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martedì 10 agosto 2010
RED TV VA IN ONDA IN FORMA RIDOTTA
RED TV VA IN ONDA IN FORMA RIDOTTA
In questi giorni l’intera programmazione di Red Tv va in onda in forma ridotta, a causa delle modifiche alle norme sui contributi per l’editoria inserite nell’ultima legge finanziaria, con la cancellazione del cosiddetto “diritto soggettivo”. In questo modo, se non si interverrà rapidamente, si costringeranno alla chiusura decine di organi di informazione, giornali, radio e televisioni come questa, che danno lavoro a più di 4500 persone tra giornalisti, poligrafici e personale amministrativo, oltre a offrire un contributo fondamentale al pluralismo dell’informazione. Se volete esprimere la vostra opinione e il vostro sostegno a questa battaglia di libertà, scrivete a info@redtv.it
Red tv, la creatura dalemiana soffre per la cassa integrazione A rischio 14 dipendenti. Il presidente: «Misura cautelativa, non chiudiamo» Taglio dei fondi dell’editoria Red tv, la creatura dalemiana soffre per la cassa integrazione A rischio 14 dipendenti. Il presidente: «Misura cautelativa, non chiudiamo» «Questa è l’ultima settimana di lavoro a Red Tv, dalla prossima settimana tutti i lavoratori del canale satellitare figlio di Nessuno Tv saranno in cassa integrazione, resterà acceso pro forma solo il segnale». Un grido d’allarme, quello lanciato da Mario Adinolfi, attraverso il suo blog. La questione è l’imminente cassa integrazione per i 14 lavoratori del canale televisivo tematico dedicato principalmente all’informazione politica, di cui Adinolfi è vice direttore. A spingere lungo il viale del tramonto la la giovanissima tv (il battesimo il 4 novembre del 2008) voluta da Massimo D’Alema è il decreto Milleproproghe, che prevede il taglio dei fondi dell’editoria per i media non profit, di partito o di cooperative. Sul suo blog, Adinolfi denuncia quanto sta avvenendo e punta il dito anche contro l’esponente pd: «Massimo D’Alema in questi giorni di difficoltà - scrive - non si fa né sentire né vedere. Forse potrebbe passare, dire una parola a un gruppo di ragazze e ragazzi (quattordici dipendenti, quattro contrattualizzati senza tutele, almeno venticinque tra collaboratori e tecnici) che finiranno in mezzo a una strada». «QUALCUNO MI SPIEGHI» - Più in generale, secondo Adinolfi, «la responsabilità di questa chiusura» è «certamente di Giulio Tremonti e dei suoi tagli al fondo sull’editoria. Ma qualcuno mi deve ancora spiegare perché Red Tv, la tv di Massimo D’Alema, sia l’unica delle testate coinvolte dal taglio a mandare subito i suoi dipendenti in cassa integrazione - accusa Adinolfi -. Anche qui una spiegazione tecnica c’è: gli ] Red tv, la creatura dalemiana
soffre per la cassa integrazione
A rischio 14 dipendenti. Il presidente: «Misura cautelativa, non chiudiamo»
Taglio dei fondi dell'editoria
Red tv, la creatura dalemiana
soffre per la cassa integrazione
A rischio 14 dipendenti. Il presidente: «Misura cautelativa, non chiudiamo»
«Questa è l'ultima settimana di lavoro a Red Tv, dalla prossima settimana tutti i lavoratori del canale satellitare figlio di Nessuno Tv saranno in cassa integrazione, resterà acceso pro forma solo il segnale». Un grido d'allarme, quello lanciato da Mario Adinolfi, attraverso il suo blog. La questione è l'imminente cassa integrazione per i 14 lavoratori del canale televisivo tematico dedicato principalmente all'informazione politica, di cui Adinolfi è vice direttore. A spingere lungo il viale del tramonto la la giovanissima tv (il battesimo il 4 novembre del 2008) voluta da Massimo D'Alema è il decreto Milleproproghe, che prevede il taglio dei fondi dell'editoria per i media non profit, di partito o di cooperative. Sul suo blog, Adinolfi denuncia quanto sta avvenendo e punta il dito anche contro l'esponente pd: «Massimo D'Alema in questi giorni di difficoltà - scrive - non si fa né sentire né vedere. Forse potrebbe passare, dire una parola a un gruppo di ragazze e ragazzi (quattordici dipendenti, quattro contrattualizzati senza tutele, almeno venticinque tra collaboratori e tecnici) che finiranno in mezzo a una strada».
