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lunedì 18 febbraio 2019
domenica 17 febbraio 2019
Bocciatura senza mezzi termini della Tav
I numeri e le ragioni della bocciatura senza mezzi termini della Tav
Il 'verdetto' che emerge dall'analisi sulla Torino-Lione pubblicata dal ministero dei Trasporti. Gli esperti sottolineano che "il progetto presenta una redditività fortemente negativa"
Una bocciatura senza mezzi termini: la Tav comporta più costi che benefici. E' il 'verdetto' che emerge dall'analisi sulla Torino-Lione pubblicata dal ministero dei Trasporti. Gli esperti, coordinati da Marco Ponti, sottolineano che "il progetto presenta una redditività fortemente negativa": i benefici sono pari a 885 milioni, le 'perdite' di 7 miliardi nello scenario realistico e si può arrivare fino a 7,8 miliardi in secondo scenario.
Entrambe le cifre prendono in considerazione i "costi a finire" dell'opera, al netto cioè degli 1,4 miliardi di euro già spesi. I benefici ambientali attesi, inoltre, "sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile", e in caso di scioglimento del progetto della Tav il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe arrivare a 4,2 miliardi. Il dossier è stato firmato da cinque dei sei componenti il gruppo di lavoro.
Il ministro Danilo Toninelli parla di "numeri estremamente negativi, impietosi, ora deciderà il governo, nella sua piena collegialità". E assicura: "Si tratta della prima analisi costi-benefici realmente indipendente, lo ribadisco, per cui abbiamo evitato finalmente di chiedere all’oste se il vino è buono”. Il titolare del dicastero chiarisce che "la valutazione negativa della Torino-Lione" che ne emerge "non è contro la Ue o contro la Francia". E sul fronte interno ribadisce che "non c'è stata alcuna volontà di nascondere alcunché ma solo quella di rispettare un impegno internazionale al quale fa riferimento anche il contratto di governo".
LE CONCLUSIONI DEL REPORT. Gli effetti complessivi del progetto durante gli anni di esercizio – escludendo cioè il costo di investimento - risultano pari a 885 milioni. Questo risultato deriva dalla somma di due componenti di segno opposto: la prima, relativa ai flussi di merci, determina un effetto negativo pari a 463 milioni; la seconda, relativa ai passeggeri, determina un beneficio positivo pari a 1,3 miliardi.
Considerato che i costi attualizzati di investimento a finire e gestione dell’opera assommano a 7,9 miliardi, il valore attuale netto economico ossia la perdita di benessere – differenza tra costi sostenuti e benefici conseguiti - conseguente alla realizzazione dell’opera risulta pari a 7 miliardi".
5,7 MLD IL VALORE AL NETTO COSTI RIPRISTINO PER STOP OPERA. Al netto dei costi massimi di ripristino e messa in sicurezza del tunnel esistente, il Vane - ossia il valore attuale netto economico - risulta negativo e pari a -5,7 miliardi.
IL COSTO DI REALIZZAZIONE VA DA 12 A 16 MILIARDI. Con riferimento all'impatto sulle finanze pubbliche degli Stati interessati, il costo da sopportare in caso di realizzazione del progetto non è rappresentato dalla somma dei soli costi di investimento e di gestione; a questi devono infatti essere sommate le minori accise che portano il bilancio complessivo da 10 a 11,6 miliardi (flussi attualizzati) nello scenario 'realistico' e a 16 miliardi in quello 'Osservatorio 2011'.
I DUE SCENARI IPOTIZZATI. I tecnici utilizzano due scenari: nel primo si basano su stime di traffico merci e passeggeri, stilate a partire dal 2011 dall'Osservatorio sul Tav di Palazzo Chigi (si assume un tasso di crescita dei flussi di merci e di persone pari al2,5%). Nel secondo le stime sono riviste alla luce di prospettive "più realistiche" (si assume un tasso di crescita dei flussi di merci e di persone pari all’1,5%).
