Mille iscritti nelle liste ma introvabili. "Clandestini o lavorano al nero". La denuncia del Centro per l'impiego confermata dal rapporto del Censis. Raddoppia il tasso dei senza lavoro stranieri
di TIZIANA COZZI
Scomparsi. Introvabili. Caduti nella trappola del lavoro nero. Emigrati nei campi di raccolta del Sud. Risucchiati dalla clandestinità. Sono più di mille i lavoratori iscritti all'anagrafe dei disoccupati della provincia di Caserta (su 38.174 presenti negli elenchi del Sistema del lavoro provinciale) che negli ultimi mesi hanno fatto perdere le loro tracce. La denuncia arriva dal Centro per l'impiego di Maddaloni. "È un fenomeno in aumento che va di pari passo con la crisi del lavoro - spiega Teresa Cresci, responsabile del Centro - nei nostri elenchi ci sono centinaia di persone che non vediamo da mesi. Non sappiamo se hanno trovato occupazione, se sono ancora residenti nella nostra provincia".
Un fatto confermato dalla recente elaborazione Censis, su dati del settore Politiche del lavoro della Provincia di Caserta. Nell'ultimo anno sono 1.383 i lavoratori immigrati che hanno rilasciato la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, il tasso di disoccupazione straniera è più che raddoppiato (+58,6 per cento) rispetto al 2008. Le dichiarazioni sono passate dalle 872 del 2008 alle 1.383 del 2009. Un dato record. Un aumento significativo rispetto al 2007, quando i disoccupati erano diminuiti da 1.019 a 872.
Nella provincia di Caserta, nel 2009 8.241 immigrati si sono visti interrompere il rapporto di lavoro, il 67,3 per cento erano uomini (soprattutto rumeni e albanesi ma il problema vale anche per gli africani, più restii a frequentare i centri per l'impiego), il 32,7 per cento donne (per lo più ucraine). Molti dei loro nomi sono finiti nelle liste fantasma dei Centri per l'impiego. In tanti si iscrivono subito, è la trafila necessaria per non perdere il permesso di soggiorno. Ma se non trovano lavoro entro 6 mesi diventano clandestini. "Dalle nostre parti è diminuita drasticamente l'offerta di lavoro - continua la Cresci - mentre la domanda resta sempre molto alta. Qui anche i cittadini italiani restano a bocca asciutta. Il lavoro più facile da trovare ora è quello nero, magari sono in tanti gli stranieri rimasti in zona ma che non hanno un lavoro regolare. Oppure si sono spostati, hanno cambiato regione".
Un fenomeno che potrebbe allargarsi a macchia d'olio. "Il punto più problematico è Castel Volturno - spiega Michele Orlando, dirigente del settore Politiche del lavoro della Provincia di Caserta - dove su 7.000 immigrati presenti in zona, soltanto 213 sono iscritti nelle liste di disoccupazione. Gli altri centri traboccano di disoccupati. Negli ultimi mesi non abbiamo ricevuto neanche una richiesta di trasferimento. E questo vuol dire che il sommerso domina". I disoccupati più numerosi sono nella provincia di Aversa (22,8 per cento), seguiti da Caserta (21,8 per cento) e Casal di Principe (18,7 per cento).
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