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lunedì 13 settembre 2010
Contratto, la Fiom punta a vertenze legali
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Landini: «Non abbiamo intenzione di accettare i contenuti dell'accordo di Pomigliano, né le deroghe al contratto». Sui tre licenziati l'azienda evita la conciliazione. Il 21 settembre le parti si incontreranno davanti al giudice di Melfi
La Fiom «non esclude di aprire vertenze legali laddove le imprese non dovessero applicare il contratto nazionale dei metalmeccanici, che è stato firmato nel 2008 ed è valido fino al 2012». Il segretario delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini, lascia aperta ogni strada per far rispettare il contratto. «Non abbiamo intenzione di accettare i contenuti dell’accordo di Pomigliano – ha detto durante un’assemblea allo stabilimento Fiat di Melfi – e nemmeno le deroghe al contratto che la Fiat sta imponendo».
Oggi, il leader dei metalmeccanici ha infatti partecipato alla prima delle tre assemblee dei lavoratori in programma nello stabilimento della Fiat Sata. La Fiom Basilicata ha infatti proclamato un’ora e mezza di assemblea interna nello stabilimento su ogni turno di lavoro. All’ordine del giorno ci sono diversi punti, tra cui la situazione dei tre lavoratori licenziati dall’azienda e reintegrati dal giudice del lavoro, il recesso del contratto nazionale e il piano industriale della Fiat.
«Mi ha fatto molto piacere – ha detto Landini – vedere la sala mensa, dove si è svolta l’assemblea, piena di lavoratori, con molte persone che sono rimaste addirittura in piedi. Abbiamo rappresentato loro la posizione della Fiom sulle tante vicende che interessano la Fiat, a partire dal contratto, e fino alla situazione dei tre lavoratori licenziati, che hanno il diritto di tornare in fabbrica per lavorare».
«Alle altre organizzazioni sindacali – ha continuato il sindacalista – abbiamo chiesto di smetterla di fare accordi separati: prima bisogna aver il mandato dei lavoratori, poi le intese devono essere sottoposte alla valutazione dei lavoratori attraverso il referendum». All’assemblea hanno partecipato anche Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, i tre operai licenziati a luglio dalla Fiat.
Per quanto riguarda la loro vicenda, tra l’altro, oggi era prevista una riunione alla direzione provinciale del lavoro di Potenza, per il tentativo di conciliazione. Come annunciato, la Sata non ha mandato rappresentanti. La Fiom, così, ha deciso di «continuare le procedure per i ricorsi individuali». Lo si è appreso da fonti sindacali riportate dall’Ansa. L’iter giudiziale sulla vicenda dei tre operai licenziati e reintegrati proseguirà il 21 settembre, quando le parti si incontreranno davanti al giudice di Melfi, per un chiarimento sugli aspetti procedurali del decreto di reintegro, ed il 6 ottobre, per la discussione del ricorso della Fiat contro la decisione del magistrato del lavoro.
Intanto è sempre di oggi la notizia che il Lingotto ricorrerà alla cassa integrazione agli enti centrali di Mirafiori nella settimana compresa tra il 18 e il 24 ottobre. Lo ha comunicato l’azienda. I lavoratori interessati, in gran maggioranza colletti bianchi, sono circa 1.150. Il tavolo di confronto tra governo, Fiat e sindacato sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese, infine, è slittato al 22 settembre. Nella riunione, che in un primo momento era in programma il 15 di questo mese, l’advisor Invitalia presenterà la short list delle offerte per la riconversione industriale del sito in provincia di Palermo, che dalla fine del 2011 non produrrà più autovetture. Il confronto si terrà alle 15,30 nella sede del ministero dello Sviluppo Economico.
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