In diecimila al corteo Fiom di Palermo. Landini: "Contro il Jobs act pronti al ricorso in Europa"
Anche dalla Fiom arriva la conferma che il Jobs act potrebbe essere fermato attraverso un ricorso alla Corte di giustizia europea in base alla Carta di Nizza. "Metteremo in campo qualsiasi iniziativa giuridica nei confronti dell'Europa, perché quelle regole - ha detto il leader della Fiom Maurizio Landini a Palermo nel corso del comizio di chiusura della manifestazione legata allo sciopero generale di settore - sono contro la Carta dei diritti europei, la Carta di Nizza. Stiamo valutando come procedere. Vogliamo che le leggi e le costituzioni vadano rispettate. Non ci fermiamo davanti a un provvedimento sbagliato voluto dal governo e votato dal Parlamento". Quella di Palermo è stata la quarta manifestazione nazionale - dopo Milano, Napoli e Cagliari- nell'ambito dello sciopero generale del settore contro le politiche economiche e la riforma del mercato del lavoro del governo Renzi e "contro la riduzione dei diritti, dei salari e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro".
In Sicilia dal 2008 a oggi i settori privati hanno perso 200 mila posti di lavoro e il 40 per cento delle attivita' manufatturiere sono sparite. "Oggi -ha detto Roberto Mastrosimone, segretario regionale della Fiom - la Sicilia e' in ginocchio e le politiche dei governi nazionale e regionale sono contro i giovani, i lavoratori e i disoccupati, che oggi sono scesi in piazza per chiedere un vero cambio di rotta". Il corteo con Landini in testa, si e' mosso da piazza Croci lungo via Liberta' verso piazza Verdi. Secondo gli organizzatori, vi hanno partecipato circa diecimila persone. Anche moltissimi studenti medi e universitari sono in piazza a fianco degli operai della Fincantieri, dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, della Keller, di Ansaldo Breda, di Accenture e della St-Microelettronics di Catania. Almeno una quindicina i pullman che hanno portato a Palermo manifestanti da varie citta' della regione. "Nella legge di stabilita' -ha continuato Mastrosimone- non c'e' un solo euro per lo sviluppo e i provvedimenti che riguardano il mercato del lavoro rendono i lavoratori piu' precari e non danno prospettive ai giovani. La misura e' colma e la politica di annunci di Crocetta non ha prodotto nessun risultato fino ad ora. Vogliamo un cambio di rotta e al governatore diciamo basta con i rimpasti e rimpastini, servono politiche di sviluppo per il rilancio della Sicilia".
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