Immigrato. Operaio. Sfruttato. Ucciso perché scioperava.
La morte di Abdelsalam Eldanf, l’operaio ucciso a Piacenza, ci racconta cosa è diventata l’Italia oggi. Abdelsalam scioperava perché gli accordi tra lavoratori ed azienda (la GLS) non erano stati rispettati. E un camionista, su ordine dell’azienda e sotto gli occhi delle forze di polizia, ha sfondato il blocco dei lavoratori travolgendolo col suo camion.
La storia delle mobilitazioni dei lavoratori della logistica è una di quelle lotte che in pochi conoscono. I lavoratori, per la gran parte immigrati, lavorano in condizioni molto dure, con paghe molto basse. Sono anni che i lavoratori si battono per condizioni più eque, organizzando scioperi e picchetti che ci raccontano una storia di opposizione sociale che ha pochissimo spazio mediatico, ed il supporto soltanto di alcuni sindacati di base. La politica e i grandi partiti non si interessano di loro.
Non moriva una persona, in Italia, durante una manifestazione, dai tempi di Carlo Giuliani nel 2001. E’ un fatto gravissimo. E non possiamo ricondurre tutto ad un fatto individuale, non possiamo ignorare il clima di intimidazione e di minacce che ha reso possibile questo episodio terribile. Un clima che esiste perché i lavoratori sono stati a lungo isolati.
Non abbiamo nessuna difficoltà ad indicare i responsabili di questo omicidio. Sono le imprese della Grande distribuzione, sono la Confindustria e la Confcommercio, sono le grandi imprese che massimizzano i profitti sulla pelle dei lavoratori e sfruttano gli immigrati. I responsabili siedono sui banchi di Governo, che in tutti in questi anni ha promosso leggi contro i lavoratori come il Job Act e la Legge Fornero, e ha risposto agli scioperi mandando la polizia. Lo stesso governo che due giorni fa ha caricato a Napoli e a Catania. Lo stesso governo che vuole la riforma costituzionale per avere mani libere.
Questo omicidio ci coinvolge tutti, perché quello che viene messo in discussione è il motivo per cui Abdelsalam è stato ucciso: il diritto a scioperare, il diritto a lottare per i propri diritti. Il diritto a fare opposizione.
"La morte di Abd Elsalam Ahmed Eldanf a Piacenza non è un mero incidente. E' un omicidio. È una morte sintomatica del deterioramento del lavoro tutto. Del continuo svilimento delle condizioni di lavoro e dei rapporti tra lavoratori, sindacati, aziende e istituzioni. Il promuovere continuamente provvedimenti atti a svilire e rendere precario il lavoro, il continuo dileggio da parte di tutti i governi che si sono alternati negli ultimi decenni di vertenze e organizzazioni sindacali, non fa che determinare un drammatico scollamento e una guerra sociale nella quale si arriva a morire. La drammatica morte di Abd Elsalam Ahmed Eldanf deve far riflettere tutto il mondo del lavoro e tutta la politica. Serve un cambio di rotta radicale che rimettano la tutela della vita e della salute dell'uomo e il lavoro al centro di ogni singola iniziativa. La Costituzione afferma che l'Italia è una Repubblica democratica che si fonda sul lavoro. Ma le fondamenta reali dei governi liberisti sembrano sempre più intrise di sabbia."
OGNI GIORNO MUORE UN OPERAIO
Ilva: precipita carrello, muore operaio
TARANTO, 17 SET - Un operaio, Giacomo Campo, di una ditta dell'appalto, la Steel Service, è morto in un incidente sul lavoro avvenuto nel reparto Afo4 dell'Ilva di Taranto.
Lo si apprende da fonti sindacali.
Dalle prime informazioni trapelate, pare che l'operaio stesse operando sul nastro trasportatore quando la parte finale di un contrappeso avrebbe ceduto facendo precipitare un carrello che ha schiacciato l'uomo. Sul posto, ispettori del lavoro, Cc e vigili del fuoco. Il corpo dell'operaio è ancora incastrato nel nastro trasportatore.
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