Il Vane (valore attuale netto, saldo tra i costi dell'opera, lavori e gestione, i costi esterni, i minori benefici per utenti e operatori, e dall'altra parte i benefici economici diretti e indiretti) è pari a 6.995 milioni di euro nello scenario "realistico" di previsioni di traffico (25,2 milioni tonnellate di merci nel 2059) e pari a 7.805 milioni nello scenario "ottimistico" (previsioni Osservatorio 2011, 51,8 milioni di tonnellate). Entrambi i calcoli sono stati fatti sui "costi a finire" dell'opera, al netto cioè degli 1,4 miliardi di euro già spesi, e considerando i costi sia della tratta internazionale che di quella italiana.
IL PESO DELLE ACCISE. Nello scenario "realistico", le accise pesano per 1,6 miliardi e non sono "decisive", come fa notare Toninelli, nel far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei costi. Il ministro ricorda, in merito alle polemiche dei giorni scorsi, che "questo parametro era ben presente nell’analisi del 2011: anzi, il bilancio economico per gli Stati era assai più disastroso in quello studio: -7 miliardi per i mancati incassi fiscali sui carburanti. Infine, il minor gettito da accise è considerato un costo anche nelle linee guida francesi e comunque c’è un ampio consenso internazionale attorno a questa scelta metodologica, sulla quale non mi sarei comunque mai sognato di forzare o comprimere la totale libertà dei tecnici da me incaricati”.
TRASCURABILI I VANTAGGI AMBIENTALI. I benefici ambientali attesi – monetizzati pari a circa 5 miliardi nello scenario 'Osservatorio 2011' sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile.
Vero che con la Tav le emissioni di C02 si ridurrebbero, ma obiettivi ambiziosi si otterrebbero solo grazie all’innovazione tecnologica dei veicoli. Se venisse realizzata la Tav, in media, in un giorno, la durata dei viaggi dei veicoli tra Milano e Parigi si ridurrebbero di 2 minuti e 20 secondi; quelli tra Milano e Lione si accorcerebbero di 1 minuto e 20 secondi e il tempo di attraversamento della tangenziale di Torino diminuirebbe di circa 5 secondi.
MASSIMO 4,2 MLD TRA PENALI E RIMBORSI. In caso di scioglimento del progetto della Tav il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe arrivare a 4,2 miliardi. "I molteplici profili evidenziati" nell'analisi costi/benefici sulla Tav "non consentono di determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento".
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sabato 16 febbraio 2019
Landini vince causa contro la Saras e dona 25 mila euro
Maurizio Landini alla cerimonia di donazione assieme al segretario regionale Fiom Sardegna, Mariano Carboni, e la sindaca di Villa San Pietro, Marina Madeddu
Morti sul lavoro, Landini vince causa contro la Saras e dona 25 mila euro al paese delle vittime
La Fiom si era costituita parte civile contro la raffineria dei Moratti nel 2009 in seguito al decesso di 3 operai dentro lo stabilimento di Sarroch
Il mondo del lavoro cambia continuamente. Per effetto dell’innovazione tecnologica che fa nascere nuovi mestieri e nuovi modelli organizzativi ma anche per effetto di sentenze che creano precedenti importanti in argomenti delicati come quello della sicurezza. Una di queste è sicuramente quella che ha dato ragione alla Fiom-Cgil che nel 2009 si era costituita parte civile nel processo per la morte sul lavoro di 3 operai nella raffineria Saras di Sarroch, in provincia di Cagliari, di proprietà della famiglia Moratti.
L’organizzazione sindacale ha ottenuto dalla Saras un risarcimento morale di 25.000 euro che è stato donato al comune di Villa San Pietro, luogo dove le tre vittime vivevano. Grazie a questa somma sarà costruita una sala musica per i giovani. Il leader della Fiom, Maurizio Landini, presente alla cerimonia di donazione, ha annunciato che d’ora in avanti il suo sindacato “si costituirà sempre parte civile ogni volta che ci saranno degli incidenti” anche perché “il problema della sicurezza sul lavoro sta peggiorando anziché migliorare”.
Esagerazioni di Landini a fine propagandistico? Purtroppo no. I dati statistici esistenti confermano che la denuncia del leader della Fiom è vera. Dal rapporto elaborato dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering basato sui dati Inail emerge che nel 2015 le morti bianche in Italia sono state pari a 1172. Ben 163 in più rispetto al 2014.
