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venerdì 7 dicembre 2012

ThyssenKrupp e il regista Ken Loach


Gran Torino Capitale del Lavoro: un film ancora tutto da girare

Ieri (giornata legata al ricordo del 5° anniversario della morte dei nostri compagni di lavoro uccisi in nome del profitto alla ThyssenKrupp) il regista Ken Loach, da sempre critico, attraverso i suoi film, al mondo del lavoro e della precarietà, è stato ospite a Torino. Su invito dell'Usb ha presenziato ad un incontro durante il quale ha spiegato le ragioni del rifiuto, in aperta polemica con il Torino Film Festival, del Gran Premio Torino dopo aver appreso che i lavoratori della Rear, la cooperativa di servizi che gestisce accoglienza e sicurezza all'interno del Museo nazionale del Cinema, paga i propri dipendenti 5 euro l'ora e ne ha licenziati 5 in seguito a proteste in merito alla riduzione dei già miseri salari. A questi lavoratori va tutta la nostra solidarietà.

Ringraziamo il regista inglese per la sua presa di posizione coraggiosa, puntuale e (purtroppo) in controtendenza nel mondo degli intellettuali in favore dei lavoratori sfruttati nell'ambito della produzione culturale, che vede sempre più precarietà ed imbarbarimento delle condizioni di lavoro.In questo gesto non troviamo assolutamente nulla di narcisistico o megalomane (parole di G. Amelio) ma la coerenza che contraddistingue da sempre un grande intellettuale - organico alle masse lo avrebbe definito Gramsci - del suo calibro e un importante riconoscimento, che vale più di mille premi, di tutti quei singoli e organizzazioni che già oggi lottano per il cambiamento politico, come auspicato dal regista.

La Rear fa capo, tra gli altri, a Mauro Laus, Consigliere Regionale del PD. Fassino preferisce favorire personaggi come il suo addetto stampa G. Giovannetti che percepisce un compenso di 150 mila euro l'anno senza alcuna credenziale per svolgere tale mansione o come M. Laus.
La Rear inoltre ha acquisito in appalto anche il servizio di biglietteria sui mezzi GTT, proprio il lavoro che il Sindaco ci aveva garantito nell'incontro del 30 giugno 2011(http://www.lastampa.it/2011/06/30/cronaca/thyssen-fassino-incontra-gli-operai-il-comune-si-impegnera-per-aiutarli V22gwWvHu9p64VPAsVJsAM/pagina.html). Promessa mai mantenuta.

Ci siamo sempre detti disponibili a prender parte, con le nostre capacità e le nostre professionalità, a quella Gran Torino Capitale del Lavoro che manca sempre più pesantemente nella nostra città: è stata solo una promessa sbandierata in campagna elettorale e questa ennesima vicenda lo dimostra chiaramente. Noi ex lavoratori ThyssenKrupp pensiamo che la questione del lavoro sicuro e dignitoso, come giustamente messo in rilievo dai lavoratori della Rear, è la principale misura, come abbiamo detto in più occasioni, per far fronte agli effetti più nefasti di questa crisi.

Quella che manca a Fassino è la volontà politica per adottare poche e semplici misure per rilanciare il lavoro nella nostra città come potenziare i servizi (sanità, trasporto, istruzione) in favore dei cittadini creando così nuovi posti di lavoro, sostenere i lavoratori della Fiat e i sindacati più combattivi allo scopo di nazionalizzare la Fiat e riconvertirla a una produzione utile, impedire la svendita delle società partecipate del Comune agli “amici degli amici”, bonificare e riconvertire ad usi collettivi le ex aree ThyssenKrupp addebitando i costi alla multinazionale tedesca, ridurre i costi della politica. Queste misure possono essere realizzate solo a patto di rompere i legami con i poteri forti (Intesa San Paolo e Fiat fra tutti) che da sempre dettano le linee di sviluppo della nostra Città trovando i mezzi e le risorse necessarie a metterle in pratica infrangendo il Patto di stabilità.

