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sabato 28 gennaio 2017

ARABIA SAUDITA: Scioperi contro la semi-schiavitù


 lavoratori della United Seemac in sciopero 

In un paese in cui l’attività sindacale è vietata e le condizioni di lavoro si fondano sull’abuso, due gruppi di lavoratori protestano apertamente per avere il proprio salario

Un dollaro a testa per chiudere il caso: è quanto la compagnia saudita di costruzione United Seemac ha offerto a 215 lavoratori stranieri che da mesi non ricevono lo stipendio. La compagnia gli deve quasi un milione di dollari, 932mila dollari per l’esattezza, ma due giorni fa ha fatto la sua offerta nell’intenzione di fermare la protesta: 266 dollari in tutto, poco più di uno a testa.

I lavoratori, originari di Pakistan, India, Filippine e Indonesia, come moltissimi altri operai impiegati nella petromonarchia per stipendi miseri, se paragonati a quelli dei locali, e spesso in condizioni di semi-schiavitù (nel caso della United Seemac video girati di nascosto al suo interno mostrano 170 persone dividere quattro bagni senza aria condizionata nel caldo soffocante di agosto), hanno lanciato una protesta davanti la sede della United Seemac perché, chi da sei mesi, chi da 20, non incassano più lo stipendio. Da cinque giorni dormono davanti agli uffici di Riyadh e sono intenzionati ad andare avanti, nonostante le promesse della compagnia alle rispettive ambasciate e il misero dollaro proposto.

“Non torniamo a casa da 5 giorni – racconta a Middle East Eye uno dei lavoratori, Naeem, 25enne pakistano – Non ci siamo cambiati i vestiti e non mangiamo da due giorni. Ci hanno offerto soldi ma come potremmo sopravvivere con quell’ammontare? Vogliamo il nostro denaro”. Naeem non riceve lo stipendio da nove mesi, 692 dollari al mese che non può più mandare ai genitori in Punjabi, che sostiene con le rimesse dall’estero da quattro anni.

La protesta dei 215 lavoratori ha un significato enorme in un paese come l’Arabia Saudita dove per legge lo sciopero è proibito così come l’attività sindacale. L’unica cosa che i dipendenti della United Seemac hanno potuto fare è stata rivolgersi al tribunale del lavoro, un anno fa, ma nulla è stato fatto.

Una situazione simile a quella dell’ospedale privato Saad, nella città orientale saudita di Khobar: qui la protesta si è tradotta all’inizio di settembre in uno sciopero della fame. A manifestare non solo dipendenti stranieri, tra cui europei, ma anche cittadini sauditi: una protesta senza precedenti per ottenere il salario, non versato ai 1.200 dipendenti dell’ospedale da quattro mesi. Senza precedenti perché mai cittadini sauditi hanno subito le stesse condizioni degli stranieri e perché ha coinvolto medici, infermieri, amministrativi, chirurghi di diverse nazionalità.

L’ospedale in questione è di proprietà del Saad Group, società del miliardario saudita Maan al-Sanea, con investimenti in tutto il mondo. A premere, dicono fonti interne, è la crisi che sta colpendo l’Arabia Saudita a causa del crollo del prezzo del petrolio che ha ridotto di molto il denaro in circolazione e a causa delle enormi spese militari dello Stato in Yemen e in Siria. Ma per i dipendenti dell’ospedale il problema è un altro: la corruzione. A Middle East Eye spiegano che quel centro medico “è tra i più costosi al mondo, incassa un milione di riyal [266mila dollari] al giorno, dove finiscono tutti questi soldi?”.

Quello del lavoro non è che l’ennesimo settore di abusi di Stato in Arabia Saudita. Le più colpite sono le decine di migliaia di lavoratori immigrati dal sud est asiatico, costrette in semi-schiavitù dal sistema della kafala, lo sponsor che garantisce per l’immigrato e di cui diventa padrone confiscandogli il passaporto e costringendolo a vivere e lavorare in condizioni vergognose: dentro le case le donne collaboratrici domestiche subiscono violenze fisiche, psicologiche e anche sessuali; dentro le aziende gli uomini vivono in stanze affollate con pochissimi servizi e in pessime condizioni igieniche, con stipendi che sono una bassa percentuale di quelli ricevuti dai cittadini sauditi. 



domenica 22 gennaio 2017

Solo l’Italia Senza Protezione per i Disoccupati


 Solo l’Italia Senza Protezione

Grecia, al via reddito minimo garantito per 700mila persone (7% della popolazione)

In Europa è rimasta soltanto l’Italia senza reddito minimo garantito. Persino la Grecia, che versa in condizioni economiche più drammatiche delle nostre, ha approvato questa fondamentale misura di protezione sociale. Entro questo mese partirà il progetto pilota in 13 comuni della Grecia con dei criteri di assegnazione basati sul reddito e sul patrimonio. Il governo greco ha pubblicato sulla gazzetta ufficiale i criteri di assegnazione.


