Pensioni ultime news, Durigon: ‘Bye Bye Fornero’, ma i lavoratori non sono daccordo
Le ultime novità al 30 marzo 2019 arrivano direttamente da due recenti post dell’onorevole Durigon e Del Ministro del Lavoro di Maio, che hanno espresso sui social, attravero le loro pagine facebook, massima soddisfazione per il concluso iter di conversione del Decreto 4/2019 in legge. Se da un lato oggettivamente sono già più di 100mila le domande presentate per uscire con quota 100, segno che a molti la riforma proposta é andata a genio, e sono diverse le donne che stanno ringraziano il Governo del cambiamento per aver concesso la proroga dell’opzione donna al 31/12/2018, dall’altro vi sono ancora molti cittadini insoddisfatti.
Questi lavoratori non perdono occasione per fare notare all’esecutivo che tanta esultanza e quanto meno fuori luogo per tutti coloro che sono rimasti esclusi o per quanti quei requisiti li riusciranno a raggiungere a gennaio 2022, un mese dopo rispetto a chi potrà beneficiare di quota 100, valevole fino al 31/12/2021. Eccovi i post del Governo che hanno creato maggiore reazione sui social e come le persone, fuori dal Dl 4/2019, hanno commentato la tanto ostentata cancellazione della Legge Fornero.
Pensioni, Di Maio: con quota 100 la pensione non é più un miraggio
Il vicepremier Luigi Di Maio sui social ha scritto: “È fatta! Finalmente abbiamo approvato definitivamente Reddito di Cittadinanza e Quota 100, misure che aiuteranno milioni di persone a uscire dall’oblio in cui erano cadute a causa dell’assenza di politiche rivolte loro. D’ora in avanti questi cittadini avranno la possibilità di tornare a pieno titolo nel mondo del lavoro, offrire il proprio contributo alla società e intanto avere una mano per pagare l’affitto e le spese di prima necessità.
Grazie a Quota 100 anche la pensione non è più un miraggio. Siamo molto soddisfatti del percorso compiuto, fieri e orgogliosi di aver lottato fino alla fine e di aver ottenuto questo grande risultato. Gli italiani se lo meritano tutto!”
Pensioni 2019, Durigon: Quota 100 é legge, bye bye Fornero
Il sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon si é detto più che soddisfatto dell’operato del Governo, finalmente la quota 100 , ha scritto é divenuta legge, alla faccia di quanti dicevano che non si poteva fare. Poi promette che il prossimo step sarà aiutare quanti sono rimasti esclusi, e che ancora non hanno avuto risposte dal Dl 4/2019, facendo chiaro riferimento alla quota 41.
Al post poche ore dopo é seguita un’immagine sempre sul profilo di Durigon che abbiamo scelto a corredo del pezzo in cui sintetizzando al massimo quanto fatto sulla riforma previdenziale punta a dare un segnale chiaro e preciso agli italiani: “Quota 100 é ufficiale é legge: bye bye Fornero”. Non poteva che scatenare scalpore l’esultanza dei due esponenti del Governo, giacché per molti la quota 100 non ha affatto rappresentato l’abolizione della Legge Fornero, i primi delusi sono poprio i precoci, che rispondono ‘a muso duro’ ai due post.
Pensioni, precoci: la quota 41 non era un diritto non negoziabile?
La precoce Daniela Bagni, ad esempio, ricorda i volantini della propaganda elettorale di entrambi i movimenti politici, facendo notare come sia Lega quanto M5S si siano allontanati dalle promesse fatte, soprattutto nei confronti dei precoci e dei quarantunisti. Il volantino della Lega, postato dalla bagni che cerchia il passaggio cruciale cita: “ Stop Fornero: Dopo 41 anni di contributi la pensione é un diritto non negoziabile, vota 4 marzo vota Lega”.
