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Portovesme, Porto Torres, Arese, Roma: quattro battaglie operaie
Linda Panco
Il blitz notturno al porto degli operai dell'Alcoa, lo sciopero della fame di quelli della Vinylis, l'occupazione dell'autostrada di quelli dell'Alfa Romeo di Arese, la campagna di solidarietà con gli operai Eutelia senza stipendio da quattro mesi: e c'è chi dice che la crisi è alle nostre spalle
I lavoratori dell’Alcoa di Portovesme hanno bloccato nella notte una nave carica di carbone destinato alla vicina centrale Enel, mentre prosegue il presidio davanti alla fabbrica di alluminio di cui la multinazionale americana ha annunciato la chiusura. Il blitz è scattato poco dopo mezzanotte: gli operai si sono dati appuntamento al porto, accanto all’area industriale di Portovesme, e hanno impedito lo scarico del carbone. Poi sono entrati nella centrale Enel e soltanto dopo una lunga trattativa hanno lasciato l’impianto attorno alle 2.30. Un’auto parcheggiata lungo la strada fra lo stabilimento Alcoa e la centrale è stata incendiata. Il presidio all’Alcoa dalla scorsa settimana blocca l’uscita dell’alluminio prodotto nello stabilimento, circa 400 tonnellate al giorno. Centinaia di persone, fra lavoratori, amministratori e familiari, si preparano a partire mercoledì sera da Cagliari per raggiungere Roma e partecipare alla manifestazione promossa dai sindacati, in piazza Colonna, giovedì prossimo. Stasera si riuniranno le segreterie di Cgil, Cisl e Uil del Sulcis per organizzarsi.
A Porto Torres continua l’occupazione degli stabilimenti Vinyls da parte degli operai da oggi in cassa integrazione. Una settantina di lavoratori, tutti in sciopero della fame, hanno occupato dalle 6 di ieri il sesto piano della palazzina «finitura» con un presidio nelle «sale controllo pvc e vcm». Sono 101 su circa 140 i dipendenti interessati dalle procedure di cassa integrazione, che dovrebbero durare sei settimane, mentre a quattordici giovani, assunti con contratto di apprendistato per due anni, non sarà rinnovata l’assunzione. In un comunicato inviato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al presidente della Regione sarda Ugo Cappellacci, alle istituzioni e ai sindacati del territorio e alla direzione degli stabilimenti, i lavoratori hanno posto tre condizioni per la smobilitazione: la riconferma e la trasformazione dei contratti di apprendistato in scadenza, la rotazione completa del personale per una efficiente e reale sicurezza delle squadre con una riduzione quindi della cassa integrazione, e un immediato intervento di Regione e amministratori locali nei confronti del governo perché imponga un rapido avviamento degli impianti col rilancio delle produzioni di cloro-derivati. La Vinyls è attualmente commissariata.
Un gruppo di operai dell’Alfa Romeo di Arese, nel milanese, ha invece bloccato nella mattina per circa mezz’ora l’autostrada A9, all’altezza del casello di Lainate, per protestare contro il trasferimento a Torino di 232 lavoratori. Il corteo era partito dallo stabilmento e i lavoratori poi sono tornati davanti ai cancelli, dove è in corso un presidio indetto dalle organizzazioni sindacali di categoria. «Fiat maschera i licenziamenti con i trasferimenti», ha spiegato Antonio Cribiù della Fiom. «Noi chiediamo che Fiat ritiri il provvedimento e che mantenga gli impegni presi per lo stabilimento di Arese, per questo siamo in piazza e chiediamo alla Provincia e alla Regione di intervenire. I lavoratori sono in cassa integrazione perché la Fiat dice che c’è un calo di lavoro, ma la Fiat ha comunque fatto degli utili e ha molte opportunità di salvare gli stabilimenti italiani. La sua politica industriale è quella di spostare gli stabilimenti all’estero e licenziare qui in Italia: così è stato fatto per Alfa, e il governo non interviene».
Ed è partita una campagna di solidarietà a favore delle lavoratrici e dei lavoratori Agile ex Eutelia di Roma che non ricevono lo stipendio da quattro mesi. Per sostenere le famiglie in difficoltà economiche è stato attivato il conto corrente intestato a Giovanni Seccia e Gloria Salvatori: Codice IBAN IT28 U076 0103 2000 0009 8822 810 – causale «solidarietà lavoratori Eutelia/Agile». Estratti conto periodici verranno pubblicati sul sito www.eulav.net.
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lunedì 23 novembre 2009
martedì 10 novembre 2009
Eutelia. Raid squadristico contro il presidio degli operai
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Ex Eutelia. Raid squadristico contro il presidio degli operai
Emiliano Viccaro
Quindici vigilantes, comandati dall'ex amministratore delegato, si spacciano per poliziotti e fanno irruzione nello stabilimento presidiato dai lavoratori in lotta contro il piano di licenziamenti. Una troupe di giornalisti Rai riprende la scena e chiama la polizia. Sindacati e sinistra denunciano "l'aggressione squadristica" e chiedono l'intervento del governo.