In Grecia si è capito che soltanto una concreta solidarietà sociale può davvero risollevare il Paese. Dal 22 di luglio il Governo greco ha cominciato la discussione sul reddito minimo garantito ed in un mese e mezzo lo ha applicato. Il ministro del lavoro Iànnis Vrùtsis e il sottosegretario Vassìlis Keghèroglu hanno spiegato che il reddito minimo garantito andrà da un minimo di 200 euro a un massimo di 500 euro al mese. Il 17 settembre avrà luogo un incontro con gli amministratori dei comuni in cui avrà luogo la sperimentazione del reddito minimo garantito. Secondo il piano del Governo, entro la fine del 2015 tutta la Grecia usufruirà del reddito minimo garantito. Ma la Grecia non è sola. Anche il governo cipriota ha introdotto il reddito minimo garantito.

Al via ufficialmente in Grecia il reddito minimo garantito, con un’operazione pilota in 13 comuni del paese, mentre nel 2015 sarà estesa a tutte le regioni. L’aiuto finanziario sarà direttamente legato alla situazione economica del beneficiario ed è pari in media a 400 euro al mese per una famiglia con due figli minori e senza altri redditi certificati. I beneficiari saranno 700mila (7% della popolazione) e il fondo va da 850 milioni a un miliardo di euro. La manovra messa in atto dall’esecutivo conservatori-socialisti mira secondo alcuni analisti ad attirare i voti dei delusi verso le forze di larghe intese al governo, in vista di probabili elezioni anticipate a marzo, e togliere terreno al Syriza di Tsipras che i sondaggi danno al 30%, con Nea Dimokratia del premier Samaras solo al 19%.

La Grecia è l’ultimo paese dell’Unione europea ad attuarla. “Oggi stiamo lanciando un moderno strumento di politica sociale che proteggerà i deboli e riabiliterà coloro che rischiano di essere lasciati in disparte” ha detto il primo ministro. Come detto, la misura sarà attuata nelle città di Dramma Edessa, Grevena, Ioannina, Karditsa, Lefkada, Missolungi, Halkida, Kallithea, Tripoli, Samos, Syros e Gazi Creta ed è stato reso possibile grazie alle eccedenze date dagli avnzi primari. L’attuazione dell’istituto sarà basata sulla cooperazione con la Chiesa e le autorità governative locali. Per fornire il reddito minimo garantito sarà necessario esibire il reddito disponibile dell’anno in corso intrecciato con la situazione economica complessiva del richiedente. L’importo varierà da un minimo di 100 euro a famiglia, integrato da altri 100 euro per ogni adulto e 50 euro per ogni figlio, il che significa che in media questo reddito sarà compreso tra i 250 e i 500 euro a nucleo familiare.

Il governo Italiano spende
 64 milioni di Euro al giorno 
per missioni di (pace-guerra)
nel Mondo

Il Movimento per i Diritti dei Disoccupati, si prefigge di portare avanti le istanze dei senza Lavoro, nei 
confronti delle Istituzioni. MDD non è un gruppo virtuale, ci riuniamo periodicamente presso la Camera 
del Lavoro di Milano. Sarebbe importante che si formassero altri gruppi in tutte le province lombarde per 
costituire una Federazione Regionale del Movimento, aumentando così la forza contrattuale dei 
disoccupati in Lombardia. Meglio ancora che si Formassero gruppi in tutte le Regioni Italiane, e 
Costituire Finalmente un MOVIMENTO NAZIONALE per Richiedere il Reddito di Esistenza a favore di 
tutti i Cittadini Italiani.


LEGGI ANCHE
RISCHIO POVERTA' IN ITALIA
.



