NON SAPEVO KE VOTASSERO ANKE GLI IMPIEGATI PER DECIDERE QUATE VOLTE POSSONO PISCIARE GLI OPERAI ???
LA VITTORIA DI PIRRO: MARCHIONNE HA OTTENUTO UN SI GRAZIE AL VOTO DEGLI IMPIEGATI (-20) E DI PARTE DEGLI STRATI OPERAI NON IN LINEA LA RESISTENZA E' STATA FORTE (IN AUMENTO RISPETTO A POMIGLIANO) GLI OPERAI SONO TORNATI AL CENTRO DELLA LOTTA POLITICA ! UNITI CONTRO LA CRISI ! UN SALUTO A TUTTI QUELLI CHE HANNO PASSATO ...LA NOTTE AL PC...SI CREANO FILI CHE NEANCHE IMMAGINIAMO !IL 28 GENNAIO SCIOPERO GENERALE CON LA FIOM. I CRUMIRI POSSONO RESTARE A CASA!!!
La Redazione
FG/ML/VA/SDT/FS/DM/AP.
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Comunque vada il referendum a Mirafiori noi andremo avanti. La lotta contro l’autoritarismo e il fascismo aziendale di Marchionne e per un lavoro dignitoso e libero continuerà.
E’ stata la Fiat a volere questo referendum, come hanno mostrato anche le goffe richieste di alcuni sindacati di rinviarlo. E’ stata la Fiat a volere il giudizio di Dio conclusivo sul contratto nazionale e sui diritti e le libertà sindacali.
I lavoratori di Mirafiori dovrebbero votare per conto di tutti i lavoratori italiani la rinuncia a tutto. Questo referendum non ha alcuna legittimità formale e morale, è solo una brutale estorsione a danni di lavoratrici e lavoratori che, in condizione libera, non avrebbero un dubbio a dire di no. La Fiat per prima ha dichiarato di non essere disposta ad accettare il no minacciando la chiusura della fabbrica. Perché allora, nel caso opposto, dovrebbe farlo la Fiom? Sapendo che anche coloro che voteranno sì lo faranno con la rabbia e le lacrime agli occhi?
Che il principale partito di opposizione, che si autodefinisce democratico, non veda la lesione dei principi costituzionali della democrazia in questo plebiscito autoritario, è la più grande vittoria di Berlusconi. Questo referendum è illegittimo formalmente e moralmente, anche perché secondo l’accordo dovrebbe essere l’ultima volta che si vota. Come in tutte le tirannie, si vota di non votare mai più. Non si eleggeranno più le rappresentanze sindacali, e le assemblee di oggi dovrebbero essere le ultime libere. Le iscrizioni alla Fiom saranno proibite, così come qualsiasi forma di libera scelta sindacale. Come chiamare questo, se non fascismo aziendale? D’altra parte, per imporre le condizioni di supersfruttamento che vuole la Fiat si può solo creare un regime di ricatto permanente. Anche dopo il voto, se dovesse passare il sì, i lavoratori subiranno sempre la minaccia o del licenziamento individuale, con le clausole capestro che saranno costretti a firmare uno per uno, o della chiusura della fabbrica, come è scritto nell’accordo.
Di fronte a questa vergogna tutte le parole paiono insufficienti e forse solo le lacrime del pensionato Fiat, comparse su tutte le tv, esprimono il dramma. Chi vede in questo il progresso o è un mascalzone o è un’idiota.
Comunque vada il voto i lavoratori non resteranno soli perché avranno la Fiom al loro fianco, dentro e fuori dalla fabbrica, nell’iniziativa sindacale così come di fronte ai giudici. La Fiom non firmerà mai questo accordo e continuerà la lotta per rovesciarlo. Non ci sono riusciti i tedeschi, nel 1945, a distruggere Mirafiori, non ci riuscirà Marchionne oggi.
Giorgio Cremaschi
http://laclasseoperaia.blogspot.com/2011/01/resisteremo-al-fascismo-aziendale.html
E’ stata la Fiat a volere questo referendum, come hanno mostrato anche le goffe richieste di alcuni sindacati di rinviarlo. E’ stata la Fiat a volere il giudizio di Dio conclusivo sul contratto nazionale e sui diritti e le libertà sindacali.
I lavoratori di Mirafiori dovrebbero votare per conto di tutti i lavoratori italiani la rinuncia a tutto. Questo referendum non ha alcuna legittimità formale e morale, è solo una brutale estorsione a danni di lavoratrici e lavoratori che, in condizione libera, non avrebbero un dubbio a dire di no. La Fiat per prima ha dichiarato di non essere disposta ad accettare il no minacciando la chiusura della fabbrica. Perché allora, nel caso opposto, dovrebbe farlo la Fiom? Sapendo che anche coloro che voteranno sì lo faranno con la rabbia e le lacrime agli occhi?
