La Cgil critica la Tav e chiede di investire i soldi delle grandi opere in progetti utili come la mobilità e la difesa del territorio
E così per la prima volta la Cgil di Torino, a maggioranza ha approvato un ordine del giorno che chiede di «riconsiderare» la realizzazione della Torino-Lione. Respinto, invece, un documento presentato dagli edili a favore del nuovo collegamento ferroviario. È finita 169 a 82 e adesso, Federico Bellono, il segretario dei metalmeccanici, canta vittoria - «risultato straordinario» - e avverte il centrosinistra, in particolare il partito democratico e il candidato alla presidenza del Piemonte, Sergio Chiamparino, da sempre un sostenitore dell’opera: «Questo voto è il segno di un nuovo orientamento della Cgil rispetto al passato di cui tutti dovranno tener conto anche in vista delle prossime elezioni regionali».
Il documento approvato chiede, appunto, di riconsiderare il progetto per la realizzazione del tunnel di base «valutando attentamente le prospettive dei volumi di movimentazione delle merci in ambito transnazionale, la praticabilità e i relativi costi delle grandi opere previste a partire da quelle più costose come la Tav».
La maggioranza della Cgil di Torino, insomma, chiede di utilizzare in modo diverso i fondi messi a disposizione dal governo. Nel documento si indica come «necessario investire su opere utili e immediatamente cantieriabili agendo in funzione di priorità sociali come la mobilità sostenibile e la messa in sicurezza del territorio» alla luce di un «piano infrastrutturale che abbia come riferimento il piano lavoro della Cgil».
Se la Fiom fa festa la decisione della maggioranza della Cgil viene definita «incomprensibile» da Giuseppe Provvisiero, il presidente dell’associazione dei costruttori edili del Piemonte: «Sono allibito che un sindacato che dovrebbe tutelare il lavoro e i lavoratori per scelta ideologica chieda di sospendere un progetto già avviato e su cui c’è anche un consistente finanziamento da parte dell’Ue». E aggiunge: «Di fronte ad una crisi economica che sta colpendo pesantemente Torino e il Piemonte e, soprattutto l’edilizia, dove le imprese sono state costrette a chiudere con perdite di migliaia di posti mi sarebbe piaciuto che un sindacato come la Cgil sostenesse la nostra battaglia per far lavorare le imprese locali alla realizzazione di una grande opera indispensabile per lo sviluppo economico della nostra regione».
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