico incontro. In generale, e in particolare per lo stabilimento di Pomigliano, la Fiat ha posto ai sindacati una serie di condizioni relative alle modalità di impiego dei lavoratori».
«La Fiom – ha concluso Rinaldini – è disponibile alla trattativa che, in quanto tale, non prevede la firma apposta dai sindacati in calce a testi scritti sotto dettatura. Nulla impedisce alla Fiat di procedere nei suoi piani di investimento. Per quanto ci riguarda, il consenso delle lavoratrici e dei lavoratori interessati agli accordi è vincolante rispetto ai nostri comportamenti. Proponiamo alle altre organizzazioni sindacalidei metalmeccanici di promuovere nei prossimi giorni assemblee unitarie allo scopo di informare direttamente i lavoratori di quanto è stato detto ieri dalla Fiat».

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