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venerdì 28 agosto 2009
Una nuova protesta estrema
Il caso Melfi arriva al ministero
Non c'è ancora una data certa , ma la prossima settimana le parti sociali saranno chiamate al ministero dello Sviluppo economico per un confronto sul caso della Lasme 2 di Melfi. Lo rende noto il dicastero di Claudio Scajola. Il licenziamento dei 174 operai della fabbrica di componentistica che produce finestrini e moduli per le portiere per tutte le aziende della Fiat auto, buca il livello nazionale. Succede dopo che sette di loro si sono installati sul tetto della fabbrica. E' successo la sera del 25 agosto, e quando gli operai hanno varcato i cancelli - dopo 25 giorni di presidio - un vigilantes ha anche sparato tre colpi di pistola in aria. Una nuova protesta estrema, a fronte di un nuovo comportamento altrettanto estremo da parte delle aziende. Che di fronte alla crisi sembrano aver perso prima di tutto la decenza. Il caso della Lasme di Melfi è emblematico. I fratelli Pellegri, imprenditori liguri, si sono sostanzialmente dati alla fuga. Gli operai sono andati in ferie a fine luglio senza sospettare nulla. Sono tornati ad agosto e hanno avuto il benservito. I Pellegri vorrebbero trasferire la produzione a Chiavari, nella sede della azienda madre che si chiama Lames. Ma il progetto pare covasse già da parecchio tempo. Forse addirittura da anni: avrebbe preso forma nel 2007, quando la Lames ha firmato un accordo con le istituzioni locali per allargare lo stabilimento di Chiavari e trasferirlo fuori dal centro abitato. Lo scorso maggio, inoltre, la Lasme ha imporovvisamente cambiato ragione sociale: da Spa si è trasformata in Srl. Guarda caso le società a responsabilità limitata in liquidazione rispondono solo per il loro capitale sociale (in questo caso 40 mila euro), mentre le società per azioni rispondono per l'intero capitale. Dietro la decisione degli operai di salire sul tetto e di non scendere "finché non sarà revocata la procedura di mobilità", c'è anche e soprattutto la sensazione di essere stati raggirati, di essere stati trattati senza rispetto: "Quando producevamo e davano alla Sata le medaglie di argento ci dicevano che eravamo come una famiglia. Poi scappano come i conigli", dice un'operaia anche lei - come tutti gli altri insieme alle loro famiglie - in assemblea permanente per sostenere la protesta dei sette sul tetto. Domattina è previsto un incontro in prefettura, a cui parteciperà anche un delegato della Lames. Un ultimo tavolo territoriale prima di darsi appuntamento al ministero.
Cinzia Gubbini
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