La regione più colpita è stata la Lombardia con 124 vittime, davanti alla Campania con 87 e alla Toscana con 79. In termini relativi, ovvero considerando l’incidenza sul totale degli occupati, emerge però una fotografia diversa. Le regioni con il maggior numero di vittime sono quelle del Sud (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) davanti alle Isole (Sicilia e Sardegna). Quelle più virtuose (o probabilmente sarebbe meglio dire meno peggio) sono quelle del Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria).
Tra i vari settori quelli più colpiti sono le costruzioni, la manifattura e i trasporti e da qui la conseguenza naturale che il problema è fondamentalmente maschile dato che la piaga colpisce nel 94,5% gli uomini e solo nel 5,5% le donne. Differenza di genere che tuttavia trova poco spazio sulle pagine dei giornali e nei salotti televisivi.
E a morire sono i lavoratori più anziani, quelli più fiaccati dalla fatica. I dati lasciano pochi dubbi a riguardo. Sui casi in cui l’età è nota l’incidenza dei lavoratori dai 55 anni in su è pari al 74,7%. Dato che dovrebbe far riflettere di fronte al costante allungamento dell’età pensionistica.
Per Maurizio Landini si continua a morire sul lavoro perché “le aziende considerano la sicurezza un costo”. Il problema è dunque culturale e una conferma arriva da un confronto tra i dati italiani e quelli degli altri paesi europei. Una inchiesta del quotidiano la Repubblica del 2013 ha messo in luce che l’Italia ha il primato europeo dei morti sul lavoro. In valori assoluti battiamo perfino la Germania ma non è certo una vittoria di cui andare fieri.
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Abbiamo due vicepremier che non hanno mai lavorato: Landini
Il primo affondo di Landini da segretario: "Abbiamo due vicepremier che non hanno mai lavorato"
"Abbiamo due vicepremier - ha continuato il neo segretario della Cgil - che si occupano di povertà senza mai essere stati poveri"
Il nuovo segretario generale della Cgil Maurizio Landini attacca Matteo Salvini e Luigi Di Maio spiegando che il loro problema è "che non hanno mai lavorato". E sottolinea: "Abbiamo due vicepremier che si occupano di povertà e di lavoro senza mai essere stati poveri e senza mai aver lavorato". Al nuovo leader sindacale Dario Vergassola aveva chiesto se, tra tutte le divise indossate da Salvini, volesse vedere una tuta blu.
"Questa Cgil ha un'altra idea di società rispetto al governo, noi vogliamo cambiare il Paese, noi siamo il sindacato del cambiamento, non Salvini, la Lega che ci sta portando indietro", ha attaccato il nuovo leader, spiegando: "Noi puntiamo sull'unità sindacale, sull'unità del mondo del lavoro e a cambiare le leggi sui diritti sbagliati, fatte dai governi precedenti e vogliamo affermare di nuovo la centralità e la dignità del lavoro. Il problema centrale del nostro Paese è la precarietà nel lavoro e il problema deve essere quello di dare ai giovani un futuro serio che non sia quello attuale".
"Cosa critichiamo di questo governo? Mancano gli investimenti e stanno agendo sulle paure delle persone - ha detto - ci hanno fatto credere che saremo invasi, ma non si capisce da chi. Noi non siamo un Paese invaso, semmai siamo un Paese di evasori che è leggermente diverso. La manifestazione del 9 febbraio con Cisl e Uil sarà una manifestazione importantissima che chiede che il mondo del lavoro debba essere al centro dell'attenzione dell'esecutivo".
Il neo segretario della Cgil ha poi concluso: "Noi abbiamo chiesto la costituzione di un'agenzia per lo sviluppo per il lavoro perché pensiamo che gli investimenti pubblici siano un punto decisivo su cui rilanciare l'economia. E chiediamo una riforma fiscale vera, non la flat tax. Una riforma che faccia pagare meno tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, che combatta l'evasione e la corruzione".
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lunedì 11 febbraio 2019
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Cgil, Cisl e Uil : manifestazione del 9/2/2019 contro il governo
Cgil, Cisl e Uil. La prima risposta unitaria contro un governo che ha fatto le sue scelte senza mai confrontarsi attivamente con le parti sociali.