Mentre quello del Movimento 5 Stelle citava: “Superamento Legge Fornero: In pensione dopo 41 anni di contributi versati oppure quando la somma tra età anagrafica e contributiva equivale a 100. Partecipa, scegli, cambia; Vota per movimento 5 Stelle”. Se le promesse fatte avessero avuto un seguito ne Dl 4/2019, e su questo aspetto concordano tutti i precoci, forse si sarebbe potuto parlare di superamento della Riforma Fornero, ma con una quota 100 con paletti temporali ed anagrafici oltreché contributivi, e la totale assenza della quota 41 per tutti,continuare a ribadire ‘Bye Bye Fornero’, dicono, é più una barzelletta di cattivo gusto. Vi é anche chi racconta la propria storia o ironizza su punti importanti al fine di fare passare il messaggio di ingiustizia insita nella riforma, una riforma a scadenza ed una tantum, come la definiscono i lavoratori, che alimenterà solo ulteriori disuguaglianze tra pari.
Pensioni, le assurdità del Dl 4/2019 ora legge
Vi é chi ironizza con un post su Fb, come Paolo, ma nell’ironia vi é tutto il dramma di chi i requisiti li maturerà poco dopo la finestra temporale, ad indicare che una riforma pensioni non può essere superata, come sostengono oppozione e sindacati, da un provvedimento a scadenza: “Sono nato il 31/12/59 alle 23,55 e andrò in pensione a 62anni. Il mio gemello è nato dopo 13minuti e andrà in pensione a 67, Azz.”
Elvi scrive sotto al post di Durigon, riprendendo il format che avevamo usato noi in un precedente articolo per descrivere l’agonia previdenziale di Daniela Bagni: “Complimenti al #GOVERNO DEL CAMBIAMENTO# Elvi vi racconta il suo calvario previdenziale: “Sono del 1960 ho iniziato a lavorare nel 75 che avevo 15 anni. Fuori da quota 41: “Ho puntato a quota 41 essendo un precoce, ma anche qui è andata male, non solo x accedere bisogna essere particolarmente sfortunati: invalidi >74%, con parenti invalidi 100% o disoccupati. Fuori da quota 100: “Bene ho pensato..con il governo del cambiamento riuscirò sicuramente ad andare in pensione…ok…non possono fare subito quota 41 ma se fanno quota 100 senza paletti…io ci sono dentro…ho 59 anni e 41 di contributi…perfetto!! Invece anche qui NO…ci vogliono 62 anni e solo 38 di contributi! . Fuori dalla pace contributiva: “Fanno la pace contributiva, ho pensato qui ci siamo ho 2 anni di buchi contributivi ….chiedo di sanare e vado in pensione…invece anche qui NO! Solo chi ha iniziato a versare dopo il 96…assurdo!! DEVO LAVORARE 42 ANNI E 10 MESI…poi se non cambiano ancora le carte in tavola…potrò fare il nonno!!!” Inoltre anche le lamentele paiono non essere ben gradite, almeno sotto ai post del M5S, chi si occupa dei social, segnalano i cittadini indispettiti, cancella i commenti di dissenso, non permettendo nemmeno un confronto, seppur costruttivo. Eccovi le testimonianze.
Pensioni, i lavoratori: M5s non ama i dissensi, cancella i commenti
Livio Trentin, del gruppo lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti fa notare come purtroppo sia divenuto impossibile anche interloquire con chi attualmente é al Governo, nello specifico con il M5S, perché spesso i commenti sotto ai post vengono eliminati: “cancellano, non pubblicano e non leggono, anche le email vengono eliminate in modo sistematico, sono degli “onesti interlocutori” che paghiamo tra l’altro!”
Su questo aspetto aveva detto la sua anche Orietta Armiliato, giorni fa, l’amministratrice del CODS aveva scritto sulla pagina per avvertire le iscritte a non disperdere energie: “Si informano gli iscritti che chi gestisce i profili (o loro stessi, purtroppo non saprei dirvi con certezza ) degli esponenti del Movimento5Stelle, che i suddetti cancellano i commenti sgraditi postati sulle loro pagine. Attenzione, sia ben chiaro: non denigratori, non offensivi, non calunniatori ma semplicemente critici o in disaccordo con quanto da loro esposto, insomma non permettono ai cittadini di dissentire. Evitate dunque di perder tempo se intendete comunicare con loro volendo fare qualche rilievo perché, comunque, sarete censurati.
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