Il segretario Cgil intervistato da la Stampa: serve un sistema di ammortizzatori sociali che garantisca diritti, qualunque sia il settore e la modalità con cui si lavora e anche quando si perde il posto. Con 7-8 miliardi all'anno la riforma è possibile
Cosa significa un sistema di ammortizzatori «universale» per la Cgil? E' quello che spiega oggi, in un'intervista pubblicata da La Stampa, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che interviene così nel dibattito sul Job Act che il Pd si appresta a lanciare. Per Camusso, “la radice del problema è dare diritti ai lavoratori qualunque sia il settore e la modalità con cui lavorano”.
Dunque, serve ad un primo livello “un sistema di Cassa integrazione per tutte le dimensioni di impresa, con la stessa contribuzione, che risponda alle ristrutturazioni aziendali, alle crisi e alle fermate temporanee” e in secondo luogo, continua Camusso, “chiamatelo come vi pare”, ma “serve un sostegno al reddito durante la disoccupazione”.
Per il segretario Cgil, le riforme introdotte dalla ex ministro Fornero non hanno fatto altro che generare nuove differenze, mentre è evidente che “occorre uno strumento che interviene a favore di chiunque perda il lavoro, anche se questo lavoro è precario, o finto autonomo, come tante partite Iva o gli 'associati in partecipazione'”.
Sul metodo di finanziamento di un sistema nuovo come questo, Camusso osserva che “in tutto il mondo imprese e lavoratori contribuiscono al finanziamento del sistema di disoccupazione. Poi si può pensare che una volta creato un sistema universale di Cig, le risorse che oggi alimentano la cassa in deroga possano essere deviate sul sostegno alla disoccupazione dei lavoratori precari. E in ogni caso bisogna evitare dispersioni: il ministro Giovannini vuole sviluppare i fondi bilaterali previsti dalla riforma Fornero, ma è un errore. Perché ancora una volta si accrescono le diseguaglianze tra i lavoratori e finirà che bisognerà disperdere altre risorse”. Per cominciare, comunque, secondo Camusso, “si può usare una parte consistente dei fondi per la formazione professionale”.
Ma a quanto ammontano le risorse necessarie per un simile progetto di riforma? “Considerando che abbiamo speso quasi 3 miliardi ogni anno per la Cig in deroga – risponde il segretario Cgil - sono necessari 7-8 miliardi l'anno. Dopodiché puoi anche partire gradualmente, in progressione”.
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