Una cosa del genere non si era mai vista. O meglio, si era vista a cavallo del “biennio rosso” e i primi anni venti, durante la nascita del fascismo, quando le milizie in camicia nera davano man forte agli industriali rompendo i picchetti degli scioperi operai. Questa mattina, all’alba, una quindicina di vigilantes, comandati da Samuele Landi, ex amministratore delegato della società informatica Agile [ex Eutelia], hanno fatto irruzione nella sede del gruppo presidiato dai lavoratori, nel quartiere Tiburtino. Obiettivo del raid, interrompere l’occupazione dei locali da parte dei dipendenti da tre mesi non ricevono lo stipendio e in mobilitazione permanente contro i tagli e i licenziamenti.
La proprietà, infatti, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo nei confronti di 1200 dipendenti in tutta Italia, 284 nella sola sede di Roma. Davanti questa decisione, i 2000 dipendenti hanno deciso di occupare le sedi di Torino, Ivrea, Pregnana Milanese, Napoli e Roma. La vicenda inizia negli anni ‘90 quando la Olivetti Solutions viene venduta prima alla multinazionale Wang e poi a Getronix. Nel 2006 la famiglia aretina Landi compra Getronix e numerose altre aziende. Dalla fusione di queste imprese viene creato il marchio Eutelia. I bilanci dell’impresa iniziano ad andare in rosso e attirano l’attenzione della guardia di finanza che apre delle indagini. A giugno 2008 viene annunciata la crisi, parte la cassa integrazione per i lavoratori e poi i contratti di solidarietà. A gennaio 2009 viene annunciata la dismissione del settore informatico. A giugno la famiglia Landi cede il ramo informatico ad Agile, piccola srl di Potenza a sua volta rilevata a da Omega spa. Da allora, crisi nera e procedimenti di mobilità.
Nella capitale il presidio è iniziato il 28 ottobre scorso con l’occupazione dei tetti dello stabilimento. Per spezzare la resistenza, questa mattina i vigilantes, armati con piedi di porco, hanno divelto le porte degli uffici, hanno svegliato i lavoratori puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciandosi per poliziotti, chiedendo i documenti, minacciando gli stessi lavoratori e impedendo loro di muoversi. Sfortunatamente per le guardie giurate, all’irruzione erano presenti le telecamere del programma “Crash” di Rai Educational che hanno ripreso la scena. Federico Ruffo, giornalista Rai, si è rifiutato di consegnare i documenti e ha chiamato la polizia. Gli agenti hanno identificato i componenti della falsa squadra e il proprietario dell’azienda, facendoli immediatamente uscire prima che la tensione degenerasse in uno scontro con i lavoratori. La Digos ha acquisito i nastri della registrazione per stabilire la dinamica dei fatti.
“L’attacco contro la protesta dei lavoratori mostra il volto violento dell’imprenditoria – ha detto Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio – I sindacati hanno chiesto l’intervento immediato della presidenza del consiglio dei ministri affinché convochi un tavolo per risolvere, con un vero piano industriale, la vertenza Eutelia e il dramma occupazionale dei suoi dipendenti. "Siamo tornati indietro ai primi dell’800 – ha commentato Andrea Alzetta, consigliere comunale – L’ultimo episodio simile a questo risale ai tempi della rivoluzione industriale. Ritengo gravissimo questo atto di aggressione, operato con il metodo di terrore sdoganato e legittimato dal governo”.
Sulla vicenda è intervenuta anche Alessandra Tibaldi, assessore regionale al lavoro, che ha chiesto “la convocazione urgente di un tavolo di confronto nazionale sulla vertenza Eutelia. Non si può accettare l’intervento di sgombero del presidio dei lavoratori. Qualora i tempi di convocazione dovessero slittare – ha concluso Tibaldi – la Regione è pronta a convocare le parti d’intesa con il Prefetto". Oggi alle 18, sit in davanti alla Camera promosso dai giovani del Pdci, "per protestare contro un’aggressione che ricorda gli squadroni della morte sudamericani”.
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Ex Eutelia. Raid squadristico contro il presidio degli operai
Emiliano Viccaro
Quindici vigilantes, comandati dall'ex amministratore delegato, si spacciano per poliziotti e fanno irruzione nello stabilimento presidiato dai lavoratori in lotta contro il piano di licenziamenti. Una troupe di giornalisti Rai riprende la scena e chiama la polizia. Sindacati e sinistra denunciano "l'aggressione squadristica" e chiedono l'intervento del governo.