E' una questione di scegliere da che parte stare: sottostare ai voleri delle banche o legarsi al movimento dei lavoratori che lottano per il cambiamento politico attraverso la difesa dei propri diritti e per costruire un Paese realmente democratico in cui siano garantiti a ciascuno il diritto allo studio, alla salute e all'istruzione e, più in generale, la dignità del lavoro e un'esistenza sicura e dignitosa. E' l'ora delle scelte e come sintetizza egregiamente Ken Loach "se si resta al centro strada, di solito ti investono".

Il vero premio è lottare con voi K. Loach
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Ken Loach: The show must -NOT- go on!


“Ci dispiace comunicare che, per cause indipendenti dalla volontà del Torino Film Festival, Ken Loach non sarà presente per ricevere il Gran Premio Torino e che di conseguenza la proiezione di The Angels’ Share è annullata”.
Queste poche parole hanno annunciato formalmente il mancato ritiro del premio assegnato dal  Torino Film Festival al regista inglese Ken Loach.
Il regista ha valutato quanto scrittogli alcune settimane fa da USB su una vertenza in corso a Torino ed ha deciso di solidarizzare con i lavoratori in lotta.
Un atto assolutamente condiviso da USB che ringrazia  Ken Loach per la sua sensibilità e militanza e che conferma le posizioni intransigenti e coerenti di difesa dei diritti dei lavoratori del grande regista inglese.
Veramente inopportuni, invece, i commenti di tanta stampa italiana che, invece di preoccuparsi delle condizioni dei lavoratori, si affannano a condannare il comportamento di un uomo e di un regista che tanto nella vita quanto dietro la cinepresa non si è limitato ad affermare con forza e coerenza le proprie idee, ma ne ha sempre fatto seguire atti concreti e militanti.
Per quasi tutta la stampa, anche di fronte ai licenziamenti, alla precarietà, all’ingiustizia – peraltro abbondantemente presenti anche nel mondo dello spettacolo – the show must go on!

Riportiamo di seguito il comunicato di Ken Loach:
"E'  con grande dispiacere che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film.
I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema.
Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile.
A Torino sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari.
In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili.
Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, «Bread and Roses». Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio".



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FESTIVAL TORINO: LA VERITÀ SULLA VERTENZA DEI LAVORATORI ESTERNALIZZATI COOP REAR
Venerdì 23 novembre, Torino - sede USB, c.so Marconi 34 -ore 12.00
L’Unione Sindacale di Base ringrazia il grande artista cinematografico Ken Loach, che ha rifiutato il Gran Premio Torino conferitogli dal Torino Film Festival in solidarietà verso i lavoratori licenziati e vessati dei servizi esternalizzati per il Museo Nazionale del Cinema di Torino, gestiti dalla coop Rear.
L’USB, che aveva esposto a Loach questa realtà di sfruttamento, ritiene che tale gesto, che si pone in perfetta coerenza con l’opera dell’artista, abbia contribuito in modo determinante a mettere in luce la realtà di sfruttamento e precarietà a cui sono sottoposti dei lavoratori che svolgono servizi appaltati da una istituzione pubblica, proprietà della città di Torino.
Per rendere noti ed approfondire tutti gli aspetti relativi alla vertenza dei lavoratori Rear, anche in relazione alle affermazioni avanzate dal Presidente della cooperativa, Mauro Laus, che fra l’altro accusa l’USB di “strategia di tensione, denigrazione dei datori di lavoro e promesse impossibili ai lavoratori”, l’USB Lavoro Privato indice per domani, 23 novembre, una conferenza stampa a Torino, alla quale sono invitati tutti gli organi di informazione, che si terrà presso la sede sindacale di c.so Marconi 34,  alle ore  12.00.
Nel corso della conferenza stampa verranno forniti atti e documenti relativi alla vertenza, incluse le sentenze di tribunale che dichiarano illegittimo il licenziamento dei lavoratori e condannano la società cooperativa Rear a versare un risarcimento.

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