Che il principale partito di opposizione, che si autodefinisce democratico, non veda la lesione dei principi costituzionali della democrazia in questo plebiscito autoritario, è la più grande vittoria di Berlusconi. Questo referendum è illegittimo formalmente e moralmente, anche perché secondo l’accordo dovrebbe essere l’ultima volta che si vota. Come in tutte le tirannie, si vota di non votare mai più. Non si eleggeranno più le rappresentanze sindacali, e le assemblee di oggi dovrebbero essere le ultime libere. Le iscrizioni alla Fiom saranno proibite, così come qualsiasi forma di libera scelta sindacale. Come chiamare questo, se non fascismo aziendale? D’altra parte, per imporre le condizioni di supersfruttamento che vuole la Fiat si può solo creare un regime di ricatto permanente. Anche dopo il voto, se dovesse passare il sì, i lavoratori subiranno sempre la minaccia o del licenziamento individuale, con le clausole capestro che saranno costretti a firmare uno per uno, o della chiusura della fabbrica, come è scritto nell’accordo.
Di fronte a questa vergogna tutte le parole paiono insufficienti e forse solo le lacrime del pensionato Fiat, comparse su tutte le tv, esprimono il dramma. Chi vede in questo il progresso o è un mascalzone o è un’idiota.
Comunque vada il voto i lavoratori non resteranno soli perché avranno la Fiom al loro fianco, dentro e fuori dalla fabbrica, nell’iniziativa sindacale così come di fronte ai giudici. La Fiom non firmerà mai questo accordo e continuerà la lotta per rovesciarlo. Non ci sono riusciti i tedeschi, nel 1945, a distruggere Mirafiori, non ci riuscirà Marchionne oggi.
Giorgio Cremaschi
http://laclasseoperaia.blogspot.com/2011/01/resisteremo-al-fascismo-aziendale.html
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Ha vinto il sì. Ma la notte più lunga di Mirafiori, quella del referendum sul piano-Marchionne, è stata un vero e proprio testa a testa. Come in una lunga, estenuante partita di poker, i seggi sono stati 'spillati' uno ad uno. A decidere, a mettere a segno l'allungo decisivo per il sì, è stato il seggio 5, quello dei 449 impiegati.
Sacconi: ora nuova fase relazioni industrialiL'esito del referendum apre un'evoluzione nelle relazioni industriali soprattutto nelle grandi fabbriche che dovrebbe consentire un migliore uso degli impianti e effettiva crescita dei salari". Così, dai microfoni del Gr2 Rai, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi commenta il risultato del referendum della Fiat di Mirafiori.
Cremaschi (Fiom) la maggior parte degli operai ha detto no
"La maggioranza degli operai ha detto no. E' un atto di coraggio eccezionale e una colossale sconfitta politica e morale per Marchionne ed i suoi sostenitori. E' chiaro a tutti, ora, che c'e la forza per andare avanti e rovesciare l'accordo della vergogna". E' Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom, a commentare l'esito del referendum a Mirafiori.
Prima, nel count down iniziato con il seggio 9, il no era riuscito non solo a resistere, ma addirittura a segnare un certo vantaggio: i reparti del montaggio, roccaforti della Fiom, avevano risposto.
Al voto, iniziato col turno delle 22.00 di giovedì, hanno partecipato 5.119 lavoratori, oltre il 94,2% degli aventi diritto. E il sì ha vinto con 2.735 voti, pari al 54,05%. A votare no sono stati invece in 2.325 (45,95%), mentre le schede nulle e bianche sono state complessivamente 59.
Questi i numeri ufficiali della commissione elettorale, dopo una nottata in cui le cifre diffuse hanno continuato a cambiare. Un'affluenza record che la dice lunga su quanto il referendum fosse sentito dal 'popolo' di Mirafiori.
Il cancello 'due', simbolo di questa 2 giorni di passione per lo stabilimento storico della Fiat, è stato affollato tutta la notte da operai, militanti sindacali degli opposti schieramenti, ex dipendenti, giornalisti, fotografi e troupe televisive.
"Il clima in fabbrica è tranquillo e disteso - ha detto uno degli operai più anziani uscendo dal turno cominciato al pomeriggio - e il voto si è svolto con lunghe code, ma in tranquillita"'.
Ma nessuno, uscendo dalla fabbrica, aveva molta voglia di parlare. Il fronte del no ha retto per i primi 4 seggi: il 9, primo del montaggio; l'8, quello della 'riconta'; e il 7 e il 6, sempre del montaggio. Poi il sorpasso del sì, con un plebiscito dei colletti bianchi a favore del piano: 421 voti a favore e solo 20 contrari.
In altalena, con lieve predominanza dei sì, lo spoglio dei seggi restanti. Fino all'ultimo, che ha segnato la vittoria ai punti: impossibile per il fronte del no recuperare lo svantaggio. Ma lo scarto, nel voto operaio, e' stato solo di 9 punti.
Nella lunga nottata di Mirafiori (dove alcuni militanti del no a volto coperto hanno bruciato bandiere dello schieramento avverso) non è mancato nemmeno un piccolo 'giallo', che ha coinvolto il seggio 8, dove la scomparsa di 58 schede ha costretto la commissione elettorale e congelare prima e ricalcolare poi il voto.
Anche la fase finale dello spoglio, a vittoria del sì già acquisita, ha avuto attimi di confusione: l'esultanza rumorosa di un membro Fismic della commissione, ha causato infatti una lite con tanto di spintoni.
Un rappresentante Fiom ha avuto un malore si è dovuto chiamare una ambulanza per soccorrerlo. Poi, alle 6.00 di questa mattina, proprio mentre gli operai del turno di notte lasciavano lo stabilimento, che oggi non vedrà nessuno al lavoro, l'esito finale: vittoria del sì.
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