Una cosa del genere non si era mai vista. O meglio, si era vista a cavallo del “biennio rosso” e i primi anni venti, durante la nascita del fascismo, quando le milizie in camicia nera davano man forte agli industriali rompendo i picchetti degli scioperi operai. Questa mattina, all’alba, una quindicina di vigilantes, comandati da Samuele Landi, ex amministratore delegato della società informatica Agile [ex Eutelia], hanno fatto irruzione nella sede del gruppo presidiato dai lavoratori, nel quartiere Tiburtino. Obiettivo del raid, interrompere l’occupazione dei locali da parte dei dipendenti da tre mesi non ricevono lo stipendio e in mobilitazione permanente contro i tagli e i licenziamenti.
La proprietà, infatti, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo nei confronti di 1200 dipendenti in tutta Italia, 284 nella sola sede di Roma. Davanti questa decisione, i 2000 dipendenti hanno deciso di occupare le sedi di Torino, Ivrea, Pregnana Milanese, Napoli e Roma. La vicenda inizia negli anni ‘90 quando la Olivetti Solutions viene venduta prima alla multinazionale Wang e poi a Getronix. Nel 2006 la famiglia aretina Landi compra Getronix e numerose altre aziende. Dalla fusione di queste imprese viene creato il marchio Eutelia. I bilanci dell’impresa iniziano ad andare in rosso e attirano l’attenzione della guardia di finanza che apre delle indagini. A giugno 2008 viene annunciata la crisi, parte la cassa integrazione per i lavoratori e poi i contratti di solidarietà. A gennaio 2009 viene annunciata la dismissione del settore informatico. A giugno la famiglia Landi cede il ramo informatico ad Agile, piccola srl di Potenza a sua volta rilevata a da Omega spa. Da allora, crisi nera e procedimenti di mobilità.
Nella capitale il presidio è iniziato il 28 ottobre scorso con l’occupazione dei tetti dello stabilimento. Per spezzare la resistenza, questa mattina i vigilantes, armati con piedi di porco, hanno divelto le porte degli uffici, hanno svegliato i lavoratori puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciandosi per poliziotti, chiedendo i documenti, minacciando gli stessi lavoratori e impedendo loro di muoversi. Sfortunatamente per le guardie giurate, all’irruzione erano presenti le telecamere del programma “Crash” di Rai Educational che hanno ripreso la scena. Federico Ruffo, giornalista Rai, si è rifiutato di consegnare i documenti e ha chiamato la polizia. Gli agenti hanno identificato i componenti della falsa squadra e il proprietario dell’azienda, facendoli immediatamente uscire prima che la tensione degenerasse in uno scontro con i lavoratori. La Digos ha acquisito i nastri della registrazione per stabilire la dinamica dei fatti.
“L’attacco contro la protesta dei lavoratori mostra il volto violento dell’imprenditoria – ha detto Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio – I sindacati hanno chiesto l’intervento immediato della presidenza del consiglio dei ministri affinché convochi un tavolo per risolvere, con un vero piano industriale, la vertenza Eutelia e il dramma occupazionale dei suoi dipendenti. "Siamo tornati indietro ai primi dell’800 – ha commentato Andrea Alzetta, consigliere comunale – L’ultimo episodio simile a questo risale ai tempi della rivoluzione industriale. Ritengo gravissimo questo atto di aggressione, operato con il metodo di terrore sdoganato e legittimato dal governo”.
Sulla vicenda è intervenuta anche Alessandra Tibaldi, assessore regionale al lavoro, che ha chiesto “la convocazione urgente di un tavolo di confronto nazionale sulla vertenza Eutelia. Non si può accettare l’intervento di sgombero del presidio dei lavoratori. Qualora i tempi di convocazione dovessero slittare – ha concluso Tibaldi – la Regione è pronta a convocare le parti d’intesa con il Prefetto". Oggi alle 18, sit in davanti alla Camera promosso dai giovani del Pdci, "per protestare contro un’aggressione che ricorda gli squadroni della morte sudamericani”.
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mercoledì 4 novembre 2009
Protestano i lavoratori dell'Alcoa di Marghera
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Protestano i lavoratori dell'Alcoa di Marghera
I lavoratori dell’Alcoa di Porto Marghera protestano per scongiurare la chiusura della loro azienda, la multinazionale statunitense dell’alluminio. Questa mattina sono scesi in strada in circa cinquecento, provocando blocchi temporanei della Romea. Sembra, infatti, che l’Alcoa voglia andare avanti solo per poche settimane ancora. E i lavoratori minacciano iniziative clamorose come l’occupazione delle fabbriche.
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Protestano i lavoratori dell'Alcoa di Marghera
I lavoratori dell’Alcoa di Porto Marghera protestano per scongiurare la chiusura della loro azienda, la multinazionale statunitense dell’alluminio. Questa mattina sono scesi in strada in circa cinquecento, provocando blocchi temporanei della Romea. Sembra, infatti, che l’Alcoa voglia andare avanti solo per poche settimane ancora. E i lavoratori minacciano iniziative clamorose come l’occupazione delle fabbriche.
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