C’è molta aspettativa dal mondo del lavoro per rivedere ripartire la crescita di questo Paese. La manifestazione del 9/2/2019 è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil a sostegno della Piattaforma unitaria e per chiedere al Governo di aprire un confronto serio e di merito sulle scelte da prendere per il Paese con “interventi concreti per lavoratori e pensionati, per i giovani, per lo sviluppo, la crescita ed i diritti sociali”.
“Vogliamo sollecitare il Governo ad aprire confronti veri sulla crescita, sulla situazione produttiva del Paese. Intravedendo insieme le opportunità ed anche le priorità su cui lavorare. Quindi mi auguro che la voce del mondo del lavoro sia finalmente ascoltata. Occorre cambiare la linea economica del Governo, – ribadisce – tornare ad investire sui fattori della crescita, sbloccando innanzitutto le tante infrastrutture, grandi, medie che oggi sono bloccate e già finanziate, per oltre 80 miliardi, che corrispondono tra l’altro a circa 400mila posti di lavoro. Per questo la prima questione è proprio quella di sbloccare le infrastrutture e poi investire nella digitalizzazione, in impresa 4.0, le cui risorse sono state invece assolutamente falcidiate. Investire in ricerca, innovazione e cioè premere sulla tastiera della crescita. Ce n’è assolutamente bisogno”.
Quella di domani “sara’ una giornata di esaltazione della democrazia e auspichiamo di riempire la piazza” ha proseguito Graziani spiegando come i dati delle adesioni facciano pensare ad una altissima adesione. “Abbiamo dovuto cambiare Piazza. Da Piazza del Popolo passare a Piazza San Giovanni per il gran numero di adesioni. Speriamo che questo sia di buon auspicio” ha detto riferendosi soprattutto al significato che ciò assume nella comunicazione verso il Governo, vale a dire “che siamo una rappresentanza democratica che vuole essere protagonista del futuro di questo Paese. E nel futuro di questo Paese ci deve essere il lavoro” conclude.
Contro la manovra appena varata dal governo i sindacati Cgil, Cisl e Uil, unitariamente hanno annunciato una manifestazione unitaria per il 9 febbraio a Roma. Una decisione unitaria "per sostenere le proposte unitarie contenute nella piattaforma sottoposta ai lavoratori da Cgil, Cisl, Uil, per cambiare le scelte dell'Esecutivo e per aprire un confronto serio e di merito" le tre organizzazioni sindacali "organizzeranno - annunciano con una nota - una grande manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma sabato 9 febbraio". Cgil, Cisl, Uil "valutano - sottolinea una nota - positivamente il percorso di mobilitazione svoltosi negli scorsi mesi a sostegno della piattaforma unitaria". "Il consenso delle decine di migliaia di lavoratori, pensionati e giovani alle proposte di Cgil, Cisl, Uil, emerso in occasione delle centinaia di assemblee organizzate su tutto il territorio nazionale, è stato pressoché unanime e ha rappresentato un primo importante momento di confronto e discussione delle proposte sindacali con i lavoratori e i pensionati italiani sul documento consegnato nello scorso mese di dicembre al presidente del Consiglio che si era impegnato a dare continuità al confronto, mai avvenuto, su alcuni capitoli indicati dal sindacato.
La legge di bilancio "appena approvata - sottolineano ancora i sindacati confederali - ha lasciato irrisolte molte questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese, a partire dai temi del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti per le infrastrutture, delle politiche per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno. Temi sui quali Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato indicazioni e proposte credibili e realizzabili che non hanno trovato riscontro nella legge di stabilità avanzata dal Governo".
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lunedì 4 febbraio 2019
Online il Sito del Reddito di cittadinanza
Reddito di cittadinanza, online il sito:
ecco come funzionerà
Puoi presentare la domanda a partire dal 6 marzo: online su questo sito, presso tutti gli uffici postali e presso i CAF. Hai tempo fino al 31 marzo per richiedere il contributo che sarà erogato ad aprile.
A pochi minuti dalla conferenza stampa di presentazione, raggiungendo l’indirizzo www.redditodicittadinanza.gov.it
è stato possibile consultare “in anticipo”, alcune delle informazioni riportate dal portale sul reddito di cittadinanza, e scoprire la veste grafica del portale.