Se sei disoccupato o se conosci dei disoccupati contattaci. 
Ci riuniamo periodicamente in Camera del Lavoro Milano 
- Corso di Porta Vittoria 43 - Sala Fiom 2° piano. 
Scrivici : 
  movdirdisoccupati(@)libero.it 

 .

martedì 10 gennaio 2017

Un Italiano su tre a Rischio Povertà


 Lo scrive il rapporto annuale ISTAT 
(che ha atteso il dopo referendum). 
17,5 milioni di persone (28,7% dei residenti) senza lavoro o un minimo di reddito 
sufficiente a soddisfare i bisogni essenziali come la casa e l’alimentazione. Nel sud si raggiunge il 46,4%. Al nord il 20% più ricco percepisce il 37,3% del reddito totale mentre il 20% più povero solo il 7,7%. Le più colpite sono le famiglie numerose. Secondo la Coldiretti sono 7,2 (11,8%) milioni gli italiani che fanno letteralmente la fame. 

Triplicata l’incidenza di povertà assoluta tra gli operai. Sono 2 milioni 987 mila i disoccupati, di cui 1 milione 600 mila con una disoccupazione di lunga durata, oltre 12 mesi, con scarsissime possibilità di trovare lavoro. Sono 1 milione 582 mila le famiglie in povertà assoluta e 4 milioni 598 mila le persone. 

Secondo la Banca d’Italia le famiglie operaie nel 45,9% dei casi hanno un solo percettore di reddito in famiglia e quasi la metà non ha una abitazione in proprietà. Dal 2005 al 2015 l’incidenza della povertà assoluta tra le famiglie operaie è triplicata.

Il 30% degli italiani vive in povertà, 

ma il governo spende 64 milioni al giorno 
per missioni di guerra.

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sabato 7 gennaio 2017

Cgil 3 Referendum sul Lavoro



La Cgil ha Proposto 3 Referendum abrogativi sulla riforma del lavoro, il cosiddetto jobs act, promossa dal governo di Matteo Renzi e varata con diversi provvedimenti tra il 2014 e il 2015. L’11 gennaio 2017 la corte costituzionale si esprimerà sulla legittimità dei referendum che, se avessero il via libera della consulta, potrebbero svolgersi nella primavera del 2017. I referendum hanno già superato il vaglio della cassazione il 9 dicembre. A differenza del referendum costituzionale che si è svolto il 4 dicembre 2016, queste consultazioni sono abrogative e prevedono un quorum, cioè dovrà andare a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto perché i risultati siano validi. Ecco cosa prevedono i referendum contro il jobs act e perché se ne discute in questi giorni.

I referendum sul jobs act
È definito jobs act un insieme di norme sulla riforma del lavoro approvate tra il 2014 e il 2015. Tra queste ci sono il cosiddetto decreto Poletti (dal nome di Giuliano Poletti, attuale ministro del lavoro e delle politiche sociali) – cioè il decreto legge 34 del 20 marzo 2014 – e la legge 183 del 10 dicembre 2014, che conteneva numerose deleghe da attuare con decreti legislativi, emanati dal governo nel corso del 2015. I cardini della riforma del lavoro sono: il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, la modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, la riforma degli ammortizzatori sociali e dell’indennità di disoccupazione e l’estensione dell’uso dei voucher per la retribuzione del lavoro accessorio.

Nel luglio del 2016 la Cgil, il principale sindacato italiano, ha depositato 3,3 milioni di firme per proporre tre referendum abrogativi che riguardano in particolare la modifica dell’articolo 18 e l’uso dei cosiddetti voucher (buoni lavoro). Un terzo referendum chiede di ripristinare la responsabilità in solido dell’azienda appaltatrice, oltre a quella che prende l’appalto, in caso di violazioni subite dai lavoratori. I tre quesiti referendari sono accompagnati da una proposta di legge d’iniziativa popolare: l’introduzione della carta dei diritti universali del lavoro, che è praticamente la proposta di un nuovo statuto delle lavoratrici e dei lavoratori, 
messa a punto dal sindacato.
1
L’abolizione dei voucher
Il primo referendum presentato dalla Cgil riguarda l’abolizione dei cosiddetti voucher, ossia la retribuzione del lavoro accessorio attraverso dei buoni. Nel quesito referendario sarà chiesto agli elettori: “Volete l’abrogazione degli articoli 48, 49 e 50 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, recante Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183?”.

Il pagamento attraverso i voucher in alcuni tipi di lavori era stato introdotto già nel 2003 per far emergere dall’irregolarità alcune forme di lavoro occasionale come le ripetizioni o le pulizie, ma negli anni ne è stato legittimato l’uso per quasi tutti i tipi di lavoro. Il jobs act ha esteso da cinquemila a settemila euro la cifra netta che è possibile guadagnare in un anno con i voucher. Questo fattore, insieme ad altre misure del jobs act che hanno ridotto altre forme di lavoro precario, ha determinato un aumento dell’uso dei voucher da parte dei datori di lavoro.

