Landini lancia la coalizione sociale: il successo richiede un nuovo protagonismo dal basso
il segretario della Fiom ha fatto sapere che “la proposta di una coalizione sociale non è di un singolo, ma è stata votata dall’assemblea Fiom di Cervia, alla presenza di un rappresentante della segreteria nazionale della Cgil”
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Finalmente
Da quando Renzi ha modificato radicalmente natura, identità e contenuti al Pd (che già, anche prima del suo avvento certo non brillava per assumere sempre posizioni progressiste: anzi!) riducendolo ad un Ogm e facendolo diventare tutt’altro e ben altro che un partito di sinistra, nella società italiana, e soprattutto nel mondo del lavoro, si è aperto un vuoto che nessuno finora ha saputo colmare.
Milioni e milioni di persone non hanno voce e non trovano rappresentanza.
Il loro sentire politico e sociale coincide grosso modo con le posizioni parlamentari di Sel ma questa corrispondenza per la gran parte di loro, stando ai sondaggi, non si è tradotta in una vera e propria intenzione di voto.
Dinanzi a questo vuoto, allo smarrimento per l’assurda deriva che Renzi ha imposto al Pd e per il balbettìo inconcludente della cosiddetta minoranza interna incapace di portare avanti una linea coerente con i valori e lo statuto stesso del partito, Landini ha suscitato speranze, aspettative, progetti.
Ora la sua iniziativa incoraggia queste speranze anche perché sembra convincente la rotta suggerita: non un partito, ma una coalizione sociale.
Ma il successo dell’impresa richiede che i milioni di cittadini che guardano con interesse e sintonia alle battaglie portate avanti da Landini per il lavoro, i diritti, la giustizia sociale, ben al di là del recinto proprio del terreno propriamente sindacale, non aspettino che qualcuno li chiami dentro un nuovo partito. Questo non può e non deve avvenire.
Si tratta di affermare un protagonismo dal basso che metta in campo, attraverso le battaglia concrete per la qualità della vita delle persone, una nuova soggettività politica. A questo punto, nel vuoto di sinistra che il Pd renziano ha determinato, questa forza avrebbe grandissime potenzialità.
Ma occorre che siano i cittadini a muoversi, a crederci, a costruire dal basso questa nuova realtà.
E ciò, dopo decenni di partiti personali e di sigle confezionate da un capo per misurare la sua forza attraverso i numeri del gregge al seguito, sarebbe la vera grande rivoluzione di cui l’Italia ha bisogno.
Domani una riunione nella sede della Fiom con una cinquantina di associazioni impegnate nel sociale e nel territorio, il 28 marzo una manifestazione darà corpo e visibilità al progetto.
La rotta da seguire è quella di Syriza (nata proprio come coalizione sociale di gruppi e realtà di mutuo soccorso) e dei movimenti spagnoli Podemos e Ganemos (Possiamo e Vinciamo) il primo dei quali, secondo i sondaggi, vincerà le prossime elezioni di novembre (come Syriza ha fatto in Grecia) conquistando il governo, attualmente in mano al centrodestra.
Podemos è nata appena un anno fa. Se in così poco tempo è cresciuta così tanto, si deve al fatto che le sue istanze, presenti nella società, erano totalmente assenti nella classe politica e nelle strutture organizzate.
La stessa cosa dovrebbe fare la coalizione di Landini con un programma politico che è già nelle cose: un nuovo Statuto dei lavoratori dopo il renziano Jobs Act, politiche di redistribuzione della ricchezza dalla speculazione e dalla rendita finanziaria alla produzione e al lavoro, dai ceti più ricchi a quelli medio-bassi, politiche per il lavoro, lo sviluppo, gli investimenti, l’innovazione, la ricerca, la messa in sicurezza del territorio, l’economia verde.
Maurizio Landini : "Non voglio creare un partito e non esco dal sindacato ma il sindacato deve fare politica"
Il segretario della Fiom parla di «Coalizione Sociale» e della necessità del sindacato di cambiare per riaggregare il mondo del lavoro. E non manca un riferimento a Renzi: «Sta dividendo il lavoro, hanno toccato l'art 18, abbiamo fatto delle manifestazioni anche riuscite ma lui se ne è strabattuto»
Fare politica, sì, ma uscendo dagli schemi tradizionali. All'indomani del lancio della sua "Coalizione sociale" Maurizio Landini a "In 1/2 h" torna a ripetere che la sua intenzione non è quella di creare una nuova formazione: "Io non voglio fare un partito né uscire dal sindacato ma il sindacato deve essere un soggetto politico, deve discutere alla pari", ha spiegato. "Chi è in mala fede tenta di descrivere questa iniziativa dentro la logica politica di adesso", ha sottolineato il leader Fiom che ha voluto rimarcare: "Io non sto dentro il perimetro che vuole qualcun altro perchè io e lavoratori il paese lo vogliamo cambiare più di Renzi".