In particolare, dalla home è possibile, oltre il passaggio sul 6 marzo, visionare alcune voci: “Cos’è il reddito di cittadinanza”, “A chi è destinato”, “Come si calcola”, “Come richiederlo e come usarlo”, “Perdita del diritto”, “Patto per il lavoro e patto per l’inclusione sociale”, “Vantaggi per chi assume”.
RIFORME 04 febbraio 2019
Reddito di cittadinanza: Di Maio e Conte presentano carta e sito. Istat: assegni per 2,7 milioni di cittadini
Per il primo mese il sito servirà solo a fornire informazioni. Dal 6 marzo, infatti, scatterà il “secondo” tempo, più operativo: diventerà il canale attraverso il quale sarà possibile richiedere in via telematica il reddito di cittadinanza. Sarà una sorta di “sportello virtuale” al quale si affiancheranno quelli, reali, di Poste e Caf. Prima, però, sarà necessario richiedere l’Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente. Il reddito di cittadinanza è la “misura di bandiera del M5s”, inserita nel decretone con quota 100 per andare in pensione.
Come richiederlo e come usarlo
«La domanda per il Reddito di cittadinanza - si legge nel portale, nella voce apposita - può essere presentata telematicamente attraverso questo sito, presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) o, dopo il quinto giorno di ciascun mese, presso gli uffici postali (gestore del servizio integrato di cui all'articolo 81, comma 35, lettera b), del decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133)». Nessun riferimento sulla data del 6 marzo (che è invece riportata in altre sezioni del portale, a cominciare dalla home).
La carta di pagamento
«Le informazioni contenute nella domanda del Reddito di cittadinanza - si legge ancora nel materiale informativo posto online - sono comunicate all'INPS entro dieci giorni lavorativi dalla richiesta. L'INPS, entro i successivi 5 giorni, verifica il possesso dei requisiti sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelle delle amministrazioni collegate e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio che sarà erogato attraverso un'apposita Carta di pagamento elettronica (Carta Reddito di cittadinanza) che, attualmente, viene emessa da Poste Italiane». Quando si ritira la carta? Una volta presentata la domanda, ed effettuata la verifica da parte dell’Inps, «ti sarà comunicato - si legge ancora - quando e in quale ufficio postale potrai ritirare la Carta del Reddito di cittadinanza».
Cosa si può acquistare
« Oltre all'acquisto di beni e servizi di base, essa consente di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore a 100 euro per i nuclei familiari composti da un singolo individuo (incrementata in base al numero di componenti il nucleo) ed effettuare un bonifico mensile in favore del locatore indicato nel contratto di locazione o dell'intermediario che ha concesso il mutuo. È vietato l'utilizzo del beneficio per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità. Ai beneficiari della Carta sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate».
Cosa accade alla somma non spesa
«Il beneficio - si legge ancora sul sito - deve essere fruito entro il mese successivo a quello di erogazione. L'importo non speso o non prelevato viene sottratto nella mensilità successiva, nei limiti del 20% del beneficio erogato. Fanno eccezione gli importi ricevuti a titolo di arretrati. È prevista inoltre la decurtazione dalla Carta degli importi complessivamente non spesi o non prelevati nei sei mesi precedenti, ad eccezione di una mensilità. Le modalità di monitoraggio e verifica della fruizione del beneficio e delle eventuali decurtazioni saranno definite con un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze».
La convocazione presso il Centro per l’impiego
La voce “Sottoscrivi i Patti” mette in evidenza che «in funzione dei tuoi requisiti sarai convocato dai Centri per l'impiego per sottoscrivere un Patto per il Lavoro o dai Comuni per sottoscrivere un Patto per l'Inclusione sociale».
Di Maio: nel sito indicazioni sui documenti per fare a marzo la domanda
«Il sito - ha spiegato nelle ultime ore il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio - sarà abilitato per tutto il Paese e spiegherà agli italiani quali documenti per fare a marzo la domanda sul reddito».
Da il Sole 24 ore
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ISCRIVETEVI AL GRUPPO
Disoccupati che si prefigge di portare avanti le istanze dei senza Lavoro IN RETE.
Sarebbe importante Costituire Finalmente un MOVIMENTO NAZIONALE
per Richiedere il Reddito di Esistenza a favore di tutti i Cittadini Italiani.
Sarebbe importante Costituire Finalmente un MOVIMENTO NAZIONALE
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