Questo incremento ha sollevato parecchie critiche perché è stato giudicato un tentativo di rendere il mercato del lavoro sempre più precario e deregolamentato a scapito dei lavoratori. Secondo alcuni analisti e secondo il sindacato, infatti, molti datori di lavoro usano i voucher per retribuire una parte delle ore di lavoro svolte, pagando in nero il resto delle ore. In questo modo i datori di lavoro si sottrarrebbero ai controlli e alle sanzioni. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Inps, l’uso di voucher è aumentato del 32 per cento nei primi dieci mesi del 2016, mentre nei primi dieci mesi del 2015 era aumentato del 67 per cento rispetto 
allo stesso periodo del 2014.
2
Il ripristino dell’articolo 18
Il secondo referendum proposto dalla Cgil riguarda il ripristino dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, cioè l’articolo che sancisce il diritto al reintegro da parte del lavoratore licenziato senza una giusta causa. L’articolo 18 fa parte dello statuto dei lavoratori, cioè della legge numero 300 del 20 maggio 1970, che contiene le norme “sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro”.

L’articolo 18, in particolare, regola i licenziamenti che avvengono senza giusta causa e ha subìto una sostanziale modifica nel 2012 con la riforma della ministra del lavoro Elsa Fornero, che complicava l’applicabilità della tutela del reintegro nella maggior parte dei casi di licenziamento che arrivano in tribunale. Il jobs act ha superato definitivamente l’articolo 18 e ha sostituito il diritto al reintegro con un indennizzo economico in caso di licenziamento senza giusta causa. La riforma si applica ai contratti di lavoro stipulati dopo il 7 marzo 2015 e non riguarda gli statali, come chiarito da una sentenza della corte di cassazione. Il referendum della Cgil propone di abolire il decreto legislativo del 4 marzo 2015 
e di fatto ripristinare l’articolo 18.
3
La responsabilità delle imprese appaltatrici
Il terzo referendum chiede l’abolizione dell’articolo 29 del decreto legislativo

10 settembre 2003, cioè il ripristino della responsabilità dell’azienda appaltatrice, oltre a quella che prende l’appalto, in caso di violazioni subite dai lavoratori, norma che era stata cancellata dalla legge Biagi, in seguito modificata dalla legge Fornero. Se il referendum fosse approvato sarebbe chiamato a rispondere anche il committente per eventuali violazioni compiute dall’impresa appaltatrice nei confronti del lavoratore. Di conseguenza, l’azienda che appalta sarà tenuta a esercitare un controllo più rigoroso su quella a cui affida un appalto.

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domenica 1 gennaio 2017

Ottimo 2017

Buon 2017 
a Tutti i 
Lettori di Questo Blog




Quali saranno le novità del 2017



Ma vediamo un po’ più nel dettaglio segno per segno.

L’Ariete sarà alle prese con cambiamenti interiori profondi, che potrebbero manifestarsi con decisioni che sembreranno impulsive, ma saranno frutto di riflessioni profonde, maturate dall’aspetto positivo di Saturno in Sagittario. Le finanze andranno sull’altalena, ma nel complesso vi difenderete bene. L’amore chiederà attenzione al futuro, ma sarai ben felice di farlo. Non dimenticarti che ogni rapporto ha bisogno di passione costante...


Il Toro si muoverà concretamente, con attenzione al lavoro, al denaro, a migliorare la propria vita a partire dal benessere materiale ma senza dimenticare quello spirituale ed interiore, come hai imparato nell’anno precedente. Sarà un anno di mantenimento e transizione, almeno fino all’autunno, che inaugurerà una fase di rivoluzione impegnativa ma positiva a trecentosessanta gradi, che si manifesterà con chiarezza da dicembre in poi...


I Gemelli hanno imparato, e impareranno anche nel corso di quest’anno, ad assumersi le responsabilità, a crescere e a non aver paura della profondità e dell’impegno. Quando a dicembre Saturno vi liberà dall’opposizione, dovreste ringraziarlo per tutti questi cambiamenti! Con il sostegno di Giove e Urano, la professione, anche se faticosa, produrrà ottimi risultati. L’amore? Ricordate quanto detto su Saturno: impegno e responsabilità, e decollerete senza più incertezze...


