Grecia. Gli aiuti e l'«austerità»
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Atene convince Ue e Fmi a stanziare 110 miliardi in suo soccorso mettendo sul tavolo un piano severissimo di rientro dal deficit. Salari e pensioni congelate, addio 13esime e 14esime, aumento dell’iva e delle tasse. I lavoratori perdono il 30 per cento di reddito
[Da Rassegna.it] Un «piano solido e credibile» per la Commissione Ue. Una «bancarotta della vita» per i sindacati greci. In mezzo a questi due giudizi si colloca il progetto di risanamento lacrime e sangue che si è data la Grecia per i prossimi tre anni, e che è stato accettato da Ue e Fondo monetario internazionale col conseguente sblocco di 110 miliardi di aiuti nel triennio da qui al 2012. 80 miliardi saranno a carico degli Stati europei, il resto a carico dell’Fmi. Aiuti che consentiranno allo Stato greco di non fallire, ma al prezzo di una pesante contropartita per i cittadini.
L’austerità di Atene ammonta infatti a 30 miliardi di risparmio entro il 2012. Che significa riduzione o taglio completo di tredicesima e quattordicesima mensilità per i dipendenti pubblici, congelamento di salari e pensioni, riduzione dell’indennità di licenziamento nel settore privato, aumento dell’Iva del 2 per cento [sale al 23 per cento], aumento del 10 per cento delle tasse su carburanti, alcol, sigarette e beni di lusso.
Un intervento di notevole severità che dovrebbe consentire il ritorno del rapporto deficit/Pil sotto la soglia del 3 per cento entro il 2014. Ora è al 14 per cento. Nel presentare l’accordo, il premier George Papandreou ha detto che non c’era «scelta: o queste misure dolorose o la bancarotta». Il ministro delle Finanze George Papaconstantinou ha spiegato che la Grecia non invertirà la rotta prima di due anni. Quest’anno la recessione sarà del -4 per cento. Nel 2011 sarà del -2,6 per cento. Il debito crescerà fino al 149 per cento. E il paese non tornerà a crescere prima del 2012.
La Commissione Ue ha giudicato il piano senza precedenti, motivando con questo l’erogazione di aiuti mai così ingenti nella storia europea. La riunione straordinaria dell’Eurogruppo di Bruxelles, il 2 maggio, ha dato il via libera agli aiuti che ciascuno Stato europeo sarà poi chiamato a versare [per l’Italia la cifra ipotizzata è di 5,5 miliardi, per la Germania è di 8,4].
Ma crescono il disagio e il malcontento sociale. In occasione del Primo maggio non sono mancati manifestazioni, scontri e momenti di tensione. E martedì 5 maggio si terrà il terzo sciopero generale dall’inizio della crisi, indetto dai sindacati contro misure che ridurranno del 30 per cento il reddito dei lavoratori e porteranno la Grecia alla recessione [a giudizio delle unions]. «È stata proclamata la bancarotta della vita e la società è pronta a esplodere»: questo il giudizio espresso sul piano dal presidente del sindacato dei dipendenti pubblici Adedy, Spyros Papaspyros. Mentre per la confederazione del settore privato, Gsee, siamo di fronte alle misure «più dure e socialmente ingiuste della storia moderna».
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lunedì 3 maggio 2010
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