«QUALCUNO MI SPIEGHI» - Più in generale, secondo Adinolfi, «la responsabilità di questa chiusura» è «certamente di Giulio Tremonti e dei suoi tagli al fondo sull'editoria. Ma qualcuno mi deve ancora spiegare perché Red Tv, la tv di Massimo D'Alema, sia l'unica delle testate coinvolte dal taglio a mandare subito i suoi dipendenti in cassa integrazione - accusa Adinolfi -. Anche qui una spiegazione tecnica c'è: gli "imprenditori" che in questi anni hanno lavorato sul meccanismo fondi pubblici - anticipazione bancarie per via del diritto soggettivo, in assenza di tale diritto non vogliono mettere a rischio dei denari loro per tenere in vita e in efficienza il canale. E allora, via alla cassa integrazione».
«CIG, MA NON CHIUSURA» - A fare un po' di chiarezza interviene successivamente Luciano Consoli: «Red tv non chiude - spiega il presidente del Cda della creatura dalemiana -. La scelta di chiedere la cassa integrazione per i 14 dipendenti è stata presa in accordo con i sindacati come misura cautelativa qualora il governo non mantenesse gli impegno assunti sul ripristino del diritto soggettivo». Comunque vada, aggiunge Consoli, «nelle prossime settimane i nostri programmi proseguiranno sul canale 890 di Sky grazie alle produzioni inedite realizzate in questi mesi. Ci auguriamo che nell'approvazione finale del Milleproroghe venga accolto quanto richiesto da 348 deputati di tutti i gruppi così da non rendere necessario il ricorso alla cassa integrazione». Nel «Milleproroghe» è previsto il taglio dei fondi dell'editoria per i media non profit, di partito o di cooperative. «In accordo coi lavoratori e con il sindacato, avevamo chiesto la cassa integrazione già a gennaio. In teoria l'abbiamo assegnata dal 15 febbraio, ma non l'abbiamo attuata perché abbiamo fiducia che la norma venga corretta» ha detto Consoli alla Reuters.
«DIRITTO SOGGETTIVO» - Una norma del cosiddetto «Milleproroghe», che deve essere approvato in seconda lettura dalla Camera entro il 28 febbraio per la conversione in legge, prevede la diminuzione dei contributi all'editoria, attraverso l'eliminazione del cosiddetto "diritto soggettivo". Secondo la Federazione nazionale della stampa - il sindacato dei giornalisti - il rischio è che la norma produca il taglio di 4.000 posti di lavoro in un centinaio di testate che sopravvivono grazie al contributo. Esponenti della maggioranza di centrodestra e del governo hanno evocato nei giorni scorsi una correzione da parte del Consiglio dei ministri, che però finora non è stata varata.
«CI ASPETTIAMO UNA CORREZIONE» - «Red tv non chiude. Siamo in uno stato di difficoltà perché viviamo del contributo, ma stiamo provando a resistere. Ci aspettiamo una correzione o un altro tipo di intervento. Il governo non può chiudere 96 testate», ha aggiunto Consoli. Sulla home page di Rd Tv una nota spiega: «In questi giorni l’intera programmazione di Red Tv va in onda in forma ridotta, a causa delle modifiche alle norme sui contributi per l’editoria inserite nell’ultima legge finanziaria, con la cancellazione del cosiddetto “diritto soggettivo”. In questo modo, se non si interverrà rapidamente, si costringeranno alla chiusura decine di organi di informazione, giornali, radio e televisioni come questa, che danno lavoro a più di 4500 persone tra giornalisti, poligrafici e personale amministrativo, oltre a offrire un contributo fondamentale al pluralismo dell’informazione. Se volete esprimere la vostra opinione e il vostro sostegno a questa battaglia di libertà, scrivete a info@redtv.it ».] «CI ASPETTIAMO UNA CORREZIONE» - «Red tv non chiude. Siamo in uno stato di difficoltà perché viviamo del contributo, ma stiamo provando a resistere. Ci aspettiamo una correzione o un altro tipo di intervento. Il governo non può chiudere 96 testate», ha aggiunto Consoli. Sulla home page di Rd Tv una nota spiega: «In questi giorni l’intera programmazione di Red Tv va in onda in forma ridotta, a causa delle modifiche alle norme sui contributi per l’editoria inserite nell’ultima legge finanziaria, con la cancellazione del cosiddetto “diritto soggettivo”. In questo modo, se non si interverrà rapidamente, si costringeranno alla chiusura decine di organi di informazione, giornali, radio e televisioni come questa, che danno lavoro a più di 4500 persone tra giornalisti, poligrafici e personale amministrativo, oltre a offrire un contributo fondamentale al pluralismo dell’informazione. Se volete esprimere la vostra opinione e il vostro sostegno a questa battaglia di libertà, scrivete a info@redtv.it ».
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