Il Cancro sarà alle prese con profondi cambiamenti, che a volte potrebbero non essere facili, specie se non saranno voluti. Dovrai essere elastico, duttile, e vedrai che riuscirai a trarre il meglio da quello che famiglia, lavoro e vita personale ti chiederanno. Ad ottobre con l’ingresso di Giove in Scorpione il tuo atteggiamento interiore muterà, e, soprattutto, le finanze torneranno a girare. Da dicembre, Saturno chiederà attenzione e concretezza per il cuore...


Il Leone sarà tra i più raccomandati: fino ad ottobre, caro amico, il palcoscenico sarà tuo. Potrai mettere a segno risultati di spicco nel lavoro, migliorare le finanze, vivere la vita affettiva che hai sempre sognato oppure raggiungere i traguardi personali che ti stanno a cuore. Sii meno spericolato con l’amministrazione dei guadagni da ottobre 
e vedrai che Giove in Scorpione ti farà un baffo, anzi, due...


La Vergine sarà indecisa, se rimboccarsi le maniche o rimanere alla finestra. Il tuo umore infatti andrà ad alti e bassi, e le tue faccende, da quelle pratiche lavorative a quelle affettive, potrebbero oscillare di conseguenza. Rifletti con attenzione sui cambiamenti da attuare: da ottobre inizierà un periodo molto buono, che il passaggio di Saturno in Capricorno siglerà senza più incertezze. Evviva...


Bilancia alle prese con situazioni positive, stimoli al cambiamento e qualche dubbio, ma nel complesso non ti potrai lamentare, soprattutto se eviterai cocciute prese di posizione o gesti e scelte impulsivi. Sii riflessiva, concreta, attenta: con Saturno a favore per quasi tutto l’anno non sarà difficile! Ricordati che a dicembre lo stesso Saturno inaugurerà un periodo meno leggero per te, quindi sarà meglio farti trovare pronta...


Lo Scorpione dovrà sudarsi tutti i risultati che desidera. Tuttavia, non sarà un anno sfavorevole, quanto un anno di preparazione ai grandi successi che partiranno dall’autunno e che continueranno da dicembre in poi. Rifletti su che cosa vuoi ottenere dalla vita (e  vale per lavoro, amore, privato, tutto) e prepara il terreno: dopo procederai più in fretta e il podio sarà tutto tuo...


Il Sagittario vivrà una stagione molto buona per lavoro e affari, per denaro e vita pratica. Solo l’amore ti farà sospirare, con qualche ritardo o qualche imprevisto, ma anche per il tuo cuore vedrai che ci sarà un sereno lieto fine. Le stelle ti consigliano di essere chiaro e diretto con i familiari: una questione potrebbe turbarti, ma la risolverai in fretta se instaurerai subito una buona comunicazione...


Il Capricorno non mollerà mai. Purtroppo questi anni sono stati impegnativi, e hai imparato a contare prima di tutto su te stesso e sulle tue forze. Ma hai imparato bene, e anche nel 2017 te la caverai niente male nonostante gli ostacoli, che saranno soprattutto di natura pratica ed economica. E da ottobre le stelle finalmente premieranno il tuo impegno: la stabilità è in arrivo! Non dimenticarti dell’amore: il tuo cuore ha sete di profondità, 
non lasciarlo senza l’acqua delle emozioni che desideri...


L’Acquario sarà al top dei top per buona parte dell’anno. Tra Giove e Saturno l’ambito professionale, pratico ed economico ti riserverà grandissime soddisfazioni. Metti a frutto i doni della fortuna e delle stelle e non perderti in chiacchiere: un anno così non capita spesso e in autunno la ruota potrebbe girare. L’amore andrà ad alti e bassi, con sorprese eccitanti alternate a situazioni più stabili...


I Pesci saranno alle prese con un anno impegnativo, e dovranno avere ancora pazienza. Il 2017, però, sarà più scorrevole del 2016, e ad ottobre inizierai a vedere concretizzarsi i risultati lavorativi e finanziari per i quali hai lottato da tantissimo tempo. E da dicembre la tua situazione finalmente si stabilizzerà, regalandoti una chiusura d’anno all’insegna della speranza e del sorriso...




Per un analisi congrua e coerente occorre necessariamente conoscere la propria Carta Astrale Natale che è la Fotografia Celeste di ogni elemento astrale presente sulla Mappa Astrale al momento della propria nascita.
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