41 anni di storia operaia cancellata
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Maurizio Crozza fa Marchionne : la voce del padrone
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41 anni di storia operaia cancellata dall’arroganza padronale della dirigenza Fiat guidata da Sergio Marchionne. Da ieri sera infatti la Fiat ha smesso di produrre auto nello stabilimento di Termini Imerese.
La produzione è ferma, al contrario della lotta dei lavoratori. Da ieri
notte presidiano i cancelli della fabbrica per impedire l’uscita delle
bisarche adibite al trasporto delle ultime nuove vetture pronte per
essere spedite nelle concessionarie. Gli operai si danno il cambio tra
turno di notte e turno di giorno. Arriva intanto la notizia che il
Ministero dello Sviluppo economico ha convocato per domani mattina
Invitalia, l’advisor del ministero e i sindacati metalmeccanici. Sul
tavolo al possibilità che Fiat metta in campo risorse economiche per
accompagnare alla mobilità gli operai con più anni di anzianità. La
riunione è considerata propedeutica a quella del prossimo 30 novembre,
quando insieme al gruppo Dr Motor saranno decise le sorti di Termini Imerese.
L’unico dato certo ad oggi, rispetto allo stabilimento siciliano, è che
i 1.536 lavoratori del Lingotto e gli altri 700 dell’indotto sono in
cassa integrazione fino al 31 dicembre: dopodichè, parte di essi
dovrebbero rientrare nel progetto Dr Motor. Per gli altri, invece, al
momento, non c’è alcuna prospettiva.. .
Il segretario Generale della FIOM, Maurizio Landini, intervistato da Fabio Fazio a "Che Tempo che fa". Puntata dell'11 dicembre 2011
FIAT IMPEDISCE AL SINDACALISMO DI BASE DI PARTECIPARE AL TAVOLO. FUORI ANCHE PARTE DELLA FIOM
Incontro questa mattina all’Unione industriali di Torino tra la dirigenza Fiat
e parte dei sindacati metalmeccanici. Al centro la decisione del
Lingotto di disdire gli accordi in vigore negli stabilimenti dal primo
gennaio 2012, e sostituirli con intese aziendali sul modello-ricatto di
Pomigliano. La Fiat
ha impedito la partecipazione alla discussione dei sindacati di base,
presenti fuori dalla sede dell’Unione industriali. La dirigenza del
Lingotto ha deciso di impedire alle Rsu Cobas la presenza al tavolo,
adducendo come pretesto la possibilità di contestazioni. Fuori dalla
sede della saletta è però rimasta anche gran parte della delegazione Fiom-Cgil, composta da quindici persone che hanno trovato le porte sbarrate.
Da
qui la decisione del segretario nazionale Landini di abbandonare il
tavolo lasciando solo come osservatore il segretario torinese Federico
Bellono. Il sindacato dei metalmeccanici Cgil ha indetto poi una
conferenza stampa nel pomeriggio per spiegare la propria posizione. “Ai
tavoli di trattativa noi ci andremo, come sempre. Continueremo a farlo,
ma se l’idea è di estendere l’accordo di Pomigliano diremo no. Noi non
firmeremo mai accordi che escludono diritti e libertà sindacali dei
lavoratori.”. ha affermato Maurizio Landini, segretario generale della
Fiom. “Oggi è emerso in modo chiaro – ha detto Landini – che la Fiat non
ha nessuna intenzione di aprire una trattativa vera con nessuno. Questo
dovrebbe preoccupare il nuovo governo perché va contro l’obiettivo di
coesione sociale, è una rottura voluta dall’azienda”.
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