La prima emergenza si chiama “reddito e lavoro”, perché a giugno, in
Italia, si prospetta una situazione esplosiva. Fra tre
mesi, “per le scelte del governo tecnico”, gli italiani, e i lavoratori
in cassa integrazione in deroga per cui non c’è più copertura
finanziaria, si troveranno a pagare Tares, la nuova tassa sui rifiuti,
Imu, e aumento di un punto dell’Iva.
“Se non si interviene a dissinescare la somma dell’assenza di redditi
della perdita di lavoro e della tassazione pesante, avremo un grande
problema sociale”, ha detto oggi il segretario generale Cgil, Susanna
Camusso a Genova per il convegno sul piano del lavoro.
“E se vogliamo parlare della prima situazione esplosiva, ci sono
regioni che non hanno più soldi per pagare la cassa in deroga mentre
moltissimi lavoratori non hanno ancora ricevuto le spettanze di
dicembre. La prima urgenza si chiama reddito e lavoro”, ha sottolineato
Camusso.
La somma di queste scadenze, insieme ai redditi indeboliti,
"costituisce una miscela esplosiva". Il
leader della Cgil ha chiesto quindi un segnale per la cassa
integrazione in deroga."E' chiaro che, se non si interviene, la somma di
assenze di risorse sui redditi, della perdita del lavoro e di una
tassazione così pesante, tutto in contemporanea, determina un grave
problema sociale", ha aggiunto Camusso.
"Bisogna dare un segnale subito, altrimenti il
Paese scenderà ad una velocità tale da non potere più risalire.
“E’ sempre spiacevole dire ‘
lo avevamo detto’, ma quando si
discuteva della legge di stabilità abbiamo manifestato giorni e giorni
spiegando che le risorse per la cassa in deroga non bastavano e ora
siamo qua, alla conseguenza di quelle scelte”, ha aggiunto.
Dalla Cgil il messaggio recapitato anche durante la consultazione con
Bersani è uno: agire rapidamente perché “non si può giocare con la
possibilità di non avere copertura per migliaia di lavoratori”. A
giugno, inoltre, si peggiora “drammaticamente la condizione di molte
persone già in difficoltà, e di nuovo si scarica sui lavoratori un
sistema fiscale poco progressivo”.
Le azioni urgenti da fare prospettate oggi e che “potrebbe
tranquillamente fare il governo in carica”, fermo restando l’auspicio
del sindacato di una rapida formazione di un esecutivo, vanno da un
intervento mirato sull’Irpef, a vantaggio di chi fino a oggi “ha pagato
tanto ed è in difficoltà”, fino alla patrimoniale. “Non si è mai voluto
arrivare a un sistema compiuto di tassazione sulle ricchezze, lo diciamo
da lungo tempo – ha spiegato Camusso – ed è la ragione per cui si
procede sempre per piccoli pezzi di tassazione, dall’aumento dell’Iva
alle accise sulla benzina. Non c’è solo la ricchezza da Irpef, ma anche
rendite e investimenti, bisogna ricostruire una tassazione che guardi
all’insieme dei patrimoni”.
Infine la questione grandi opere, sviscerata anche oggi al convegno,
oggetto di dibattito tra Regione e Comune, e per cui domani la categoria
degli edili scenderà nuovamente in piazza a Genova. “Per far ripartire
il lavoro e non solo l’edilizia, il 70-80% degli investimenti pubblici
sono serviti per piccole opere nel territorio. Questo – ha sottolineato e
concluso il segretario Cgil – non significa che non bisogna farle, ma
che non sono sufficienti”.
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