Landini ha detto che "la nostra iniziativa sta dentro la strategia della Cgil" e Susanna Camusso ne è informata: "Con Camusso sono tre mesi che stiamo parlando alla luce del sole. Siamo insieme nella battaglia contro il Jobs act e per un nuovo statuto di tutti i lavoratori". Per Landini serve "una riforma del sindacato" e quindi "anche della Cgil. Il sindacato deve cambiare, siamo di fronte a una situazione differente" dopo la cancellazione dei diritti dei lavoratori e "dobbiamo fare i conti con il problema della crisi della politica".
Le parole di Maurizio Landini sono però di fatto smentite dalla Cgil. Il portavoce del sindacato precisa che "né il segretario generale della Cgil né la Segreteria della Cgil, sono stati informati della riunione di ieri della Fiom in cui si è discusso della formazione di una "coalizione sociale" e, tantomeno, ha espresso "appoggio" a quel progetto".
Il segretario Fiom non ha risparmiato attacchi al presidente del Consiglio e al suo governo: "Io non giro blindato, parlo con le Persone. La gente si sente sola, non rappresentata e non è in grado di organizzarsi per dire la sua. Non è vero che il governo ha il consenso, sono balle". Tanto è vero che "le decisioni che sta prendendo se le fa votare in in parlamento con la fiducia. Il governo non è andato dai giovani, dai precari e dai dipendenti per sapere se erano d'accordo sul togliere lo statuto dei lavoratori. Non ci va".
Il problema principale, per Landini, è arrestare l'erosione di diritti a cui avrebbe contribuito anche il Partito democratico: "Per la prima volta dal dopoguerra a oggi, per legge, stanno cancellando i diritti e modificando i rapporti di forza. Confindustria e una parte consistente degli imprenditori, con Renzi - ha attaccato il segretario Fiom -, stanno operando per cancellare ogni vincolo sociale e stanno cancellando i diritti".
Nasce la “coalizione sociale” di Maurizio Landini
Una “coalizione sociale” per rispondere a quella «domanda di giustizia sociale ora inascolta e senza rappresentanza». È questa l’azione intrapresa oggi dal leader della Fiom Maurizio Landini che apre ufficialmente il “cantiere” di una coalizione alternativa alle realtà politiche esistenti in Italia.
LA LETTERA-INVITO DI LANDINI -
L’azione di Maurizio Landini arriva al termine di mesi di incontri e dibattiti, accompagnati da critiche e polemiche, nel corso di un’assemblea convocata a Roma, nell’ex palazzo dell’Flm, che vuole essere insieme un momento di riflessione e un atto fondativo, «per dibattere in modo libero e aperto», come si legge nella lettera che lo stesso leader della Fiom ha distribuito all’incontro di Roma e a quello di Trieste. Un’assemblea, quella di oggi, che prepara anche la manifestazione del 28 marzo a Roma contro il Jobs Act e la partecipazione del sindacato a quella organizzata da Libera a Bologna, il 21 marzo, contro le mafie.
LANDINI: «LA POLITICA NON È PROPRIETÀ PRIVATA» -
Una coalizione sociale che nasce, spiega ancora Landini, da una certezza, «che la politica non è proprietà privata» e da due assunti, «la fine del lavoro» e quello secondo cui «la società non esiste, esistono solo gli individui e il potere che li governa» con cui è stato creato «lo spettro di un futuro già presente con cui siamo chiamati a fare i conti in tutta Europa» e che sta scatenando «una guerra tra poveri». Per questo, scrive ancora Landini, «serve superare le divisioni, il frazionamento, le solitudini collettive e individuali e coalizzarsi insieme». È questo, «lo spirito innovativo” su cui si fonderà la nuova coalizione sociale, «indipendente e autonoma», puntualizza ancora, per la quale, sabato, potrà già essere possibile «individuare punti di programma condivisi» per una «visione nuova del lavoro, della cittadinanza, del welfare e della società».
«LE POLITICHE DELLA TROIKA METTONO IN DISCUSSIONE LE DEMOCRAZIE» -
«La politica non è proprietà privata – si legge nella lettera inviata da Landini – Questo convincimento deriva dalla nostra Costituzione che promuove esplicitamente la partecipazione alla vita pubblica e sostanzia la democrazia con la centralità della cittadinanza». Non manca nemmeno uno sguardo all’Europa: «Le politiche della Commissione Ue e della troika – aggiunge – Anche in Italia mettono in discussione la democrazie».
Presenti all’evento promosso da Landini diverse associazioni, tra cui Arci, Giustizia e Libertà, Libera e Articolo 21, oltre che a rappresentati delle categorie professionali come avvocati, farmacisti e dottorandi. Presente anche, riporta l’Ansa,
anche l’ex senatrice del Movimento 5 Stelle Maria Mussini.
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