Coda per lo smartphone, non per il lavoro
Tutti in fila per il telefonino di ultima generazione e nessuno in
fila quando c’è da protestare per la difesa del lavoro o per le
ingiustizie a cui quotidianamente siamo sottoposti??
E poi il messaggio che arriva è sicuramente quello del Paese dei bengodi
che poco ha a che fare con quello che vogliamo realmente e ne andiamo
anche fieri?’
Credo che ognuno di noi possa disporre dei propri soldi come meglio
crede ed investirli nell’acquisto dei beni che ritiene necessari per la
sua vita , ma su questa cosa in un momento come quello che stiamo
vivendo dobbiamo per forza cercare di fare una riflessione.
Cosa è diventata questa vita maltrattata in effetti??
Quando si smetterà di avere un valore che si basa su ciò che si possiede e non su ciò che si è come persone?
Cosa stiamo aspettando per cercare di renderlo migliore questo mondo
smettendo di ingabbiarlo in spot pubblicitari che privilegiano
un’oggetto e riducono ai minimi termini un’intera esistenza?
A volte appare tutto così riduttivo e vano che verrebbe davvero voglia di scappare lontano da queste situazioni.
Non si possono più vedere pensionati che frugano nelle cassette della
frutta dopo i mercati per mettere insieme con ciò che trovano fra gli
scarti il pranzo con la cena.
Non si possono più vedere operai che piangono in diretta tv perché non
hanno più il lavoro e non riescono a provvedere alle proprie famiglie.
Non si possono più vedere ammalati doversi pagare ed anche a caro prezzo
i farmaci che gli occorrono o restare mesi fermi in liste d’attesa
interminabili prima di avere diritto ad un’esame .
Non si possono più vedere persone disperate compiere gesti disperati e restare insensibili di fronte a tanta sofferenza.
Non si possono più vedere paesi che spofondano in un mare di fango per
l’incuria e per la golosità della speculazione edilizia e non avere
nemmeno un servizio che gli dedichi il giusto rilievo.
Non si possono più vedere illustri professionisti giocare con le nostre
vite devolvendo le somme messe a disposizione per i comuni mortali
rimpinguare le loro tasche già piene e servire per pranzi luculliani
quando intorno questo Paese sta affossando nella disperazione più
totale.
Ma le teste delle persone ,di quelle vere ,di quelle che si dicevano
disposte a lottare per allontanare dalle loro vite l’insensibilità e
l’appiattimento che la tv, la pubblicità, la moda del momento volevano
inculcargli dove è andata a finire???
Perché non abbiamo una risposta forte e sentita per scacciare le cose
che ci allontanano dalla realtà e sappiamo solo girare la testa
dall’altra parte quando vediamo lacrime di dolore nello sguardo pulito
di chi non riesce più a sopravvivere nemmeno a vivere ma a sopravvivere
decentemente?
Che esempio si sta regalando alle nuove generazioni? Cosa sta passando
come concetto di “normalità” in queste vite che si trascinano
appiattite??
Perché nessuno si incavola davvero difronte a queste cose?,perché tutto
tace e diventa un motivo in più per far finta che nulla stia accadendo e
che gli esseri umani esistono sempre meno per lasciare il posto a vuoti
fantocci senza anima?
Non riesco a capire e chiedo aiuto a voi ,non riesco a capire come si
possa silentemente accettare tutto ciò, non riesco a capire cosa è
sfuggito di mano a chi non si ferma un solo momento a riflettere, non
riesco a capire come mai questo sia un Paese di ricchi quando tutto sta
franando e di ricchezza davvero non vè né più.
Non riesco a capire come mai tutti si dicano delusi e poi nelle
occasioni per farsi sentire i volti che mi circondano siano sempre gli
stessi…
Con cosa abbiamo barattato le nostre splendide unicità, perché ci siamo
spenti prima ancora di aver provato a far passare dei concetti
differenti, perché è così facile fornire l’esempio di chi ha fatto
strada imbrogliando o svendendo se stesso e non si riesce invece a far
capire che una casa senza solide fondamenta prima o poi è costretta a
cadere e malamente anche.
Questo mondo in fila per una nuova bestialità che non fa altro che
allontanare dalle realtà mi mette addosso una tristezza che vorrei ma
non riesco a descrivere qui.
Mi sento offesa da tanta arrendevolezza.mi sento sempre più non
rappresentata da queste situazioni, mi sento profondamente delusa da chi
avendo qualche annetto e qualche esperienza in più avrebbe dovuto
capire a cosa ci ha portati questa corsa al possesso di beni voluttuari
che non migliorarenno di certo ciò che siamo ma che riempiranno per bene
le tasche di chi ci vuole vuoti e malleabili.
Nessuno si accorge di quanto ci stanno privando?
Nessuno si accorge di quanto ci stiano portando via togliendoci la possibilità di tornare a riappropiarci della cultura?
Andare al cinema, andare a teatro, acquistare un buon libro sono
diventate cose molto onerose e le persone interessate sono in strada
senza lavoro e dimenticate ,abbandonate da uno stato che sprona a
svolgere il proprio dovere ma abbandona quando c’è bisogno di sentirlo
al proprio fianco.
Peccato che lo stesso non accada quando la posta in gioco è qualcosa di
effimero , che ti fa sentire importante difronte al mondo quando lo puoi
stringere fra le mani e che sarà entro breve soppiantato da un altro
modello più avanzato per vedere le stesse file di persone smaniose
allungarsi ,accorciando sempre più la capacità di coniugare
correttamente un congiuntivo tanto parlare a telefono pur sbagliando i
verbi continua a fare figo.
Quando ritornaremo tutti a farci valere e non strumentalizzare per una piccola banalità?
Perché non vedo le stesse file piene di volontà dare una mano a chi
presidia aziende portando anche solo una parola di solidarietà, aiutare
un ammalato, preparare un pasto caldo a chi fruga come un animale
braccato fra i rifiuti , prendere in mano una pala ed aiutare chi è
sommerso dal fango ed ha perso tutto.
Si fa di tutto ma si prendono le distanze da chi soffre davvero oppure
da chi non si arrende a questo volere quasi come se farsi vedere al
fianco di queste persone potesse ferire l’ego rampante di chi per
sentirsi vivo deve ancora apparire e non essere.
Questo mondo mi rende davvero triste,non è il mondo in cui mi riconosco e mai mi vedrà applaudire azioni come queste.
Questo mondo ha bisogno di essere risvegliato e non so come e non so da
dove ma bisogna davvero che da qualche parte si inizi a farlo.
Questo mondo possiede ancora la voglia di non darsi per vinto e non sarà
una stupida scatolina a mettere i paletti della diversità ma i piccoli
cervelli che ad essa si prostrano quasi come se si trattasse di una
divinità.
Riprendiamoci in mano le nostre vite e cerchiamo sempre di avere una
testa raziocinante ed elastica perché la vita è molto più di una
giornata trascorsa in fila per una nullità travestita da benessere
apparente.
DI ANNA LISA MINUTILLO
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